Un terremoto, l’ennesimo dopo la partita del Quirinale, che scuote il Movimento 5 Stelle dalle fondamenta. Il tribunale di Napoli ha sospeso in via cautelare le due delibere con cui lo scorso agosto il Movimento aveva modificato il suo statuto ed eletto Giuseppe Conte come presidente dei pentastellati.

Una decisione, quella dei giudici partenopei, che arriva a seguito del ricorso di alcuni attivisti grillini, rappresentati dall’avvocato Lorenzo Borrè, da tempo ormai ‘portavoce’ nelle aule di tribunale delle battaglie condotte dagli ex 5 Stelle contro il Movimento.

Da Conte ai vice, sono state azzerate tutte le cariche del Movimento 5 Stelle. M5S decapitato, siamo all’anno zero: ora ritorna in vigore vecchio statuto, bisogna nominare il Comitato direttivo”, è il commento di Borrè, che chiede l’intervento del garante e fondatore Beppe Grillo.

Per l’avvocato il comico genovese deve “indire le votazioni del comitato direttivo del M5S, come fece lo scorso 29 giugno. E ripartire da lì. Solo dopo aver votato il nuovo comitato direttivo, si possono eleggere i nuovi membri del comitato di garanzia, i probiviri, ecc.. Qualsiasi altra decisione può essere facilmente impugnata. Insomma, la parola al popolo pentastellato”, spiega Borrè all’Adnkronos.

Borrè in particolare ha rappresentato il ricorso degli attivisti Steven Hutchinson, Renato Delle Donne e Liliana Coppola, i quali hanno presentato l’istanza supportati da centinaia di attivisti che hanno contribuito al pagamento delle spese legali.

I provvedimenti, che risalgono rispettivamente al 3 e al 5 agosto 2021, sono stati sospesi in via cautelare per la sussistenza di “gravi vizi nel processo decisionale“, in primis l’esclusione dalla votazione di oltre un terzo degli iscritti e il conseguente mancato raggiungimento del quorum.

Nelle otto pagine di ordinanza che hanno azzerato i vertici pentastellati i magistrati della settima sezione civile del tribunale di Napoli, (presidente Gian Piero Scoppa, a latere Eduardo Savarese e Marco Pugliese) evidenziano ni particolare “l’illegittima esclusione dalla platea dei partecipanti all’assemblea del 3 agosto 2021 degli iscritti all’Associazione Movimento 5 Stelle da meno di sei mesi”, una scelta che ha determinato “l’alterazione del quorum assembleare nella deliberazione di modifica del proprio statuto“.

Ordinanza che in un punto sembra anche sbarrare un possibile ritorno alla guida dei 5 Stelle di Vito Crimi, che a lungo è stato capo politico reggente del Movimento dopo l’addio di Luigi Di Maio e prima dell’incoronazione di Conte. In particolare il giudice Scoppa scrive in un passaggio che “l’invalidità che allo stato risulta della delibera con cui l’Associazione Movimento 5 Stelle ha modificato lo statuto fa di conseguenza, in questa sede, apparire invalida anche la delibera del 5 agosto 2021 con cui è stato nominato il presidente dell’ente. In via assorbente, va fatto rilevare che lo statuto in vigore prima della sua modifica, che come visto al punto 3 risulta illegittima, non prevedeva la figura del presidente quale organo dell’associazione. Pertanto la sua nomina appare a sua volta in contrasto con le regole statutarie ai sensi dell’art. 23 c.c”.

Una ‘bomba’ che deflagra in un Movimento già a brandelli per le lotto intestine tra lo stesso Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, il ministro degli Esteri che è a capo della fronda interna all’avvocato di Volturara Appula. Soltanto sabato, ultima ‘evoluzione’ della faida interna, il titolare della Farnesina si era dimesso da presidente del Comitato di garanzia. Un organismo che, alla luce della sentenza del tribunale di Napoli, risulta a sua volta decapitato in quanto l’elezione dei suoi membri (oltre a Di Maio ci sono Virginia Raggi e Roberto Fico) è scaturita dalla votazione del nuovo statuto sospeso dal tribunale.

La nota del Movimento 5 Stelle: “Solo sospensione provvisoria, mai accertata invalidità”

“Il Tribunale di Napoli, che in prima istanza aveva respinto il ricorso cautelare per la sospensione delle delibere dell’agosto 2021 di approvazione del nuovo statuto e di elezione del Presidente, ha accolto in seconda istanza il suddetto ricorso. Nonostante le varie eccezioni sollevate, riguardanti anche l’incompetenza territoriale Foro di Napoli, il Tribunale ha accolto il ricorso fornendo una specifica interpretazione del vecchio statuto secondo cui avrebbero avuto diritto di partecipare al voto anche gli iscritti da meno di sei mesi. L’interpretazione fornita dal Tribunale di reclamo, peraltro, contrasta la prassi consolidata nelle votazioni seguite dal Movimento e un indirizzo che mirava a scongiurare che la comunità fosse infiltrata da cordate organizzate ad hoc al fine di alterare le singole votazioni, complice anche la gratuità e semplificazione dell’iscrizione”.

“Va chiarito, in particolare, che il provvedimento del Tribunale di Napoli non ha accertato l’invalidità delle delibere adottate, ma dispone, in via meramente provvisoria, la sola ”sospensione” delle suddette delibere. Il Movimento aveva già in programma, proprio in questi giorni, la convocazione di un’assemblea per sottoporre al voto degli iscritti alcune modifiche statutarie in adesione ai rilievi della Commissione di garanzia per gli statuti e la trasparenza dei partiti politici. Sarà questa l’occasione per proporre agli iscritti – anche con meno di sei mesi di anzianità – la ratifica delle delibere sospese in via provvisoria”, conclude la nota.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia