"Scorretto con decenza"
Federico Palmaroli: “A Osho manca Di Maio, Soumahoro? Stivali di Prada… A scuola non si studia il Futurismo di Marinetti”
Il vignettista Osho si racconta: “Con Meloni siamo in sintonia sull’ironia. Schlein? Simpatica. Mi ispiro alla comicità di Sordi e Verdone, ma resto con un piede nella realtà”
Federico Palmaroli in arte Osho, oppure Osho in arte Federico Palmaroli come dice qualcuno, è una delle menti più brillanti della satira italiana anche se lui ci tiene a dire che le sue sono solo battute. Vicino alla destra, ma piace a tutti, giornali, televisioni, affissioni e poi libri.
Il 28 novembre esce la tua ultima fatica letteraria, la quarta: “Er pugno chiuso se fa con la destra o con la sinistra?”. Il libro riparte da dove ci eravamo lasciati con quello precedente quindi dall’insediamento del Governo Meloni.
«Sì, passo in rassegna i fatti legati al Governo ma c’è anche la Schlein che è protagonista della copertina, l’armocromista, la vicenda Soumahoro, ci sono le vicende ucraine trattate in una forma molto delicata non ironizzando sulla guerra ma su vicende più laterali, e poi l’orso, il granchio blu e c’è anche Di Maio, che è una mancanza che sento moltissimo, ogni tanto per fortuna dà notizia di sé dagli Emirati Arabi, e per me è sempre un gran piacere ospitarlo nelle mie vignette».
La vicenda Soumahoro come la vedi?
«È grottesca, perché è difficile pensare che non sapesse niente di quello che facevano la moglie e la suocera, adesso sembra che ci sia un’irregolarità nei fondi elettorali, ed è stato un cortocircuito per la sinistra perché era stato messo li un po’ come frontman dei diritti civili, dell’impegno sociale, della legalità. Ricordiamo tutti quando si presentò alla Camera con gli stivali sporchi di fango. Oggi mi viene da pensare che quegli stivali fossero di Prada. Una di quelle contraddizioni che spesso ho notato a sinistraۛ».
Per la copertina hai scelto la Schlein.
«È una vignetta che ho fatto quando diventava segretaria del Pd e veniva accusata di non essere abbastanza di sinistra, lontana dal mondo operaio perché benestante, perciò lontana dai valori della sinistra, quindi l’ho immaginata confusa sul fatto del pugno chiuso».
Ti piace la Schlein?
«Politicamente non mi esprimo ma si mi sta simpatica».
Ti dà spunti?
«Molti, anche se il Pd che sta ora all’opposizione è un partito talmente strutturato e variegato che al suo interno si creano sempre correnti, fazioni e polemiche, per me uno che fa il mio lavoro è linfa vitale. Poi ci sono vicende come quelle dell’armocromista…».
Se fosse stata di destra sarebbe stato diverso?
«Da una persona di sinistra non ti aspetti che abbia tempo e soldi da investire in un’armocromista, certo se lo avesse fatto la Meloni non sarebbe stato tanto diverso anche se uno identifica il mondo operaio con quelli che non spendono soldi, che odiano i ricchi, che naturalmente sono tutti stereotipi, quindi il fatto che riguardi la segretaria del Pd fa ancora più ridere».
Ma pensi che ancora oggi la sinistra sia quella che si interessa del mondo operaio?
«È ovvio che non è sempre così, poi adesso è anche difficile definirla qualora ci sia veramente la sinistra».
Tu non nascondi le tue simpatie politiche per la destra, cos’è per te la cultura di destra?
«È innegabile che da sempre ci sia stata un’egemonia della sinistra anche nell’ambito della cultura e per me la cultura di destra è tutto ciò che apprendi da solo, volendo conoscere altre cose, per questo era necessario avere la volontà di farlo. Un esempio su tutti: Marinetti, fondatore del Futurismo, l’unica avanguardia italiana che non è stata affrontata negli anni della scuola o almeno io non me lo ricordo, forse ero assente o forse ero distratto, ma ricordo che studiare il Futurismo è stata una mia scelta personale, perché è un movimento che veniva accostato al ventennio e per questo tralasciato. Mi auguro che senza creare una nuova egemonia si arrivi ad una forma di integrazione tra i vari ambiti culturali per far conoscere qualcosa che per pregiudizio è rimasto nell’ombra».
Perché secondo te perché la destra ha vinto le elezioni?
«Sicuramente la sinistra che pur non vincendo le elezioni ha continuato a governare con alleanze improbabili o governi tecnici, si è distaccata dai temi che stanno a cuore ai cittadini che sono stati cavalcati dalla destra, come quello della sicurezza per esempio, che non credo non stia a cuore alla sinistra ma è stato messo da parte per dare più spazio ai diritti civili che sono importanti ma ci sono altre questioni che sono parimenti importanti che sono state dimenticate. Penso al salario minimo, la sinistra ha governato per 10 anni e non sono riusciti a farlo, adesso improvvisamente diventa una priorità e fanno le battaglie, quando hanno avuto la possibilità e il tempo per farlo».
