De Chiara: "Sottovalutata la situazione degli uffici giudiziari"
I magistrati ci riprovano: “Vaccinateci, la giustizia è essenziale e va fatta in presenza”

Vaccini per tutti gli utenti del comparto giustizia, con tamponi e verifiche a stretto giro, per poter garantire un “servizio essenziale” a Napoli. Torna l’affondo dell’Associazione nazionale magistrati (Anm) del distretto del capoluogo campano, il sindacato delle toghe guidato dal presidente Marcello De Chiara, che si rivolge alla Regione per difendere la categoria: “Dobbiamo amaramente constatare – scrive – che ancora una volta le autorità preposte continuano a sottovalutare la gravità del rischio sanitario che incombe sugli operatori della giustizia nel nostro distretto”.
Immunizzazione non soltanto per le toghe, ma per tutti gli addetti ai lavori della giustizia. La situazione al Palazzo di giustizia nel primo giorno di zona gialla in Campania vede pochi impiegati, ingressi e udienze scaglionate, molti reparti vuoti e tanta paura anche solo di toccare un foglio di carta o condividere un momento di pausa al bar.
“C’è il rischio che le autorità possano sottovalutare la situazione degli uffici giudiziari, senza considerare la serietà del rischio cui siamo sottoposti”, denuncia a Il Mattino De Chiara. “Eppure – prosegue – i vertici del distretto di corte di appello di Napoli hanno fatto presente che la giustizia è un servizio essenziale”. In Calabria e in Lombardia, ad esempio, è già partita la campagna vaccinale per le toghe.
Il lockdown e le polemiche sull’impossibilità di condurre i processi da remoto alimentano il dibattito: “In un Paese già fortemente vulnerabile dal punto di vista economico e produttivo, i cittadini devono sempre sapere che la tutela dei diritti non subirà interruzioni e che ogni crimine verrà perseguito con la massima sollecitudine possibile”, aggiunge De Chiara.
Per l’Anm ci sono fattori, come l’assunzione delle prove o il dibattimento, che non sono compatibili con le tecnologie che permettono la comunicazione a distanza, “viceversa ampiamente diffusi in altri settori pubblici”. “E se dovesse emergere – conclude – che qualcuno ha saltato la fila e si è vaccinato prima del suo turno, non esiteremo a dire che il suo comportamento non è conciliabile con i nostri valori”.
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