L’ultimo film di Paolo Sorrentino È stata la mano di Dio è entrato nella shortlist dei 15 migliori film internazionali in corsa per la 94esima edizione dei Premi Oscar. L’8 febbraio si saprà se il film avrà conquistato la nomination degli Academy. Il 27 marzo la serata della premiazione. Sorrentino ha già vinto l’Oscar per La Grande Bellezza nel 2014. Niente da fare per Ennio di Giuseppe Tornatore e Marx può attendere di Marco Bellocchio, in gara fino a ieri nella categoria miglior documentario. È stata la mano di Dio ha vinto il Gran Premio della Giuria al Festival dell’Arte cinematografica a Venezia, dov’è stato presentato. Filippo Scotti, l’attore che ha interpretato il protagonista Fabio, alter ego del regista, si era aggiudicato il Premio Mastroianni allo stesso Festival.

Il film è uscito il 24 novembre nelle sale cinematografiche e il 15 dicembre sulla piattaforma di streaming Netflix. È l’opera più intima e autobiografica dell’autore, prodotta da The Apartment (gruppo Fremantle) e Netflix. È ambientata a Napoli negli anni Ottanta. La mano di Dio è un omaggio a Diego Armando Maradona anche se il film non parla di Maradona, il calciatore, campione argentino e del Napoli morto il 25 novembre del 2020, ma è ispirato alla vicenda personale del regista.

“A me Maradona ha salvato la vita. Da due anni – ha raccontato Sorrentino a Il Corriere della Sera – chiedevo a mio padre di poter seguire il Napoli in trasferta, anziché passare il week end in montagna, nella casetta di famiglia a Roccaraso; ma mi rispondeva sempre che ero troppo piccolo. Quella volta finalmente mi aveva dato il permesso di partire: Empoli-Napoli”. Il giorno dopo Sorrentino tornò nella casa di città quando all’improvviso squillò il citofono. Il futuro regista pensava fosse l’amico passato a prenderlo ma era il portiere. “Mi avvertì che era successo un incidente … papà e mamma erano morti nel sonno. Per colpa di una stufa. Avvelenati dal monossido di carbonio”. A prestare il volto ai genitori del protagonista Fabietto, nel film sono gli attori Toni Servillo e Teresa Saponangelo. Nel cast anche Luisa Ranieri, Massimiliano Gallo, Enzo Decaro, Renato Carpentieri e Ciro Capano nei panni del regista Antonio Capuano.

Altri film rientrati nella shortlist: Un eroe di Asghar Farhadi, il film animato danese Flee di Jonas Poher Rasmussen, il giapponese Drive My Car di Ryusuke Hamaguchi, ispirato a un racconto di Haruki Murakami, il finlandese Scompartimento n. 6, lo spagnolo Il capo perfetto e il norvegese La peggiore persona del mondo. Il grande escluso è il francese Titane, Palma d’Oro al Festival di Cannes. Flee, già premito agli Efa, è rientrato anche nelle shortlist del miglior documentario, del miglior cartone animato e potrebbe restare nella storia come il primo documentario candidato a miglior film. In gara anche Laura Pausini con la sua Io sì, per le candidature musicali, canzone originale nella colonna sonora del film La vita davanti a sé con Sophia Loren.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.