Durante una lunga e tesa riunione del Consiglio per la pace e la sicurezza dell’Unione Africana (UA), è stato deciso di respingere l’opzione dell’uso della forza contro la giunta militare che ha preso il potere in Niger.

La scelta è stata riportata da diverse fonti diplomatiche che hanno partecipato al vertice tenutosi lunedì scorso durante il quale è stata anche adottata la sospensione temporanea del Niger da tutte le attività dell’UA. A breve la posizione verrà ufficializzata tramite un comunicato stampa. Tale decisione si pone in contrasto con quella assunta dalla Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (ECOWAS) la settimana precedente. Nonostante l’ECOWAS favorisca il dialogo infatti, ha ordinato l’attivazione immediata della sua forza di riserva, con l’intenzione di dispiegare una “stand-by force” per ripristinare l’ordine costituzionale in Niger, pur enfatizzando la priorità di una soluzione pacifica alla crisi innescata dal colpo di Stato avvenuto il 26 luglio.

Secondo quanto riportato da fonti di Le Monde, un diplomatico dell’Unione Africana ha dichiarato che “Pur rimarcando l’impegno per la tolleranza zero nei confronti dei cambiamenti di governo incostituzionali, è stato scelto di non sostenere un’azione militare, perché questa potrebbe portare a un’escalation di violenza e causare ulteriori danni rispetto a quelli già presenti.”

L‘instabilità politica nel Niger è iniziata il 26 luglio quando il presidente Mohamed Bazoum è stato deposto attraverso un colpo di Stato eseguito dalla guardia presidenziale. In risposta, l’ECOWAS ha emesso sanzioni e ha presentato un ultimatum alla giunta militare al potere: dimettersi entro una settimana o affrontare un possibile intervento militare. La scadenza dell’ultimatum è passata il 6 agosto senza che la situazione politica sia cambiata significativamente. In un vertice dell’ECOWAS tenutosi ad Abuja il 10 agosto, i leader dei paesi dell’Africa occidentale hanno deciso di attivare una “stand-by force” per ripristinare l’ordine.

Redazione

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