Lo studio commissionato da Forza Italia
“Il Coronavirus travolgerà il Sud nel 2021”, il dossier e lo scenario da brividi
Il crollo delle Pmi, l’aumento della povertà e il tonfo del Pil fino al -14,7%. Sono le previsioni economiche contenute in un dossier commissionato da Forza Italia a un’agenzia di ricerche per fare il punto sui prossimi mesi. Dati certamente non incoraggianti ma che passano in secondo piano rispetto allo scenario, messo nero su bianco, di un ritorno del virus, con tanto di data e luogo: “Il picco della seconda ondata di contagio ci sarà, in Italia, nel Centro-Sud tra gennaio e febbraio 2021“.
Secondo lo studio consegnato ai vertici di Forza Italia, l’epidemia di Covid-19 questa volta partirà dall’America e dall’Africa verso l’Europa.
La prima ondata continuerà a calare fino all’autunno quando si raggiungerà il minimo dei contagi. Ma, a partire da dicembre, la curva dei positivi al virus potrebbe tornare a salire per poi attenuarsi nella prossima primavera. L’ampiezza del contagio prevista, tuttavia, sarebbe molto inferiore rispetto a quella vista in questi mesi, quasi la metà. Per quanto riguarda i tempi dell’epidemia, potrebbe essere ancora una volta l’Italia la prima frontiera della nuova ondata, anticipando di un mese sia il resto dell’Europa che il Nord America.
Questa prospettiva ha messo in allarme i governatori del centrodestra del Meridione che sarebbero già stati allertati per preparare una risposta adeguata del sistema sanitario locale.
Oltre al dato sanitario preoccupano però, come detto, anche gli indicatori economici che rischiano di peggiorare in maniera esponenziale rispetto alla data del termine dell’emergenza sanitaria. Il calo del Pil, infatti, è stimato al -5,5% se si fissa il termine dell’emergenza a metà maggio. Mentre cresce al -10,4% se si guarda a giugno e supera il -14% se l’emergenza sanitaria dovesse terminare a luglio. Una perdita stimata intorno ai 260 miliardi di euro.
Crescono in maniera esponenziale anche le stime sulle imprese a rischio default che potrebbero raggiungere la cifra di 1.710.000. Di riflesso, pesanti ricadute si avrebbero anche nell’occupazione. Fissando il termine dell’emergenza a maggio, infatti, si registrerebbe un calo degli occupati di 1,4 milioni. A giugno diventerebbero -3,1 milioni e a luglio -6,4 milioni di occupati.
Dal punto di vista sociale, quindi, il nostro Paese rischia di vedere crescere il tasso di povertà sul territorio in maniera considerevole: si passerebbe così dagli 8,9 milioni di poveri, prima dell’emergenza, a un numero compreso tra i 10 e i 13,7 milioni, a seconda di quanto durerà la pandemia.
Infine, sullo scenario internazionale, potrebbe essere proprio il nostro Paese a subire i danni maggiori in termini economici. Il nostro Pil, che già lo scorso anno aveva registrato la crescita più bassa tra le le principali potenze economiche, risulterebbe quello più colpito. Dietro di noi, Spagna (-13%), Francia (-12,6%) e Germania (-11,8%).
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