Ricordate la buffa guerra? Per gli inglesi era the Phony War, per i francesi la “drôle de guerre” e sembrava divertente. Tutti erano in guerra ma nessuno (o quasi) la combatteva. Si dice sempre, colpa dell’ottimismo di Bertold Brecht, che la storia non si ripete se non sotto forma di farsa. Vi sembra farsa? Oggi ognuno può o pensare o non credere di essere alla vigilia della guerra finale. Ma se allora i pezzi stavano insieme, oggi la storia è scollata e fatta di aculei. Ieri la Francia ha rispolverato le armi nucleari e ha lanciato un missile che è un gioiello se volete lanciare un’atomica. Lo ha fatto volare dalle ali dei caccia Rafal affinché Vladimir Putin si dia una regolata.

Macron viene sia da Napoleone che da De Gaulle e per un mese ha guardato Vladimir Putin dall’altro capo di un tavolo lungo venti metri. C’era il Covid. Per ore in silenzio. Poi l’invasione dell’Ucraina nello stile usato dai tedeschi in Polonia. Woody Allen ha detto: “Quando sento la musica di Wagner mi viene da invadere la Polonia”. L’invasione dell’Ucraina potrebbe essere accompagnata dalle note di Prokof’ev, Pierino e il Lupo, per arietta minimalista per una “operazione militare speciale” in stile vado l’ammazzo e torno è morto più di mezzo milione di uomini. E donne.

Ieri la Cina ha annunciato nuovi giochi di guerra intorno all’isola dei sogni nel Mar cinese del Sud, che non è cinese, dove navigano nelle acque di Taiwan milioni di oggetti tecnologici e semi-intelligenti. Intanto le relazioni israeliano-americane sono passate dall’alleanza alla fragile memoria e si deve dare atto ad Hamas di aver vinto la sua guerra: lo Stato ebraico è alla gogna dopo essere stato stuprato, ma non è detto che sia una premessa per la guerra prossima ventura. Nella fisica quantistica che cerca di raccontare l’infinito partendo dal minuscolo, si è scoperto che tutto il marasma delle particelle non starebbe insieme se non ci fossero dei collanti chiamati bosoni e i gluoni che tengono tutto unito al punto di far registrare alla fine una massa e dunque un peso. Ma esiste un bosone che impedisca l’esplosione del mondo? Ieri si sono svolti i funerali a Teheran del Presidente Ebrahim Raisi precipitato con l’elicottero insieme al ministro degli Esteri e altri funzionari. Raisi avrebbe dovuto succedere al supremo leader Ali Khamenei. E invece è morto in un cumulo di nebbia e di conti che non tornano. I funerali hanno riunito in un solo corteo la stessa Spectre detta Asse della resistenza, come suggerisce l’agenzia iraniana Tasnim. C’erano tutti: il comandante generale delle guardie della Rivoluzione, i leader di Hamas, i rappresentanti della Jihad palestinese, gli Hezbollah libanesi, i ribelli Houthi, il Fronte della liberazione palestinese e le Forze di mobilitazione popolare irachene.

Ci sono analogie col caos che cominciò a scaricare energia distruttiva planetaria nel 1939? Non si può chiedere alla Storia di ripetere persino i dettagli ma solo gli schemi fondamentali. Era anche quella scoppiata nel 1939 una guerra contro l’Occidente in tutte le sue malattie: le democrazie borghesi e l’imperialismo inglese e il consumismo americano. Ma già a quei tempi il Medio Oriente era filonazista: il Partito Baas, o Baath era nazionalsocialista, ovvero nazista, lo rimase anche dopo la guerra fino a Bachir al-Assad despota siriano da cinquecentomila morti di cui non importa nulla a nessuno. Assad è in sella perché ce lo ha rimesso Putin, d’accordo con il turco Erdogan che dà la caccia ai curdi, io quali sono combattenti filoamericani che gli States hanno abbandonato alla mattanza. Nel 1939, il maggior chierico musulmano, il Gran Muftì di Gerusalemme era sempre a Berlino per baciare la pantofola di Hitler affinché quello lo liberasse dai maledetti ebrei (che si esercitavano in agricoltura socialista bonificando le paludi malariche del Giordano) fornendo in cambio alcune divisioni di SS irachene.

Non è forse l’antisemitismo un bosone formidabile per tenere insieme studenti ed SS, sudafricani e irlandesi? Ma chi si aspettava che anche l’Egitto, nella persona del ministro degli Esteri Sameh Shoukry andasse ai funerali di Raisi a Teheran? Eppure, Shoukry rappresenta il regime di al-Sisi che i Fratelli musulmani (ovvero Hamas) li ha passati a fil di spada. Ma la guerra e la pace sono creature ibride e dal sesso incerto. E poi c’era una folta schiera di rappresentanti del governo russo e di quello cinese, l’intero fronte della Resistenza. A chi resistono? Ieri come oggi, resistono al fronte occidentale che, come dice il filosofo conservatore Douglas Murray, odia sé stesso e si autodivora senza accorgersi che nel Darfur il genocidio arabo su chi ha la pelle nera procede nella più assoluta indifferenza. Eppure, sono arabi che chiamano “schiavi” i neri ma non per questo pagano penali alla morale universale. I conflitti non sono solo soltanto economici, né solo frutto del fanatismo, ma anche antropologici, ovvero bestiali e non ci sembra che questa sia a phony war, o una drôle de guerre, una buffa guerra.

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Giornalista e politico è stato vicedirettore de Il Giornale. Membro della Fondazione Italia Usa è stato senatore nella XIV e XV legislatura per Forza Italia e deputato nella XVI per Il Popolo della Libertà.