Il vertice di Kazan
I Brics sfidano l’ordine mondiale con la rivoluzione monetaria, Putin non è più isolato come prima
Ammettere più membri fa parte della strategia per espandere il gruppo e ampliarne l’influenza globale. Anche l’Iran al primo vertice vuol dimostrare di avere ancora amici nonostante le sanzioni occidentali
Putin ha organizzato un summit fiero di stringere la mano a numerosi leader mondiali, tra cui il cinese Xi Jinping, l’indiano Narendra Modi, il turco Recep Tayyip Erdoğan e l’iraniano Masoud Pezeshkian, nel tentativo di dimostrare all’Occidente che non è riuscito a tenere la Russia fuori dalla scena mondiale. Putin terrà circa 20 incontri bilaterali e vuole presentarlo come il più grande evento di politica estera mai tenuto sul suolo russo per dimostrare che, nonostante le sanzioni per la guerra in Ucraina e un mandato di arresto internazionale, non è diventato un paria internazionale. Il Cremlino lo considera già un enorme successo. L’assistente di Putin per la politica estera, Yuri Ushakov, ha confermato che al vertice vi partecipano 32 paesi e più di 20 paesi hanno inviato i rispettivi capi di stato.
Per circa quindici anni, ai vertici dei BRICS hanno partecipato i leader di Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa e pochi altri invitati. All’inizio di quest’anno si sono uniti al club, Egitto, Iran, Etiopia ed Emirati Arabi Uniti. Tutti, a Kazan, nel sudovest della Russia, ma accanto a Vladimir Putin vi è un ospite ancora più insolito che farà per la prima volta la sua apparizione con l’ambizione di far parte dei Brics a pieno titolo. Si tratta del leader di un paese NATO, la Turchia. La sua adesione ai Brics in espansione è voluta e sostenuta da Mosca. Affiancato da autocrati e populisti che dicono di parlare a nome del sud del mondo, Putin e Xi Jinping sperano di trasformare i BRICS in una valida alternativa all’ordine mondiale occidentale. Le nazioni del Golfo cercheranno di negoziare un ruolo più importante per sé stesse. L’Arabia Saudita, che è stata anche invitata a unirsi ambisce a guadagnare popolarità tra diversi paesi del Sud del mondo. Al vertice è presente anche il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres.
Mentre è presente il presidente degli Emirati Arabi Uniti Sheikh Mohammed bin Zayed, il sovrano de facto dell’Arabia Saudita, il principe ereditario Mohammed bin Salman, non è tra i capi di stato annunciati dal Cremlino. Riyhad è rappresentata dal ministro degli Esteri saudita, il principe Faisal bin Farhan. L’incontro sarà seguito con attenzione dagli Stati Uniti, diffidenti nei confronti della crescente influenza della Cina tra gli stati del Golfo, nonché da una schiera di economie emergenti che vorrebbero sedersi al tavolo delle trattative. L’Arabia Saudita è “sottoposta a forti pressioni” da parte di Washington affinché limiti la sua partecipazione ai BRICS. Gli Emirati Arabi Uniti, il cui presidente ha effettuato la sua visita inaugurale alla Casa Bianca il 23 settembre, sono riusciti a muoversi su un sottile confine tra il mantenimento delle relazioni con gli Stati Uniti e l’ampliamento della portata delle relazioni con la Cina attraverso legami economici.
L’incontro annuale dei BRICS affronterà argomenti centrali per la visione del mondo di Russia e Cina, come lo sviluppo di una moneta alternativa per sfidare il predominio del dollaro.
Tuttavia è improbabile che gli stati del Golfo, le cui valute sono ancorate al biglietto verde, accolgano con favore l’idea. Russia, Cina e India “vogliono una sorta di valuta BRICS ponderata, basata su un paniere di valute”, ed è questo un motivo per cui i paesi del Golfo temporeggiano, in particolare l’Arabia Saudita. Vi sono 34 paesi che vorrebbero far parte del gruppo. Tra questi Malesia, Turchia e Thailandia. Gli attuali 10 membri decideranno all’unanimità se e quale paese integrare. I cinque membri fondatori hanno l’obiettivo di posizionare il gruppo come un’alternativa economica emergente al G7. Ammettere più membri fa parte della strategia di Putin e di Xi per espandere i BRICS e ampliarne l’influenza globale.
Gli Emirati Arabi Uniti sono riusciti a ricoprire un ruolo speciale all’interno dell’alleanza, aiutando a mediare gli scambi di prigionieri tra Russia e Ucraina. Circa 190 prigionieri sono stati rilasciati a ottobre, portando il totale a 2.184 finora quest’anno. Abu Dhabi ha inoltre allacciato relazioni più strette con l’India, uno dei membri fondatori dell’alleanza dopo la visita del principe ereditario emiratino in India a settembre, dove, tra le altre cose, si è discusso per la prima volta di cooperazione nucleare. Anche l’Iran, presente con il presidente Masoud Pezeshkian, al suo primo vertice Brics, vuol dimostrare di non essere isolato, nonostante le sanzioni occidentali. Teheran è interessata soprattutto a ciò che possono trarre da un punto di vista simbolico, dimostrando all’opinione pubblica iraniana e internazionale che l’Iran non è isolato, ma che ha amici e partner con cui può collaborare. Con l’appartenenza ai Brics, il regime iraniano spera di ottenere dai partner un aiuto affinché sia posto fine alle sanzioni che stanno mettendo in ginocchio l’economia del paese.
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