Ma che fine ha fatto la pratica disciplinare, se è stata poi aperta, nei confronti dei pm Aldo Natalini e Nicola Marini? I nomi dei due magistrati vennero fatti da Matteo Bonaccorsi, l’ex escort di Varese, ora assistente dell’europarlamentare della Lega Alessandro Panza. Bonaccorsi dichiarò di averli visti in alcuni festini omosex che si sarebbero tenuti in una villa nei dintorni di Siena. Natalini e Marini, insieme al collega Antonino Nastasi, quest’ultimo ora alla Procura di Firenze e titolare del fascicolo sulla Fondazione Open di Matteo Renzi, erano stati fra i primi ad entrare nell’ufficio di Davide Rossi, l’ex capo della comunicazione di banca Monte Paschi, deceduto cadendo nel vuoto dalla finestra del suo ufficio la sera del 6 marzo 2013.

Lo scorso gennaio il gip di Genova Maria Franca Borzone aveva deciso di trasmettere, tramite il procuratore generale del capoluogo ligure, gli atti dell’indagine al pg della Cassazione Giovanni Salvi. Notare che si tratta dello stesso gip che aveva archiviato il fascicolo “a prescindere da potenziali censure disciplinari, ravvisabili ove nei fatti esposti venga rilevato un pregiudizio per il prestigio della magistratura”. A Genova era stato iscritto un procedimento per abuso d’ufficio nei confronti dei pm che avevano svolto le indagini sulla morte di Rossi .Gli inquirenti liguri avevano sottolineato che tali indagini, pur “caratterizzate da carenze investigative”, non presentavano però gli elementi costitutivi dell’ipotizzato reato di abuso d’ufficio. Ad esempio il dolo finalizzato ad ostacolare la verità per conseguire un ingiusto vantaggio. La confisca e la distruzione dei “fazzoletti di carta imbrattati di presunta sostanza ematica” sequestrati nell’ufficio di Rossi, oggetto di polemiche a non finire, sarebbe invece rientrata nella piena discrezionalità del magistrato. Ma veniamo ai conflitti d’interessi e quindi all’intreccio tra i potenziali sviluppi dell’indagine e la posizione degli stessi magistrati.

“Quand’anche i due magistrati avessero partecipato ad alcuni dei festini, per ciò solo non potrebbe parlarsi di conflitto concreto d’interessi”, scrive il giudice. Durante lo svolgimento delle prime indagini, poi, “non vi erano state le rivelazioni di Bonaccorsi”. Natalini era stato poi indagato per il reato di violazione del segreto d’ufficio per avere rivelato circostanze dell’indagine su Mps ad un suo amico avvocato che era intercettato. Il procedimento era stato archiviato e Natalini trasferito in Cassazione. Lo stesso dicasi per lo sfruttamento della prostituzione. Anche in questo caso il gip non ha rinvenuto elementi da cui si possa desumere che i due magistrati siano stati fra gli organizzatori dei festini o i procacciatori degli escort. La deposizione di Bonaccorsi ha comunque avuto un “primo vaglio positivo di attendibilità” ai fini della responsabilità disciplinare. Si tratta di circostanze che hanno una “parvenza di realtà e vanno circoscritte e ulteriormente vagliate”. In attesa di conoscere, allora, le determinazioni di Salvi, dopo la deposizione del colonnello Pasquale Aglieco, l’ex comandante provinciale di Siena e altro partecipante, secondo Bonaccorsi, ai festini, il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di David Rossi, Pierantonio Zanettin, è intenzionato a trasmettere nuovamente gli atti a Genova per valutare le condotte tenute dai tre pm.

“Quando siamo entrati l’ufficio era in ordine”, aveva detto Aglieco, ed il pm Nastasi “si è posizionato sulla sedia di Rossi e ha iniziato a toccare il pc per vedere se era acceso, poi con una penna ha rovistato nel cestino dei rifiuti, prima di rovesciarlo tutto sulla scrivania, dove erano stati sposati gli oggetti presenti, per controllarne il contenuto”. Nel cestino vi erano i fazzoletti macchiati di sangue e alcuni biglietti, aggiunse Aglieco. Il pm Natalini rispose anche ad una telefonata della parlamentare Daniela Santanchè, arrivata sul cellulare dell’allora manager della comunicazione della Banca Monte dei Paschi di Siena. E rispose anche al giornalista Tommaso Strambi. Dai tabulati era emerso che la telefonata con Santanchè durò 38 secondi. I rifiuti finiti sulla scrivania verranno poi rimessi all’interno del cestino. “Sono sconvolto”, il commento di Matteo Renzi al racconto di Aglieco.