I Cinque Stelle hanno sempre avuto una passione smodata per le carte bollate ed in generale per i tribunali. Secondo la linea più ortodossa, in ambito penale, basta l’esistenza di un’indagine per fermare tutto, l’indagato si deve dimettere. Non sempre tutto però va secondo i piani: le inchieste hanno cominciato a riguardare anche loro esponenti (la ex Sindaca di Torino Appendino, ad esempio, ha riportato in primo grado due condanne). Inoltre, una icona del giustizialismo come Piercamillo Davigo si trova sotto processo e nubi minacciose si avvicinano al fondatore del movimento Beppe Grillo.

L’ attrazione per le carte bollate ha influito anche nella scelta del leader . Giuseppe Conte era sconosciuto ai più, ma era “professore e avvocato”. Tanto che subito si è autodefinito “l’ avvocato del popolo”. Anche su questo, qualche contraddizione è emersa. Ciò in quanto Conte come avvocato non aveva certo clienti del popolo, ma staccava parcelle per consulenze da centinaia di migliaia di euro al colpo. Il professor Conte potrebbe dire che, in fondo, lui non è l’ultimo arrivato e per questo gruppi importanti lo cercano e (lautamente) lo pagano. Può essere, però, non potrà evitare di attirarsi l’invidia di molti suoi colleghi forse più “ avvocati del popolo” che non hanno la capacità di essere così ben retribuiti per un’attività consulenziale. Invidia, appunto, perché Conte avrà certamente speso molto impegno e molte ore di lavoro.

Tutto questo, per dire che le carte bollate non sempre si sono rivelate utili alla politica dei Cinque Stelle. Dell’altro giorno, la notizia che il Tribunale di Napoli ha sospeso la delibera con cui lo scorso agosto il movimento aveva indetto l’elezione di Giuseppe Conte. Il contrappasso è compiuto, Il capo è stato disarcionato proprio dalle carte bollate. I detrattori potrebbero dire che l’azzeccagarbugli si è incartato in un garbuglio. Agli amanti del genere, al di là delle posizioni politiche, va detto che è assurdo che la politica venga decisa nei tribunali. Questo vale sia in sede penale che civile o amministrativa. La leadership di Conte ( esistente o meno) è un fatto politico, non è questione da risolvere in un’aula di giustizia.