La replica all'intervista
Finanziamento ai partiti: l’appello di Craxi rimasto inascoltato. E la politica si è appiattita sui pm
Riflessione sull’intervista a Luciano Violante: l’ex presidente del consiglio invitò tutti a dare conto delle corresponsabilità
Caro direttore,
la mia lettura dei rapporti fra la politica e la magistratura ha un taglio diverso da quello di Luciano Violante con il quale ho elementi di convergenza e ragioni di divergenza, specie nell’analisi. Condivido però il fatto che il garantismo in tutti i suoi aspetti è l’unico sbocco positivo di una tormentata vicenda storico-politica caratterizzata invece da un uso politico della giustizia realizzato in forme molteplici.
Ciò detto, a mio avviso “la politica si è sdraiata sul lettino dei pm” per ragioni politiche di notevole spessore. Dal 1945 al 1989 il sistema politico italiano si è fondato su una contrapposizione derivante anche dalla divisione del mondo in due blocchi. Il finanziamento irregolare dei partiti è derivato da qui e ha avuto aspetti internazionali e nazionali. Magistrati e giornalisti conoscevano bene l’esistenza di queste opposte forme di finanziamento irregolare anche perché don Luigi Sturzo ed Ernesto Rossi ne denunciarono l’esistenza in articoli e libri. Tutto ciò è andato avanti senza conseguenze giudiziarie fino al 1989, quando è crollato il comunismo in Urss e nell’Est europeo e il Pci è stato costretto a cambiare nome. A quel punto Cossiga è stato l’unico a capire che il crollo del comunismo avrebbe avuto conseguenze non solo per il Pci, ma anche per la Dc, il Psi e i partiti laici. A quel punto, infatti, i poteri forti (i grandi gruppi finanziari-editoriali e alcune banche) hanno ritenuto che i partiti andavano ridimensionati o addirittura eliminati. L’antipolitica deriva da lì. L’irregolarità nel finanziamento dei partiti, considerata anche veicolo di corruzione, è stato il grimaldello per distruggere i partiti o per ridurli ai minimi termini sul terreno del prestigio e del consenso.
A quel punto, per affrontare la questione in termini equi ed equilibrati, sarebbero dovute intervenire due operazioni, una istituzionale-legislativa comunicativa, l’altra politica. La prima avrebbe dovuto consistere in una grande confessione collettiva, in una amnistia, nell’attuazione dell’articolo 49 della Costituzione, in un nuovo finanziamento pubblico molto più elevato e molto più controllato. L’operazione politica avrebbe dovuto consistere nella formazione di un grande partito socialdemocratico e riformista in alternanza a uno schieramento moderato-conservatore guidato dalla Dc. Non è avvenuto nulla di tutto questo, anzi per molti aspetti si è verificato l’opposto. Il Pds nella sua versione post berlingueriana, del tutto antisocialista, ha ritenuto di offrirsi ai poteri forti come soggetto politico che, d’intesa con il circo mediatico-giudiziario, liquidava il centrodestra della Dc, il Psi e i partiti laici e in parallelo contribuiva alla liquidazione di larga parte del sistema delle partecipazioni statali. Ciò è avvenuto con una forzatura giudiziaria e mediatica perché il sistema di Tangentopoli comprendeva sia tutti i partiti sia tutti i gruppi economici privati e pubblici. Invece Mani pulite rase al suolo la Dc, il Psi e i partiti laici e salvò ristretti gruppi dirigenti sia della Dc sia della sinistra democristiana.
Il Craxi evocato da Violante nel suo discorso alla Camera del 2 luglio 1992 proprio nella prospettiva della confessione collettiva invitò tutti a dare conto delle rispettive corresponsabilità nel finanziamento pubblico dei partiti. Quell’appello non fu affatto raccolto ma il conseguente vulnus ebbe come conseguenza prima la discesa in campo di Berlusconi poi l’aggregazione di molteplici forme di sovranismo, populismo, giustizialismo. È così avvenuto che il Pds è riuscito a liberarsi, per via mediatico-giudiziaria, del Psi, ma oggi si trova in minoranza rispetto al centrodestra guidato da Giorgia Meloni. E a ricercare col piattino in mano l’alleanza con il partito ultra-giustizialista e ultra-populista quale è il Movimento 5 Stelle. Di conseguenza questo appiattimento della politica sui pubblici ministeri ha ragioni profonde e ha prodotto una deformazione e una involuzione nel sistema politico italiano. Non sappiamo se malgrado tutto quello che finora è accaduto il peggio deve ancora venire. Anche perché il quadro internazionale presenta aspetti del tutto dirompenti.
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