Giustizialisti alla riscossa. Da Giuseppe Conte a Nicola Fratoianni, i paladini delle sentenze mediatiche provano a cavalcare le inchieste giudiziarie in vista delle prossime elezioni di giugno. A Bari il leader del Movimento 5 Stelle, dopo aver fatto saltare le primarie del centrosinistra nei giorni scorsi, annuncia l’uscita dei consiglieri pentastellati dalla giunta di Michele Emiliano, governatore della Puglia. Sinistra Italiana, dal canto suo, resta tra i banchi della maggioranza ma invita, se così si può dire, il presidente della Regione ad azzerare la Giunta, dando così un segno di discontinuità.

E la prima, come ampiamente ipotizzabile, è stata far uscire Rosa Barone (assessora al welfare) dalla giunta regionale del governatore Michele Emiliano, insieme alla rinuncia alla delega alla cultura della consigliera Grazia di Bari e al ruolo di vicepresidente del Consiglio regionale di Cristian Casili.

“Stiamo leggendo pagine di cronaca giudiziaria tra corruzione e inchiesta, arresto e voti di scambio per poche decine di euro. La politica dei favori che il Movimento 5 Stelle ha sempre combattuto. Noi non combattiamo solo Meloni e soci. Non facciamo sconti alle forze del nostro campo politico”, ha sentenziato Conte che dà giorni ha lanciato l’avvocato Michele Laforgia alle amministrative per il comune di Bari. “Non ci sono due pesi e due misure. Avvertiamo la responsabilità politica del momento. Il M5S conserva l’aspirazione a non farsi cambiare dalla politica”, aggiunge Conte dalla sala stampa del consiglio regionale pugliese a Bari. “Serve una scossa. È il momento di fare tabula rasa. Dobbiamo estirpare l’erbaccia della cattiva politica”.

Via dalla maggioranza la vicepresidente del Consiglio regionale, Cristian Casili, la consigliera delegata alla Cultura Grazia Di Bari e dalla carica di assessore al Welfare Rosa Barone, presenti oggi in conferenza stampa insieme con il capogruppo Marco Galante.

Conte, da onestà al patto di legalità con tanto di assessorato 

Prova ad essere un tantino garantista, trattandosi appena di indagini preliminari, ma poi non riesce e lancia l’ennesimo affondo: “Siamo per tutte le garanzie costituzionali ma è evidente che il materiale acquisito dalle cronache ci conferma che ormai si stia estendendo una zona grigia, l’area della cattiva politica. Per questo rinunciamo in Puglia ai ruoli di governo e lasciamo tutte le deleghe: una decisione presa dopo un confronto tra tutti noi”.

Da onestà al “patto di legalità“, ecco la nuova linea di un partito che nel corso di un decennio ha cambiato più volte bandiera. “Oggi diamo un contributo alla Puglia e al Paese. Non gridiamo solo ‘onestà’, abbiamo elaborato un patto di legalità, un protocollo molto articolato in modo tale che la pubblica amministrazione possa dispiegare la sua attività nel segno dei principi costituzionali, non chiediamo altro. Noi lo offriremo alle forze politiche, al presidente Michele Emiliano e ci predisponiamo di realizzare questo contesto normativo per dare una svolta dalla Puglia a tutto il Paese”.

Tra le proposte dell’ex premier, l’istituzione di un assessorato alla legalità e di un organo ispettivo per la legalità funzionalmente dipendente dal nuovo assessorato che agirà in coordinamento con il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza.  Il protocollo, è scritto in premessa, è “vincolante per il rafforzamento dei presidi di legalità, trasparenza e correttezza amministrativa e di farne un elemento qualificante dell’azione politica di tutte le forze politiche e civili”. “Non possiamo permettere che persone che hanno adottato condotte illecite o comunque idonee a gettare discredito sulle istituzioni si presentino alle elezioni, né possiamo permettere che l’attività amministrativa non sia conformata ai principi sopra richiamati. L’obiettivo prioritario – è detto ancora – è quello di promuovere pratiche virtuose che consentano il recupero della fiducia nella politica dei cittadini e la più ampia partecipazione democratica, nonché forme di controllo e vigilanza sul concreto operato degli organi di governo e degli amministratori della cosa pubblica”.

La replica di Emiliano: “Regione mai toccata da indagini”

“Tutte le diverse indagini in questo momento in corso da parte della Procura di Bari non hanno mai riguardato l’attività istituzionale della giunta in carica, ed anche nell’ipotesi ultima si sottolinea che è stato un dirigente regionale a dare inizio alle indagini attraverso una sua denuncia. Ciò dimostra una capacità degli uomini e delle donne della Regione Puglia di comprendere e reagire ad ogni tentativo di commettere atti illegali”. E’ quanto afferma invece Michele Emiliano aggiungendo che “al fine di rafforzare la capacità di vigilanza e di denuncia da parte di chiunque abbia notizie di attività illegali compiute a qualunque titolo collegate alle attività istituzionali della Regione Puglia è attivo un sistema anticorruzione conforme alle leggi nazionali che ha consentito anche in passato di scoprire, ad iniziativa della Regione Puglia, gravi reati, come le truffe in agricoltura commesse da diversi professionisti, dando modo all’Autorità giudiziaria di condannare diversi soggetti ritenuti responsabili e di ottenere i relativi risarcimenti”.

L’incontro Conte-Emiliano

Dopo la conferenza show, Conte ha incontrato Emiliano nella presidenza della regione Puglia. Un faccia a faccia, definito “disteso e cordiale”, durato poco più di mezz’ora nel corso del quale l’ex premier ha presentato il patto della legalità e la buona amministrazione, come annunciato in conferenza stampa. “Un incontro sicuramente molto positivo e ne esco più sereno e secondo me con buoni suggerimenti”, ha commentato brevemente Emiliano lasciando il palazzo della Presidenza subito dopo.

 

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