La recensione omofoba, la replica della pizzeria “Le Vignole” (che da quasi 4 anni promuove la pizza sospesa per persone povere e disabili), la gogna social alimentata da influencer, spesso spietati, e addetti ai lavori sulla veridicità della recensione, l’epilogo, drammatico, dopo pochi giorni. La Procura di Lodi ha aperto un’inchiesta, per ora senza ipotesi di reato, dopo la morte di Giovanna Pedretti, 59 anni, la ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano trovata morta domenica 14 gennaio. Il corpo della donna è stato trovato nel fiume Lambro, vicino a un ponte di Sant’Angelo Lodigiano. Gli inquirenti sospettano che si possa essere tolta la vita dopo che le polemiche sulla recensione relativa alla sua pizzeria che potrebbe essere stata falsificata dagli stessi titolari.

Pedretti uscita di casa alle 4 del mattino, trovata morta nel fiume

Pedretti è uscita di casa alle 4 del mattino e dopo alcune ore il marito, preoccupato, ne ha denunciato la scomparsa ai carabinieri. Il ritrovamento è avvenuto nel primo pomeriggio e sul posto sono intervenuti il pm di turno, i Vigili del fuoco e i carabinieri con la sezione Rilievi. Sono stati gli stessi militari dell’Arma a ritrovare prima la sua automobile, una Panda beige, e poi il cadavere. La donna ha lasciato il marito e una figlia. Contestualmente, è stata disposta l’autopsia sul cadavere della donna.

La gogna social e il ‘vittimismo’ di Selvaggia Lucarelli: “Non si riesce a raccontare la verità”

Immediata la replica sui social di Selvaggia Lucarelli alle accuse di gogna: “La gogna di cui qualcuno sta parlando, è stata: un servizio di un tg, un post sui social, una storia su Instagram. La signora non è stata ”sommersa” da insulti, ma non si riesce mai a raccontare la verità” lamenta su Twitter l’influencer che neanche davanti a una tragedia del genere evita il vittimismo. Nei giorni scorsi aveva rilanciato i sospetti circa l’autenticità della recensione. Da giudice supremo, panni che spesso vestono tutti gli influencer, Lucarelli respinge le accuse di avere montato una ‘gogna’ contro la ristoratrice e ricorda come “in questa triste vicenda ci siano tre protagonisti: a) una persona che purtroppo ha pensato di inventare una storia sfruttando gay e disabili per finire sui giornali. b) i giornali che non hanno verificato la veridicità di uno screen così falso da essere pure ingenuo e hanno spammato su tutte le home la signora con lodi e interviste, dandole una popolarità enorme e spropositata in poche ore. c) una persona che per amor di verità fa un asciutto debunking e spiega che la storia è falsa”. “Trovo interessante che purtroppo la persona (di cui non sappiamo nulla) si suicidi e qualcuno ritenga responsabile la c)”.

Lucarelli, il compagno chef Biagiarelli: “Dovremmo chiudere tutto”

La Lucarelli, senza però dirlo esplicitamente, nel post difende il compagno chef, Lorenzo Biagiarelli, che era stato tra i primi a definire falsa la recensione omofoba sulla pagina della pizzeria. Biagiarelli aveva notato alcune incongruenze nello screenshot pubblicato dalla ristoratrice e le aveva denunciate. “Mi dispiace che pensiate che la ricerca della verità possa avere queste conseguenze”, ha scritto lo chef su Instagram, lamentando di aver subito duri attacchi sui social. “Se ogni persona che tenta di ristabilire la verità in una storia, grande o piccola che sia, dovesse tenere questo epilogo, a quel punto dovremmo chiudere tutto, giornali e social”.

Lo chef, compagno della Lucarelli, aveva scritto così in merito al post della recensione: “Sembra falso – si legge- Il font della recensione, come quello della risposta, è diverso da quello usato da Google”. E ancora, “Guardate la forma della ‘a’ di proprietario e quella di apprezziamo. Sono diversi pure l’interlinea e la spaziatura, le scritte di Google (‘risposta del proprietario’, ‘6 recensioni’, gli stessi loghi) sono sgranati mentre il corpo del testo e’ perfettamente a fuoco”. Infine, lo chef aveva anche notato alcune parole che “straripavano” rispetto alla “linea immaginaria tracciata dai tre puntini in alto”.

 

 

Redazione

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