L’addio di Fabio Fazio alla Rai dopo 40 anni divide i partiti politici. C’è chi accoglie con gioia il passaggio a Discovery del conduttore originario di Savona e chi invece lo considera un danno per l’azienda di viale Mazzini che con il nuovo amministratore delegato Roberto Sergio ha come nuova mission quella di ricalibrare le tv pubblica, oggi troppo a sinistra.

Al settimo cielo Matteo Salvini, leader della Lega nonché ministro delle Infrastrutture del governo Meloni. Due parole per salutare con gioia la coppia Fazio-Littizzetto, più volte criticata dal ‘Capitano’ del Carroccio per i contenuti e, soprattutto, la linea politica di ‘Che tempo che fa’.

Belli ciao” scrive Salvini su Twitter dopo l’annuncio ufficiale del passaggio al gruppo Warner Bros. In mattinata lo stesso Salvini aveva auspicato, ai microfoni della trasmissione “Caffè della Domenica” su Radio 24, che “sulla Rai, che è pagata da tutti gli italiani, conto che si facciano scelte equilibrate, positive che interessino e rappresentino tutti gli italiani”.

Su Fazio aveva anticipato l’addio, in realtà già annunciato da settimane: “E’ adulto, sceglierà lui cosa fare e dove voler andare, non mi occupo di palinsesti. Di sicuro alcuni maxi stipendi multi milionari in momenti di crisi, sulla televisioni pubblica, vanno ridimensionati e discussi, a prescindere da nomi e cognomi”.

Ironico più che mai Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato. L’esponente di Forza Italia si scatena, ancor prima dell’ufficialità dell’addio: “Non riesco a capire perché ci siano queste polemiche intorno a personaggi come Fazio e come Augias, la cui competenza, la cui qualità, il cui equilibrio sono noti a tutti. Mai una polemica, mai un intervento sopra le righe. Ma se poi Fazio dovesse decidere, come si legge, di passare a un’altra emittente, come potrebbe mai la Rai sostituirlo? Se il noto conduttore dovesse, per sua autonoma decisione, passare a un’altra emittente televisiva propongo alla Rai di lasciare vuoto lo spazio televisivo mettendo un’immagine fissa al posto di Fazio”.

“Come si può immaginare una televisione pubblica senza Fazio e senza i suoi dibattiti notoriamente equilibrati e privi di accenti polemici?” osserva ironico Gasparri che conclude: “Se Fazio se ne va Rai 3 lo sostituisca con qualche ora di silenzio senza trasmissioni, nessuno è pari a Fazio, nessuno potrebbe sostituirlo. Tanto nomini nullum par elogium”.

Parole, soprattutto quelle di Salvini, che indignano il Partito democratico: “La vertiginosa sensazione di avere un vice-Premier e Ministro che si comporta come un bimbo di 6 anni. Già che ci siamo, Ministro, perché il Ponte sullo stretto non propone di farlo con i Lego?”, così su Twitter Mauro Berruto, deputato Dem.

Dello stesso tono anche il commento di Francesco Bria, membro del Cda Rai in quota Pd: “L’uscita di Fabio Fazio dalla Rai è un danno all’azienda in termini di identità, qualità culturale e ascolti. Una brutta notizia per il paese. Negli anni tante belle pagine di servizio pubblico, fra tutte il Memoriale della Shoah con la Segre. Scelta scellerata mai portata in CdA”.

Redazione

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