Non attenderemo le condanne, chi ha ricevuto già un rinvio a giudizio ha un problema con la giustizia quindi è bene che lasci il ruolo politico per affrontare la questione giudiziaria. Saremo molto rigidi nelle nostre liste ma pretendiamo questo anche per i nostri alleati, a cominciare dalle prossime amministrative”. È questa la nuova linea del movimento 5 stelle per le alleanze, che rischia di rompere definitivamente la cosiddetta coalizione progressista, a cominciare dalle amministrative, e ricacciare il Movimento all’isolamento delle origini.

A comunicarlo è stato l’ex sottosegretario ed ex vice Conte Mario Turco, intervistato da una web tv. Annunciando che non sosterranno i referendum sulla riforma della giustizia, Turco è netto: “Non possiamo consentire l’abolizione della Severino e il liberi tutti, anzi la nostra posizione è aldilà della legge Severino”. E quindi la svolta: “lo chiederemo già alle prossime amministrative, lavoreremo per liste pulite e faremo coalizioni solo dove non ci sono rinvii a giudizio neppure tra i nostri alleati”.

E a questo punto, se vale per le amministrative, vale anche per il governo? Se non ci si può alleare con partiti che hanno rinviati a giudizio, allora la maggioranza parlamentare dovrebbe sciogliersi oggi stesso. I problemi nascono anche all’interno stesso del Movimento. Dopo il rinvio a giudizio dell’allora Sindaco Virginia Raggi i 5 stelle modificarono il codice etico, portando solo in caso di condanna l’automatismo delle dimissioni.

Oggi Turco fa una retro marcia e annuncia il ritorno all’honestà! Cancellando la svolta garantista di Di Maio che fece mea culpa dopo l’ assoluzione di un sindaco pd. Ma vanificando anche l’esperienza dell’assoluzione di Virginia Raggi. Una “posizione aldilà della Severino” che rischia di condannare definitivamente i 5 stelle, privi ormai di identità e alla disperata ricerca di una verginità perduta. Forse questa linea annunciata da Turco segna la definitiva scissione nel movimento. Da una parte i garantisti evoluti con Di Maio aperti alle alleanze, dall’altra i tagliagole dell’honestà con Conte e nessun altro.