Ambrogio
Il grande ruolo dei cattolici e l’illusione che la magistratura potesse riempirlo
La presenza nel mondo cattolico era variegata, ma ricca. Si legge sempre questo periodo come un periodo contrapposto tra la presenza dei cattolici di aria che potremmo definire popolare come la nostra rispetto a quella, diciamo, del mondo dell’azione cattolica o delle Acli. Io, francamente, questa divisione non l’ho mai vissuta perché ho avuto e ho dei grandi rapporti con il mondo delle Acli, con il mondo dell’azione cattolica che è con grande rispetto per l’autorità e l’autorevolezza del cardinale, per cui, francamente, questa grande separazione io non l’ho vissuta. Anzi, più vado nel tempo, più la riguardo indietro, più sono grato di aver avuto un grande maestro come Don Giussani, ma non meno grato di aver avuto dei grandi punti di riferimento: vescovi come il cardinal Martini, che è stato sicuramente una figura centrale nella crescita della città, che rimane nella memoria dei milanesi, vivo e presente.
La risposta al bisogno del popolo
Quando io abitavo nei quartieri popolari, partecipavo ai comitati di quartiere e andavo a discutere poi da militante cattolico con gli amici del Partito Comunista. Era una fase di formazione dell’interesse comune che era dato dai comitati, dalle cooperative, dalle sedi di sezione, dai partiti che in qualche modo erano il termometro della gente attraverso le sue appartenenze ideologiche, le parrocchie, le associazioni. Ma negli anni dei quali vogliamo parlare eravamo in realtà nel cuore di una crisi di una classe dirigente, di una rappresentanza politica che veniva meno e anche ad un rapporto con la città che si allontanava dalla realtà, dai bisogni veri della gente.
Io sono sempre convinto che la questione morale non si risolve innanzitutto con le norme, con le leggi, con le indagini e con le pene, ma all’origine ha sempre bisogno di una tensione e di una ragione per cui valga la pena vivere, in cui l’interesse generale e dell’ideale è più grande del tornaconto personale. Quel che accadde poi lo sappiamo: l’illusione di credere che un’azione che viene dalla magistratura potesse rigenerare una purezza nella rappresentanza e nella moralità della politica. Si è dimostrata un puro fallimento. Credo che il mondo associazionistico, sindacale, politico abbia ancora al centro della sua problematica qual è il suo ideale, quali sono le sue tensioni, quali sono le sue rappresentazioni, non per l’auto sostenimento della propria organizzazione ma come risposta al bisogno del popolo.
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