Giorgia Meloni querela il filologo Luciano Canfora. Lo ha annunciato la stessa leader di Fratelli d’Italia in un post pubblicato su Facebook dove ha postato un video di Canfora che parla al liceo scientifico Enrico Fermi di Bari. “Tutta un’altra storia. Un approccio multidisciplinare al conflitto russo-ucraino”, il titolo dell’appuntamento. Canfora si esprimeva nell’occasione sul governo e sulla guerra in Ucraina, e sulla leader politica, all’opposizione in parlamento, cresciuta esponenzialmente negli ultimi anni negli indici di gradimento. “Non vedo nello schieramento politico del nostro Paese forze capaci di dire voglio capire — ha detto Canfora dal palco — Anche la terribilissima e sempre insultata leader di Fratelli d’Italia, trattata di solito come una mentecatta, pericolosissima, siccome essendo neonazista nell’animo si è subito schierata con i neonazisti ucraini è diventata una statista molto importante ed è tutta contenta di questo ruolo. Non fa parte della maggioranza di governo attuale ma è una pedina esterna molto comoda per dimostrare che il Paese è unito”.
Meloni ha subito risposto su Facebook. “Ascoltate il filologo Luciano Canfora che, in un istituto scolastico di Bari, mi definisce ‘neonazista nell’animo’. Parole inaccettabili, ancora una volta pronunciate da una persona che si dovrebbe occupare di cultura e formazione e che invece finisce a fare becera propaganda a dei giovani studenti. La querela non gliela toglie nessuno …”.
Fratelli d’Italia è stato negli ultimi mesi anche al centro di inchieste giornalistiche che avevano denunciato presunti legami della formazione di destra con fazioni di estrema destra, neonaziste e neofasciste. E già in quel caso Meloni aveva replicato. “Nel dna di Fratelli d’Italia non ci sono nostalgie fasciste, razziste, antisemite. Non c’è posto per nulla di tutto questo. Nel nostro dna c’è il rifiuto per ogni regime, passato, presente e futuro. E non c’è niente nella mia vita, come nella storia della destra che rappresento, di cui mi debba vergognare o per cui debba chiedere scusa. Tantomeno a chi i conti con il proprio passato, a differenza di noi, non li ha mai fatti e non ha la dignità per darmi lezioni”, aveva commentato a Il Corriere della Sera.
Non è la prima volta che le dichiarazioni di Canfora fanno discutere. Il suo riferimento era a precise formazioni ucraine. Alcune attive in Donbass, a combattere contro i russi e dal 2014 contro i separatisti filo-russi che hanno auto-proclamato due repubbliche indipendenti. Quelli che celebrano per esempio Steban Bandera, come il Battaglione Azov. Non a caso il presidente russo Vladimir Putin nel lanciare la sua invasione in Ucraina aveva parlato di dover “denazificare” il Paese – anche se il governo non è neonazista e il presidente Volodymyr Zelensky è ebreo.
A questo giornale, sulla guerra in Ucraina, Canfora aveva argomentato. “È inutile cercare di inchiodare sull’ideologia i buoni e i cattivi, le democrazie e i regimi autocratici … Ciò che sfugge è che il vero conflitto è tra la Russia e la Nato. Per interposta Ucraina. Che si è resa pedina di un gioco più grande. Un gioco che non è iniziato avanti ieri ma è cominciato almeno dal 2014, dopo il colpo di Stato a Kiev che cacciò Yanukovich. È una guerra tra potenze. Quando i vari giornaletti e giornalistucoli dicono ecco gli ex comunisti che si schierano…Una delle solite idiozie della nostra stampa. Io rivendico il diritto di dire che le potenze in lotta sono entrambe lontane dalla mia posizione e dalle mie scelte, perché le potenze in lotta fanno ciascuna il loro mestiere. E né gli uni né gli altri sono apprezzabili. Nascondere le responsabilità degli uni a favore degli altri è un gesto, per essere un po’ generosi, perlomeno anti-scientifico”.
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