Lontani dal milione di vaccinazioni al giorno, come in Germania, ma la quota 500mila superata dall’Italia negli ultimi due giorni del mese di aprile è vista dal generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario per l’emergenza Coronavirus, come il primo passo per una accelerazione che dovrà continuare anche nelle prossime settimane.

Così il commissario che ha rimpiazzato Domenico Arcuri, fedelissimo dell’ex premier Giuseppe Conte ‘cacciato’ dal presidente del Consiglio Mario Draghi, detta l’agenda dei prossimi passi in una intervista a Repubblica.

L’OBIETTIVO – L’obiettivo non è solo quello di mantenere questi numeri, che non siano solo un picco, ma di salire ancora: “Non posso dire che domani riusciremo a fare un milione di vaccini – spiega Figliuolo – ma intanto sono sicuro che la macchina possa salire molto più su dei 500mila”.

LE TAPPE – Il commissario spiega quindi le tappe del suo lavoro: “Quando ho assunto l’incarico, il primo marzo, eravamo sotto i 140 mila vaccini al giorno. Per ottenere la progressione ci volevano due cose: le dosi e il controllo, cioè il ‘contatto’ con Regioni e Province. Inoltre siamo passati da 1.400 a 2.430 centri di vaccinazione. Per l’approvvigionamento abbiamo agito in tandem con il presidente del Consiglio, facendo pressione su Big Pharma e portando avanti interlocuzioni con l’Europa”.

LE NUOVE VACCINAZIONI – A breve, spiega ancora Figliuolo, la struttura commissariale e le Regioni apriranno “le prenotazioni fino a 55 anni per chi ha comorbidità legate ai codici di esenzione: malattie neurologiche, del cuore, ipertensione, trapiantati. Nel frattempo mettiamo in sicurezza gli over 65. Poi, con l’arrivo massiccio delle dosi, vogliamo dare i vaccini ai centri aziendali e aumentare la capacità di somministrazione”, prosegue Figluolo, “coperti gli over 65, la mia idea, ancora non condivisa con chi prenderà la decisione finale, è di dire a tutti quelli che hanno più di 30 anni: andate e vaccinatevi. Poi ovviamente continueremo a immunizzare anche l’ultimo dei fragili. Ma quando gli scienziati ci diranno che l’incidenza della malattia non è rilevante per le diverse fasce d’età, vorrei che si dicesse: chi ha più di 30 anni si presenta e si vaccina. Poi decideremo le modalità con le Regioni, anche per evitare le resse che abbiamo visto”.

ESTATE E GIOVANI – Per l’estate invece il commissario spiega che il piano è quello di “utilizzare strutture presso centri montani o estivi, che potrebbero dare un appeal a quel tipo di utenti. Tutti siamo stati giovani, e sappiamo che i giovani a volte si sentono onnipotenti e pensano: ‘Tanto non lo prendo’. Ma così possono colpire congiunti più anziani. Saremo proattivi, vedremo come strutturare questo piano, ma lo faremo”, spiega il commissario, che per i più piccoli aggiunge: “Stiamo seguendo quello che accade nel mondo scientifico e quello che fanno gli altri Paesi. Può diventare un modello. Io sono stato ragazzo negli anni Settanta, quando ci vaccinavano pure nelle scuole: stiamo iniziando a pensare anche a idee di questo tipo”.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.