Rivoluzionare il palinsesto
Extraprofitti, Meloni ‘infiamma’ l’estate militante (in vacanza) del Pd: Giorgia soffia a Schlein il gioiellino dem…
E niente stavolta l’hanno fatta proprio grossa. Una cattiveria. Ma che dici? Trattasi di perfidia allo stato puro, cattiveria è troppo elegante. Che poi sulle tasse, dovrebbero riconoscerci se non altro l’expertise, invece di crearne di nuove durante cene amichevoli a Bolgheri. Ci mancava il cosiddetto patto della fiorentina, la tragica serata in cui Giorgia e Matteo hanno organizzato il sacrilego furto.
Insomma grande fermento al Nazareno, in pratica un fulmine a ciel sereno, reso noto al termine del Consiglio dei Ministri, per di più quando tutti i dirigenti Dem sono in procinto di continuare l’estate militante in vacanza. Elly è in allarme, che peraltro ‘quella’ ci convoca a Palazzo Chigi sul salario minimo venerdì e per di più alle 17.
È un’offensiva studiata a tavolino, che malignità. Potevamo stare tranquilli almeno fino a ferragosto, tirare un po’ il fiato, vivere di rendita sul caso De Angelis, che per fortuna almeno lui non si dimette, rispolverare alla grande l’allarme sui fascisti fino alla Festa nazionale dell’Unità a Ravenna, ed invece niente, ci tocca rivoluzionare il palinsesto, manco fossimo Berlusconi.
È che ‘quella’, che sarebbe poi la Presidente del Consiglio, ha furbescamente sottratto un gioiellino della collezione storica, rivendicata dagli eredi impuri del nuovo Pd. La tassa sugli extraprofitti delle banche, anche se poi rimodulata, dopo il tonfo in borsa. Poi sullo stesso tema, a dirla tutta, c’era già un’iniziativa parlamentare dei senatori Pd, per dire che siamo arrivati prima noi. Copioni. Certo, sì, tutto concordato con Conte, perché anche il M5S, rivendica la primogenitura, di più, l’avvocato sostiene che una misura del genere, era già pronta durante il governo con Salvini, ma poi non ci fu tempo, perché si sa che il tempo è tiranno.
Meglio non perderlo quindi, via alle tastiere, rimettiamo le cose a posto, il merito è nostro, non ci provassero proprio ad insidiarlo.
Insomma, se il governo ha fatto una cosa buona, si deve sapere che la farina è del nostro sacco. Il lesto Andrea Orlando è il primo a comparire su X. “Il Governo accoglie la nostra proposta di un contributo di solidarietà a carico delle banche. Noi continueremo a proporre misure di redistribuzione e di giustizia sociale, andando ad incidere sugli extraprofitti accumulati senza particolare merito dalla farmaceutica, dall’energia, dalla logistica, dalle banche appunto”, 10 righe e 4 nuove tasse da proporre, lo spezzino ex ministro praticamente di tutto, ha trovato l’ispirazione giusta.
Lo segue un altro pezzo da novanta della nomenclatura Dem, il responsabile economico del partito, Antonio Misani, il commissario impegnato in Campania nella caccia al governatore De Luca. “È una misura utile per affrontare l’emergenza sociale del Paese”, afferma stentoreo il senatore bergamasco a Repubblica.
L’eccitazione va oltre il Pd e i gemelli diversi del M5S, e inevitabilmente raggiunge anche il duo Bonelli-Fratoianni. Lo scapigliato leader verde dice infatti alle agenzie: “Chi ha accumulato, restituisca”. La frenata sul testo, con conseguente sollievo delle Borse, preoccupa però il vice di Conte, Mario Turco. “Il governo Meloni è tornato sui suoi passi, con il differenziale che è passato dal 3 al 5% e dal 6 al 10% per il 2023. Questo significa che la maggior parte delle banche non pagherà questa tassa”, mette in chiaro il senatore 5 stelle.
Ecco una bella imposta fantasma sarebbe l’ideale per proseguire in tranquillità l’estate militante, altro che tassazione sui margini ingiusti.
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