Eni e Gazprom hanno comunicato in una nota che i flussi di gas dalla Russia all’Italia, interrotti lo scorso primo ottobre, sono ripresi sulla base di un accordo. “La ripresa delle forniture è stata resa possibile dalla risoluzione da parte di Eni e delle parti coinvolte dei vincoli che derivano dalla nuova normativa introdotta dalle autorità di regolamentazione austriache”, si legge nella nota della società italiana. Le forniture dalla Russia si sono ridotte dopo l’invasione dell’Ucraina e le sanzioni occidentali a Mosca ma sono comunque fondamentali per passare l’inverno in sicurezza, come aveva spiegato anche l’amministratore delegato dell’Eni Claudio Descalzi.

Le forniture erano state interrotte per “la dichiarata impossibilità di trasportare il gas attraverso l’Austria” motivata da Gazprom. “Gli ostacoli al dispacciamento del gas in Austria sono stati risolti ed Eni ha ricevuto parziale conferma alle proprie nomine per il gas day 05/10 da Gazprom Export”, si legge sulla piattaforma delle informazioni del Gestore Mercati Energetici (Gme). La società russa e gli acquirenti italiani hanno trovato un accordo sulle forniture e il trasporto del gas russo attraverso il territorio austriaco è ripreso, come ha confermato anche il produttore russo in un comunicato.

“Gazprom e gli acquirenti italiani sono riusciti a trovare un accordo sul formato di cooperazione tra i cambiamenti normativi in Austria alla fine di settembre. L’operatore austriaco ha comunicato la sua disponibilità a confermare le nomine di trasporto di Gazprom Export, il che rende possibile la ripresa delle forniture di gas russo attraverso il territorio austriaco”. Riprendono dunque i flussi in entrata al Tarvisio, al confine tra Friuli e Austria, del metano siberiano che attualmente rappresenta il 10 per cento dell’import italiano mentre fino al 2021 rappresentava il 40 per cento.

“Il problema — aveva spiegato a Il Corriere della Sera lo scorso 3 ottobre il ceo di Eni Descalzi — non è di ordine geopolitico ma è dovuto al fatto che per il gas portato si dovrebbe dare una garanzia in funzione del passaggio di questo gas al trasportatore che porta il gas dall’Austria all’Italia. Diventa difficile pensare che una società che vuole pagare in rubli possa mettere delle garanzie in euro per il passaggio. Noi stiamo vedendo come e se è possibile subentrare o al trasportatore o a Gazprom. Si parla di 20 milioni di euro di garanzie su miliardi di euro che passano quindi adesso vediamo se riusciamo a subentrare e facciamo questo sforzo”.

La Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen nel dibattito alla plenaria a Strasburgo sulla guerra in Ucraina ha sottolineato come “negli ultimi sette mesi, insieme ai nostri Stati membri, abbiamo già compiuto passi importanti. Abbiamo diminuito il nostro consumo di gas di circa il 10%. Le forniture di gas russo sono diminuite dal 41% fino ad arrivare al 7,5% del gas dei gasdotti” e “abbiamo compensato questa riduzione con un aumento delle importazioni di gas naturale liquefatto e di gasdotti, soprattutto da fornitori affidabili come gli Stati Uniti e la Norvegia”.

I prezzi elevati del gas stanno guidando i prezzi dell’elettricità. Dobbiamo limitare questo impatto inflazionistico del gas sull’elettricità, ovunque in Europa – aveva aggiunto la presidente della Commissione europea – per questo siamo pronti a discutere di un tetto massimo al prezzo del gas utilizzato per generare elettricità. Questo tetto rappresenterebbe anche un primo passo verso una riforma strutturale del mercato elettrico“.

Il ministro per la Transizione Energetica Roberto Cingolani ha dichiarato che l’Italia ha superato il 90% degli stoccaggi per l’inverno e che le nuove forniture dall’Algeria sono triplicate. Il ministro spinge per misure di contenimento sui prezzi del metano a livello europeo per far abbassare le bollette di luce e gas. La proposta italiana è quella genericamente indicata come price cap, che potrebbe essere portata già venerdì prossimo al Consiglio Europeo, e quella di una nuova borsa del gas oltre il TTF di Amsterdam che dovrebbe avere una “forchetta” massima di variazione del prezzo del gas fissata sulla base delle quotazioni delle maggiori borse mondiali dell’energia: l’Henry Hub statunitense e il Jkm dell’Estremo oriente per il metano, la Borsa del Brent londinese per il petrolio. Piazze molto più grandi del Ttf di Amsterdam (che movimenta gas per appena 1-2 miliardi di euro al giorno), quindi molto meno sensibili a paure e speculazione.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.