Nelle ore in cui la tempesta sconquassa gli ordini e gli equilibri nel Movimento Cinque Stelle, parla Steven Hutchinson, uno dei firmatari del ricorso al tribunale di Napoli contro il nuovo statuto dei pentastellati. Una decisione, quella del Tribunale, che ha di fatto azzerato le nomine delle cariche del Movimento. “Una vittoria sofferta come la decisione di portare le carte in tribunale – ha spiegato Hutchinson, attivista del Movimento 5 Stelle – Nel momento in cui bisogna ricorrere alla Giustizia per fare politica credo che sia un fallimento per tutti”.

Hutchinson è uno dei tre attivisti napoletani ad aver firmato il ricorso al tribunale di Napoli che ha scatenato il terremoto all’interno del Movimento. Accanto a lui nella battaglia contro lo statuto, Renato Delle Donne, 32 anni, e Liliana Coppola, 62 anni. Steven Hutchinson è un quarantenne napoletano, di mestiere fa il capotreno ma ha sempre partecipato attivamente alla vita del Movimento 5 Stelle. È diventato famoso in Tv per aver partecipato al programma “Matrimonio a prima vista”. Sposò una sconosciuta davanti alle telecamere per divorziare 6 mesi dopo.

Hutchinson è un grillino della prima ora, che ha sempre creduto nei valori fondanti del Movimento, nella democrazia e nella partecipazione dal basso. Ed è per questo che ha raccolto il consenso del malcontento generale di una parte degli attivisti, ha raccolto firme e ha deciso di portare in tribunale le carte. Ha anche avviato una raccolta fondi per pagare le spese legali di questa operazione a cui hanno partecipato in tanti raggiungendo già 9mila euro sul traguardo degli 11mila proposto.

“Il malcontento andava avanti da troppo tempo – ha spiegato – La reggenza di Vito Crimi che doveva durare un solo mese dopo le dimissioni di Luigi di Maio in realtà è durata un anno. Beppe grillo a causa del Covid ha temporeggiato, quell’anno è stato devastante sostanzialmente. Forse anche lo stesso Crimi non si aspettava di dover gestire tutte queste problematiche. Le voci sono arrivate e abbiamo cercato di accelerare e cercare di fare gli stati generali quanto prima, cosa che poi siamo riusciti a fare. Forse gli stati generali sono stati il momento più democratico del Movimento 5 Stelle. Ci sono stati mesi di riunioni e incontri fatti online alle quali hanno partecipato tutti gli attivisti compresi i portavoce. C’era una rappresentanza di tutte le categorie all’interno dell’associazione”.

“A febbraio 2021 c’è stato questo nuovo Statuto – continua l’attivista – che però non è piaciuto. Invece di andare a riempire questo nuovo contenitore che prevedeva nuovi organi, una collegialità nella gestione dell’associazione, è stato cancellato con questa votazione fatta ad agosto dove anche Beppe Grillo, il nostro garante, aveva messo in guardia Crimi perché ci sarebbero potuti essere dei ricorsi. E così è stato ma loro non ci hanno ascoltati. Grillo ha ricevuto forti pressioni dai gruppi parlamentari che gli hanno chiesto di andare vanti per la modifica statutaria e di incoronare Giuseppe Conte come Presidente. Tutto questo abbiamo ritenuto che fosse illegittimo e il Tribunale ci ha dato ragione”.

In sostanza per Hutchinson era venuta meno la democrazia e così è partito il terremoto. “A chi ci accusa di aver decapitato il Movimento rispondiamo che lo hanno decapitato loro. I responsabili, la classe dirigente, hanno portato a tutto questo. Ricordiamoci che nel 2018 grazie a una maggiore partecipazione degli iscritti e alla vita associativa, il Movimento aveva raggiunto il 33%. Oggi se andiamo a guardare i sondaggi il Movimento ha perso circa il 60% dei consensi quindi io qualche domanda me la farei su chi è veramente il responsabile”.

Hutchinson e il manipolo di dissidenti nonostante la delusione non è intenzionato a lasciare il Movimento. “Abbiamo intrapreso questa battaglia perché ci teniamo a cambiare le cose e ci auguriamo che il nostro garante, che fin ora è stato molto rispettoso delle ordinanze, non faccia gli stessi errori del passato”.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.