Ottavo giorno di attacchi di Israele
Guerra Iran-Israele: dissenso interno e nucleare in fumo, l’Ayatollah sta perdendo le redini

La Repubblica islamica iraniana continua a perdere la capacità militare, mentre si entra nell’ottavo giorno di attacchi di Israele ai siti militari e nucleari iraniani. Le autorità di Teheran stanno via via perdendo il controllo del Paese, dopo quello dei cieli. L’esercito israeliano ha annunciato di aver preso di mira una località segreta sulle montagne dove si stavano incontrando i comandanti della Forza Qods del Corpo dei guardiani della rivoluzione. Secondo il capo dei servizi segreti dell’esercito israeliano, in questo attacco sono stati uccisi 30 comandanti dei pasdaran, tra cui il neo capo di Stato Maggiore Sayed Mousavi, nominato da pochi giorni.
Il settimo giorno di guerra tra la Repubblica Islamica dell’Iran e Israele ha fatto registrare un’ulteriore accelerazione negli attacchi israeliani in varie parti dell’Iran, in particolare a Teheran, Arak, Isfahan e Natanz, mentre Netblocks, che monitora la situazione di internet in vari Paesi, ha riferito che in Iran continua da oltre 24 ore il blocco alla rete su scala nazionale. Le autorità iraniane tengono spento internet sia per evitare che si ascoltino le voci della popolazione disperata che grida ogni notte dai tetti delle abitazioni di Teheran “Morte a Khamenei”, “Via la Repubblica islamica dall’Iran”, sia per evitare che si senta la voce di Israele, che avverte la popolazione iraniana prima di effettuare ogni bombardamento ai siti militari e nucleari. “State lontano da quegli edifici”, avvertono le autorità di Tel Aviv.
Nella giornata di ieri, l’attacco missilistico iraniano all’ospedale Soroka di Beersheba, nel deserto meridionale del Negev, ha scosso lo Stato ebraico, che l’ha definito “un crimine di guerra”, e ha promesso una dura risposta, intensificando i bombardamenti ai siti militari e nucleari in Iran. Video e foto che circolano online mostrano come il centro medico sia stato danneggiato in modo critico. Nello specifico, diversi reparti sono stati completamente distrutti da un incendio che si era propagato in uno degli edifici, provocando la rottura delle finestre e il crollo dei soffitti. Nell’attacco, secondo quanto riportato dal Ministero della Salute israeliano, sono rimaste ferite almeno 271 persone.
“Sparano contro gli ospedali dove le persone non possono sfuggire al pericolo”, ha detto il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, dopo essersi recato sul posto. “Questa è la differenza tra una democrazia funzionante che rispetta la legge e questi assassini”. Su X il ministro della Difesa, Israel Katz, si è riferito direttamente alla Guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei: “Si tratta di crimini di guerra della peggior specie e Khamenei sarà ritenuto responsabile dei suoi crimini”. Anche il presidente israeliano, Isaac Herzog, ha denunciato l’attacco come crimine di guerra e il ministro degli Esteri Gideon Saar ha accusato Teheran di aver deliberatamente preso di mira i civili, affermando: “Il regime iraniano non ha linee rosse”.
Negli attacchi di giovedì, insieme agli Shahab 3, la Repubblica islamica ha utilizzato una nuova testata missilistica: Khorramshahr-4, un missile balistico a medio raggio con una testata da 1800 kg. Secondo il colonnello israeliano in pensione, Ofir Cohen, questa testata ha la capacità di disperdere piccole munizioni. Invece di esplodere in modo concentrato, si disperde nell’aria in poche decine di piccole bombe di 2-7 kg. In merito alle operazioni condotte da Tel Aviv, l’esercito ha attaccato l’impianto di acqua pesante di Arak che serve per il raffreddamento dei reattori nucleari. Fonti israeliane hanno confermato che le incursioni facevano parte di un’operazione più ampia volta a distruggere l’infrastruttura nucleare della Repubblica islamica che, secondo le agenzie di intelligence occidentali, ha la capacità di produrre i materiali necessari per costruire armi nucleari.
Gli attacchi sono avvenuti poche ore dopo che l’esercito israeliano aveva emesso un avvertimento pubblico ai cittadini di Arak e Khandab, esortandoli ad abbandonare immediatamente la zona. Ma le autorità iraniane hanno oscurato Internet per evitare che tali messaggi potessero giungere alla popolazione. La strategia dei pasdaran è quella di isolare la popolazione dalle comunicazioni esterna per poi utilizzarla come scudo umano.
L’emittente televisiva Islamic Republic of Iran Broadcasting ha confermato l’attacco, ma ha affermato che le difese aeree della regione sono riuscite a respingerlo e che solo “due proiettili” avrebbero colpito il “complesso” della struttura di Arak. Secondo gli esperti, un attacco a queste strutture non sarebbe solo simbolico, ma potrebbe anche interrompere la catena di fornitura di materiali essenziali per il funzionamento continuo del reattore e compromettere la capacità della Repubblica islamica di proseguire il suo programma di arricchimento. E, a tal proposito, gli analisti ritengono che i bombardamenti alle strutture di Arak possa essere considerato l’inizio di un nuovo capitolo nella strategia di contenimento nucleare di Teheran.
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