Il Green Pass, ad oggi scaricato da più di 13,7 milioni di persone, dovrà probabilmente essere rimodulato a causa della temuta variante Delta, dal 40 e il 60% più alta di quella Alfa, a sua volta più contagiosa del 50% rispetto al ceppo originario di Wuhan.

A smorzare gli entusiasmi è infatti il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. “È verosimile che la variante Delta ci vedrà costretti a rimodulare il Green pass – spiega il sottosegretario grillino -, rilasciandolo dopo la seconda dose di vaccino: ma è presto per dirlo, aspettiamo ancora i dati di una o due settimane”.

Parole che però non vogliono disconoscere quanto fatto fino ad oggi col Green Pass, Sileri infatti conferma il suo rilascio dopo la prima dose “è stato un errore, allora i dati ci dicevano questo.  Al momento una modifica non serve ma va messa in cantiere: da medico e non da politico, dico che probabilmente si arriverà ad una rimodulazione”.

“Aspetterei 14 giorni per l’analisi dei dati che arrivano del Regno Unito e per il controllo della prevalenza della variante Delta in Italia, attualmente vicina al 20%. Aspettiamo di capire di quanto sale in una settimana. E poi una riflessione su questo la farei”, ha spiegato Sileri intervenendo a su Radio 24 a ’24Mattino’.

Il ministro della Salute era invece impegnato questa mattina in un ‘tour’ nei centri vaccinali tra Prato e Firenze, dove ha ribadito la road map da seguire: “Sull’immunità di gregge c’è un dibattito non semplice noi abbiamo invece un obiettivo molto netto e chiaro e ci sono le condizioni per portarlo a termine: arrivare a settembre con una dose somministrata a chiunque l’abbia richiesta”. E a proposito di vaccini, oggi secondo il ministro “l’Italia con tutta probabilità supererà le 50 milioni di dosi somministrate”.

Quanto alla rimodulazione del Green Pass, Speranza si è limitato a spiegare che “altre valutazioni verranno fatte passo dopo passo” ma che “questo meccanismo che abbiamo costruito anche a livello europeo sta funzionando”.

LE CRITICHE A SPERANZA – Proprio Speranza, assiema al commissario all’emergenza Covid, è stato ‘cannoneggiato’ questa mattina dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.

Alla luce dei dati che segnano un rallentamento nelle vaccinazioni, De Luca ha denunciato che “mancano soprattutto i cittadini nella fascia 50-59 anni e quello che non ha funzionato è una comunicazione nazionale demenziale. Mi è capitato di ascoltare il generale con il medagliere, il quale ci ha raccontato tranquillamente che su Astrazeneca hanno dato dieci comunicazioni diverse, come se lui fosse un turista svedese. Qualcuno glielo dovrebbe ricordare che il commissario al Covid è lui, quindi in questi casi o si dimette il commissario o il ministro della Salute, o preferibilmente si dimettono tutti e due e se ne vanno a casa, che sarebbe la cosa migliore”.

Gli errori comunicativi “demenziali “del governo per il presidente campano hanno determinato “un rallentamento drammatico e una crisi di fiducia in milioni di cittadini”. Poi, aggiunge De Luca, “ci sarà anche una componente di scarso spirito civico o qualche componente di furbizia, ma il punto di svolta è stato determinato da quella comunicazione”.

Redazione

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