Non sono così lontani i tempi in cui Milano non era una città della moda. Esisteva Parigi con l’alta moda; negli anni Sessanta esisteva Londra, che era invece la città di quello che oggi chiamiamo street fashion, cioè della moda della strada, delle tendenze. Milano come città della moda nasce insieme al prêt-à-porter e diventa un sistema produttivo anomalo e innovativo, destinato a mettere insieme tecnologia, artigianato, creatività, marketing. Attività e attitudini per certi versi perfino in contraddizione tra di loro, ma che poi magicamente si fondono in questa entità stupenda, portatrice di glamour, di cultura, di immaginazione. Ne parliamo con la giornalista e scrittrice Paola Jacobbi.

E nascono i grandi marchi, quelli che diventano più che abbigliamento…
«Sì, Milano è diventata capitale con una serie di personaggi che hanno fatto la storia, come Giorgio Armani, Gianfranco Ferré, Gianni Versace, Rosita e Ottavio Missoni, Alberta Ferretti, Miuccia Prada. Hanno finito per dar forma a una tradizione profonda che ha costruito un pezzo importante di anima e volto della metropoli».

Ecco, la metropoli. Noi insistiamo sempre nel descriverla come un sistema sociale e culturale. Anche la moda lo ha forgiato e lo alimenta
«La moda è diventata per Milano un vero patrimonio e motore culturale. Pensiamo alla Fondazione Prada che ha cambiato il volto della città anche dal punto di vista urbanistico, con quella zona intorno alla Fondazione che adesso viene addirittura chiamata South of Prada. Un pezzo di città in evoluzione che non sarebbe mai esistito se Miuccia Prada nel 2015, l’anno dell’Expo, non avesse inaugurato questo straordinario polo culturale, che è non solo il più bel museo di arte contemporanea che ci sia in Italia, ma forse uno dei migliori del mondo, che attrae artisti e pubblico da tutto il mondo. Ma è solo un esempio; pensiamo alle ristrutturazioni e ai cambiamenti urbanistici impressi dagli insediamenti di altri stilisti, come Giorgio Armani. A La Scala, che è una delle cattedrali della cultura di Milano, sono moltissime le sponsorizzazioni da parte di brand della moda, e viceversa ci sono i grandi luoghi della cultura di Milano che accolgono la moda come portatrice, espressione di arte: basti pensare a ciò che è stata l’anno scorso, a Palazzo Reale, la mostra di Dolce&Gabbana. C’è uno scambio, un’osmosi continua».

Marianna Montanini

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