Il Parlamento turco oggi si riunirà in seduta straordinaria per votare la mozione che autorizza il sostegno militare al Governo d’accordo nazionale libico (GNA) di Fayez al-Sarraj, riconosciuto dall’Onu. Erdoğan ha anticipato la presentazione di questa mozione perché vuole presentarsi all’incontro con Putin dell’8 gennaio a Istanbul forte di questa sua decisione, per costringere il suo interlocutore a giungere a un accordo.  I dettagli sull’entità del sostegno militare che Ankara fornirà al governo di Tripoli non sono ancora chiari e la durata della missione, seppur fissata a un anno, è prorogabile. Non sono chiari dunque il numero di soldati che potrebbero essere impiegati, i reparti da utilizzare e le regole di ingaggio. I media turchi parlano di un dispiegamento di forze terrestri, aeree e navali che va ben oltre ogni previsione.

Il presidente turco ha spiegato molto bene nel suo messaggio di Capodanno il perché di questo impegno militare in Libia e qual è il suo obiettivo. «La trama nel Mediterraneo orientale ordita contro il nostro paese è stata scoperta e vanificata», ha detto Erdoğan. «I progetti volti a escludere completamente la Turchia dallo sfruttamento delle risorse nel Mediterraneo sono stati completamente respinti con i recenti due Memorandum» firmati con il GNA il 27 novembre, ha precisato Erdoğan. Il sostegno militare offerto dalla Turchia ad al-Sarraj è stato ricambiato con il riconoscimento da parte del GNA delle rivendicazioni territoriali turche nel Mar Mediterraneo. Erdoğan lamenta il fatto che la Turchia è stata esclusa dal Forum del gas del Mediterraneo orientale, istituito all’inizio del 2019 da Cipro, Grecia, Israele, Giordania, Palestina, Egitto e Italia. La Turchia non vuole restare fuori da questa partita energetica, la crisi economica che sta vivendo il paese lo impone. Inoltre Erdoğan ha giustificato il sostegno militare offerto a Sarraj presentandolo come una esigenza di difesa dell’interesse nazionale e di sicurezza.

«Non puoi proteggere il tuo interesse nazionale limitandoti ai tuoi confini. Devi proteggere i tuoi amici e alleati», ha detto. Queste posizioni sono considerate come un cambiamento rivoluzionario nella politica estera turca.  Finora la difesa della nazione e dei suoi interessi nella dottrina militare turca era stata limitata ai suoi confini e dunque inviare i propri soldati in un conflitto lontano duemila chilometri non avrebbe la stessa legittimità agli occhi dell’opinione pubblica turca. E inoltre non avrebbe nemmeno un pieno sostegno da parte degli stessi generali turchi perché si tratterebbe di intervenire in un paese lontano nel Mediterraneo circondato da attori regionali ostili come l’Egitto, la Grecia e dove il nemico Haftar è sostenuto da paesi come gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita, non certamente amici della Turchia. Fonti vicino all’esercito turco sostengono che i generali propendono per una spedizione limitata a poche unità di supporto logistico e di addestramento e temono che una missione con impiego di truppe e mezzi aerei e navali metterebbe a repentaglio la sicurezza delle proprie forze.

Ma al-Sarraj vorrebbe da Erdoğan un supporto militare ad alto livello e lo stesso presidente turco ha detto più volte di voler andare incontro alle richieste del governo di Tripoli. Sarraj vuole che Ankara fermi completamente l’avanzata delle forze di Haftar; vuole che protegga Tripoli anche dal mare attraverso il dispiegamento di una flotta navale militare e vuole che crei una no-fly zone nei territori controllati dal GNA per proteggerli da Haftar che già controlla gran parte dello spazio aereo libico.  Sarraj in sostanza si aspetta anche che la Turchia crei un meccanismo di dialogo con la Russia simile a quello del processo di Astana, una sorta di tavolo diplomatico dove il GNA possa avere margine di contrattazione con Haftar. Ma Ankara non sembra sia pronta militarmente a offrire tutto questo. Vedremo se Erdoğan darà più credito ai suoi generali che mostrerebbero perplessità sulla opportunità di una operazione militare con un ampio dispiegamento di forze o ad al-Sarraj che chiede un sostegno militare a spettro completo per resistere alla minacciata offensiva di Haftar.