Scendono a “soli” 78 i fermi nella notte, in Francia. Il Paese, scosso da giorni da proteste nelle periferie delle città, ad opera perlopiù di giovanissimi, da quando un 17enne, Nahel, è stato ucciso da un agente di polizia durante un controllo stradale a Nanterre, ha trascorso la più calma delle ultime sei notti.

Ieri sera, il ministro dell’Interno, Gerald Darmanin, aveva annunciato la mobilitazione per il terzo giorno consecutivo di 45 mila agenti, tra polizia e gendarmeria, con una previsione di ben 7mila agenti solo per Parigi. Non solo: dal vertice all’Eliseo, durante il quale il Presidente Emmanuel Macron ha fatto il punto sulla situazione con i suoi ministri, era venuto fuori l’ordine di utilizzare i droni.

Nonostante si temessero nuovi, ingenti, disordini, gli avvenimenti dellla domenica – quando si è registrato un attentato incendiario alla casa del sindaco di Hay-les-Roses e, nel contempo, la nonna del giovane Nahel ha fatto in tv il suo appello per lo stop delle proteste e la fiducia nella giustizia – potrebbero aver provocato effettivamente un passo indietro da parte dei “casseur”.

Dunque, solo pochi fermi nella notte, rispetto agli alti numeri delle precedenti e la nota diffusa dal Ministero dell’Interno in cui si legge che non c’è stato alcun incidente di rilievo. A Parigi e nei quartieri, solo 20 persone erano state arrestate all’1:00 del mattino.

Frattanto, arriva la notizia che il Presidente Macron incontrerà i sindaci delle città devastate dai disordini. Il presidente francese  – secondo una nota diramata oggi dall’Eliseo – riceverà oggi i presidenti dell’Assemblea nazionale Yael Braun-Pivet e del Senato Gérard Larcher, mentre domani incontrerà i sindaci di ”più di 220 comuni colpiti dai disordini’‘.

“Il presidente ha anche chiesto al primo ministro Elisabeth Borne di ricevere oggi i presidenti dei gruppi politici in Parlamento”, ha aggiunto la stessa fonte governativa. Le Figaro scrive che durante questo incontro sono state fissate tre priorità. Prima il ritorno all’ordine, poi il sostegno del governo a poliziotti, gendarmi, vigili del fuoco, magistrati e funzionari eletti. Infine, la mobilitazione delle forze politiche del Paese.

Redazione

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