Sorrisi e inchini durante la visita del Presidente cinese in America, ma nessuno può dire se Biden e Xi Jinping ne coglieranno mai i frutti. “E’ un incontro avvenuto dopo il sorvolo dei palloni spia cinesi sugli Stati Uniti, dopo una guerra commerciale e una pressione di minacce continue nel Mar cinese del Sud”, commenta Thomas Schwartz della Vanderbilt University, citato dal New York Times come massimo esperto di relazioni sino-americano. Come dire: non illudiamoci, il peggio non è passato.

La gaffe imbarazzante

La visita è stata organizzata per settimane curando i minimi dettagli, ma gli americani hanno fatto se una gaffe imbarazzante di cui non si sono resi conto subito. Poiché hanno visto che la moglie del Presidente cinese, Peng Liyuan compiva 81 anni, con chiassosa sorpresa l’hanno festeggiata costringendo l’imbarazzatissimo Xi Jinping a scusarsi per aver dimenticato di fare gli auguri alla moglie. Entrambi i coniugi sono rimasti di stucco perché in Cina i compleanni non si celebrano come da noi nel giorno in cui sono nati, salvo quelli dei decenni dai 60 in poi. Ma tutti gli altri si festeggiano collettivamente all’inizio del Capodanno lunare. Quindi a nessuno era passato per la mente di far spegnere le candeline alla signora Peng Liyuan. Il presidente cinese ha fatto finta di scusarsi con la moglie divertita e imbarazzata dicendole che il troppo lavoro l’aveva distratto.

La vera promessa

Quanto al resto, la visita è stata impeccabile con lunghe passeggiate, cibi sopraffini chef di provata cultura cinese. Ma che cosa si siano promessi realmente durante gli incontri a quattr’occhi i due presidenti, si sa solo quel poco che concerne gli argomenti ecologici in agenda, le emissioni di metano e l’uso del carbone, ma sulle questioni fondamentali e globali trapela poco in particolare per quanto riguarda Taiwan, la grande isola nel Mar cinese del Sud che, oltre alla Cina bagna tutte le nazioni alleate degli Stati Uniti. Quel mare è e resta il più grande scenario di guerra latente che l’umanità abbia mai temuto. Il motivo di scontro sta nel fatto che la Cina, contro il diritto internazionale come sentenziato dalla corte dell’Aja, reclama come interno alle sue acque territoriali un mare attraverso il quale passa l’ottanta per cento delle merci su nave e containers di tutto il mondo. E principalmente quelle americane. Nell’Ottocento l’Impero cinese ebbe uno scontro con l’allora ultrapotente Inghilterra che, di fronte alla chiusura degli stretti passaggi marini, fece intervenire i cannoni della sua flotta.

Esigenze

Gli Stati Uniti vivono di commercio come la Cina e quindi il loro futuro dipende dal trasporto e dalla vendita delle merci, esattamente come per la Cina. Taiwan è molto importante dal punto di vista propagandistico ma non appartiene di fatto alla Cina continentale da più di un secolo perché, usciti i colonizzatori  portoghesi, entrarono in giapponesi e poi l’esercito sconfitto del maresciallo nazionalista Chang Kaishek inseguito dalle cannonate di Mao Zedong; Chang fece di Taiwan l’avamposto dell’anticomunismo sostenuto dagli Stati Uniti ma oggi Taiwan è una delle democrazie occidentali più pacifiche e ricche visto che il suo suolo contiene quantità  delle terre rare indispensabili per i microchip. La Cina ne fa una questione di onore, che per la cultura di quel Paese significa vuol dire una questione di vita o di morte. Gli americani, ai tempi del presidente Nixon negli anni ‘70 garantirono il ritorno di Taiwan all’amministrazione di Pechino, ma poi se ne pentirono. Per questo su quel nare tira sempre vento di guerra imminente.

Europa rinvigorita

Mentre i due leader parlavano venivano costantemente aggiornati dal loro personale diplomatico degli sviluppi dei fatti del mondo sempre più tragici. Non soltanto del Medio Oriente perennemente esplosivo ma anche dell’incubo della guerra russa Ucraina dal momento che nella Russia nell’ucraina possono vincere ed entrambe non possono perdere. Questa situazione di stallo ha rinvigorito l’Europa che cerca la leadership sul nostro continente, Francia in testa.
La Francia è anche favorevole a un ritorno della Cina in Europa cosa che gli americani hanno cercato di impedire proprio per poter premere più fortemente sulla Cina. Ma adesso gli americani trattano e i cinesi riflettono. Le banche russe hanno fatto il pieno di valuta cinese dando per scontato che lo yuan stia per diventare la moneta corrente al posto del dollaro nel fronte antioccidentale.

Gli altri Paesi

Ma i cinesi hanno marcato ulteriormente la loro freddezza nei confronti di Mosca che è antica è mai spenta. È accertato che Putin invase all’ucraina senza dire una parola Xi Jinping andandolo a trovare qualche mese prima ma senza dirgli nulla. Gli americani hanno minacciato la Cina di aiutare la rapidissima corsa dell’india al totale primato nell’Asia. L’India fa parte dell’alleanza con Cina Russia Iran e Brasile ma il presidente Modi sembra che si sia stancato e preferisce fare due esercitazioni militari all’anno con gli Stati Uniti. Anche il Sudafrica che fa parte dei Brics risente dei malumori popolari per uno schieramento nemico a tutti i popoli di lingua inglese. L’Ucraina intanto piange ammettendo di aver fallito la controffensiva accusando L’America di non aver voluto fornire armi di contrattacco sul suolo russo come sempre avviene quando si rovesciano i fronti. I russi stanno dissanguando l’Ucraina perché mentre loro possono riversare continuamente nuove truppe volontarie assoldate senza la leva universale dall’altra parte l’Ucraina non riesce a dare un giorno di riposo alle donne soldato, mentre le donne incinte o con bambini piccoli ci sono da tempo rifugiati all’estero sicché l’Ucraina oggi è un paese sterile in cui i maschi e le giovani donne diventano uno dopo l’altro cadaveri nelle fosse comuni. Andando avanti così il tempo estinguerà l’Ucraina e la Russia griderà vittoria. Ma né l’Europa né gli Stati Uniti se la sentono di gravare le loro spalle con tanto disonore. E dunque come ben vedevano ieri l’altro i due presidenti cinese e americano durante la loro lunga passeggiata, la guerra continua e la minaccia di altre guerre anche.

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Giornalista e politico è stato vicedirettore de Il Giornale. Membro della Fondazione Italia Usa è stato senatore nella XIV e XV legislatura per Forza Italia e deputato nella XVI per Il Popolo della Libertà.