La prova di forza della premier
Foti ministro, niente rimpasti e spacchettamenti: smentire retroscena e ricostruzioni il passatempo preferito di Meloni
Storica figura della destra italiana, piacentino, ora è il nuovo ministro per gli Aff ari europei e il Pnrr Giorgia premia il suo fedelissimo, mentre la carica di capogruppo di FdI alla Camera va a Bignami
La successione a Raffaele Fitto, trasferitosi a Bruxelles, si preannunciava come un test della maggioranza sui propri rapporti interni e sulla capacità di Giorgia Meloni di affermare al di là di ogni dubbio la propria leadership sulla coalizione. Meloni non ha perso tempo, salutato Fitto, fedelissimo e cruciale ministro per la Presidente del Consiglio, ha indicato questa mattina Tommaso Foti, Capogruppo alla Camera dei Deputati di Fratelli d’Italia e uomo con una solida e robusta militanza nella destra.
Nato a Piacenza, classe 1960, una vita nella destra italiana, dal Movimento Sociale Italiano a Fratelli d’Italia, passando per Alleanza Nazionale, la svolta di Fiuggi e il Popolo della Libertà. Con un sol colpo Meloni ha annullato miriadi di ipotesi e di analisi che per l’intero fine settimana hanno riempito le pagine dei quotidiani e i servizi dei talk show. Tanti, non tantissimi, i nomi che sono circolati nell’ultimo giorno della settimana parlamentare, prima che il fine settimana lasciasse aumentare l’attesa e soprattutto la suspense.
Si è parlato persino di un rimpasto generale dell’esecutivo, sempre smentito da Palazzo Chigi, oppure di un chirurgico intervento atto a separare e redistribuire le deleghe di Fitto. Uno spacchettare le deleghe che sembrava quasi indirizzato a riequilibrare alcuni rapporti tra i partiti che compongono la maggioranza, così da smorzare possibili future richieste. Niente di tutto questo è stato confermato, al contrario Giorgia Meloni ha voluto ribadire che “en mi casa mando yo”. Fitto era di Fratelli d’Italia e il successore non poteva che essere un meloniano di ferro. Foti per la Premier è stato sin da subito il profilo giusto, politico d’esperienza, preparato e soprattutto leale.
La lealtà è tutto in casa Fratelli d’Italia, a maggior ragione quando gli ostacoli sono tanti e le battaglie dure non mancheranno. La nomina di Foti non scontenta nessuno e non tocca l’equilibrio generale del governo; certo i delusi ci saranno sempre, agognare una poltrona ambita è umano, e la politica è fatta da uomini. Ma nulla di più. Al neo Ministro andranno tutte le deleghe di Fitto, e una struttura rodata e costruita dall’attuale Vicepresidente esecutivo della Commissione europea. L’ingresso di Foti nel governo ha liberato per qualche ora la carica di Presidente dei Deputati di Fratelli d’Italia, carica che è stata assegnata a Galeazzo Bignami, l’attuale Viceministro ai Trasporti, che dovrà ora lasciare il Ministero e rientrare a tempo pieno a Montecitorio. Un ruolo chiave quello di Bignami che premia la sua fermezza e le sue battaglie a viso aperto contro le opposizioni e i toni accesi senza alcuna remora contro le sinistre in quella rossa Emilia – Romagna di cui tanto Foti, quanto Bignami, sono figli.
Anche questa volta Giorgia Meloni ha colpito nel segno, rapidità ed efficacia sembrano essere il marchio di fabbrica della sua leadership da Palazzo Chigi, così come smentire retroscena e ricostruzioni il suo passatempo preferito. La Premier sa che deve tirare diritto, senza farsi coinvolgere in faide interne alle coalizioni o ai partiti che le compongono, forte di quel mandato popolare che le ha – al di là dei dettami costituzionali- affidato la guida del governo. Un consenso ribadito e aumentato nelle ultime elezioni europee. Giorgia Meloni è il primo Premier da Silvio Berlusconi a poter essere artefice del proprio destino politico, non dovendo contrariamente ai suoi predecessori sottostare ai diktat delle forze politiche e potendo contare su una maggioranza che eccetto qualche sfumatura ha la medesima visione del paese e delle priorità.
Meloni sa che la sua forza deriva dal popolo, non dalle alchimie parlamentari e può dunque imporsi con la serenità di chi sa di avere le spalle politicamente robuste. Le stesse increspature che potrebbero sorgere saranno affrontate di volta in volta, così come il caso Santanché più volte citato nelle possibili dinamiche del dopo Fitto. E anche su questo punto Giorgia Meloni ha saputo smentire le attese e soprattutto le ipotesi, facendo sorgere spontaneo il dubbio sulla lungimiranza di chi cerca di prevederne – senza successo – le mosse e che ad oggi sembra seguire uno schema diverso da quello della Meloni, che puntualmente fa l’opposto.
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