Qual è stato il tema che più ti ha ispirato nell’ultimo anno?
«Lo spot Esselunga e tutta la polemica che ci ha girato intorno, quello è stato un periodo in cui mi sono divertito molto».
La polemica fatta intorno allo spot come la vedi?
«Non c’era nessun bisogno di farla, lo spot racconta la realtà di oggi, ormai c’è un’inversione di tendenza. Quando io andavo a scuola i figli di genitori separati venivano visti come degli alieni quasi ghettizzati, invece adesso è esattamente il contrario sono più i figli dei separati di quelli di genitori ancora insieme. È una fotografia della realtà, per questo non capisco perché si sia creata la polemica, anche se per me più c’è polemica più un tema diventa virale!».
La polemica però nasce dal fatto che oggi viene contestata l’idea di dover mettere in scena la cosiddetta famiglia tradizionale o patriarcale.
«Sì ma tutte le famiglie si possono disgregare, mica solo quelle tradizionali. Le società evolvono e non vedo uno scandalo che ci siano altre forme di famiglia. Al di là delle aberrazioni degli uteri in affitto il fatto che ci siano altre unioni che esulano dalla famiglia tradizionale è un’evoluzione dei tempi ma al di là di tutto famiglia tradizionale o no ovunque ci sia un genitore o due genitori può succedere, anche a Tiziano Ferro che si è separato dal marito, un’unione in cui ci sono i figli non procreati nelle forme tradizionali, può capitare che uno dei due figli voglia far fare pace ai genitori. Per questo non capisco la polemica e la considero totalmente assurda».
Non nascondi le tue simpatie di destra ma riesci ad essere mainstream in un mondo perennemente diviso dove non si può dire più nulla, dove il politicamente corretto la fa da padrone tu che sei ironicamente scorretto fai ridere tutti e piaci a tutti, come fai?
«Sì, sono scorretto ma sempre nei limiti della decenza. Questa non è una cosa che faccio apposta, è una mia cifra comica, perché io poi alla fine faccio battute legate ai fatti di attualità, questo forse è stato il motivo per il quale nessuno si è mai offeso per una mia battuta. Sono stato anche invitato a palazzo Chigi da Gentiloni, sono amico della Meloni e questo lo sanno tutti, un’amicizia che esula dalle mie simpatie politiche, è una persona con la quale sono in sintonia anche sull’ironia. Credo che per questo alla gente piaccia quello che faccio e poi, diciamocelo, i protagonisti della politica hanno anche voglia di prendersi un po’ in giro e trovano nel mio lavoro un modo divertente per farlo».
Hai un modello culturale o satirico al quale ti ispiri?
«Mi ha sempre ispirato la comicità romana che è dissacrante, che con una battuta può demolire l’interlocutore, la comicità di Sordi e Verdone, questi sono i miei modelli di riferimento, e poi i miei amici, dalle nostre conversazioni tiro fuori spesso delle chicche».
Nonostante il lavoro di Osho ti impegni molto, come Federico non hai mai abbandonato il lavoro d’ufficio molto diverso da quello di vignettista, perché?
«Per mantenere un piede nella realtà, per non sposare troppo l’effimero, perché il mondo dello spettacolo di cui magari fa parte la mia attività ha alti e bassi e quindi non è detto che sia per forza così longeva, per questo continuo a viverla come fosse un hobby perché poi se un giorno dovesse finire tutto e nessuno mi cercasse più ho predisposto già la mia testa e in quel caso il botto sarebbe meno doloroso».
Ti dico delle parole e mi rispondi di getto. Amore.
«Tensione».
Amicizia.
«Solidità».
L’ultimo libro che hai letto?
«Credo sia stato “Poema di Fiume” di Marinetti».
L’ultimo film che hai visto?
«Ho rivisto la Finestra di Fronte di Ferzan Ozpetec, con molto piacere ho scoperto cose che avevo dimenticato come la grande delicatezza di quel film e mi è piaciuto ancora di più adesso di quando è uscito».
L’ultimo viaggio che hai fatto?
«Sono stato in Puglia, ma ormai ci vado praticamente tutti i fine settimana».
Ti deve piacere molto?
«Sì, ma in realtà ci vado perché mi invitano, ed è anche bellissima, quindi meglio essere invitato in posto cosi piuttosto che in uno brutto».
Se avessi un solo desiderio quale sarebbe?
«Ammazza che domande difficili. Allora, direi di continuare a fare quello che faccio. Anzi no, aspetta, un desiderio, ecco: farmi un bel viaggio, che mi manca molto. Non faccio un viaggio vero da troppo tempo a parte quelli mentali, perché questo lavoro mi assorbe davvero tanto».
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