Un episodio che porta alla memoria la tragedia di Alfredino Rampi
Il miracolo di Jesus: bimbo di 1 anno e mezzo precipita in un pozzo, salvato dopo 20 ore

Lo scorso 28 febbraio a Orellana, distretto di Vargas Guerra, nella provincia di Ucayali in Perù, il piccolo Jesus è precipitato in un pozzo mentre insieme al padre si recava a fare un bagno. L’allarme è scattato immediatamente e ha subito coinvolto i Vigili del Fuoco, la Polizia Nazionale Peruviana e gli abitanti del luogo. La prima operazione è stata quella di calare nel pozzo una telecamera per stabilire con Jesus un contatto visivo e assicurarsi che fosse ancora in vita e successivamente è stata inserita una corda in modo da fornire cibo e acqua così come un tubicino per garantire ossigeno. Queste primissime operazioni sono state di fondamentale importanza per la riuscita poi delle operazioni di recupero.
Un vero miracolo quello peruviano sia per la profondità del pozzo che le ore trascorse dal bambino prima di essere estratto: “Il bambino è stabile, un vero miracolo considerando le quasi 20 ore trascorse nel pozzo” ha dichiarato il dottor Óscar Sánchez, direttore del centro sanitario di Orellana. “Presenta solo alcuni graffi dovuti alla caduta, ma nulla di grave“.
UN EROE ANONIMO
Dopo aver stabilizzato la situazione serviva una persona che si calasse nel pozzo per riportare Jesus in superficie, storia che ricorda la triste vicenda di Alfredino Rampi. Nell’impresa è riuscito un anonimo abitante di Orellana che nonostante il rischio di crolli e la mancanza di ossigeno, con un coraggio straordinario ha riportato in superficie il piccolo Jesus. La collaborazione internazionale è stata di fondamentale importanza con gli Stati Uniti che hanno fornito due elicotteri e delle squadre specializzate in salvataggi ad alto rischio. “Grazie a Dio, insieme siamo riusciti a completare il salvataggio di Jesús” ha commentato l’ambasciatrice statunitense Stephanie Syptak-Ramnath. “Il mio riconoscimento va all’incredibile squadra di soccorritori“. Sia il piccolo che suo padre dopo il salvataggio sono stati trasferiti immediatamente in elicottero all’Ospedale Regionale di Pucallpa per verificare lo stato di salute e sottoporsi ad esami per escludere fratture e complicazioni dall’assenza di ossigeno.
SOLIDARIETÀ E INFORMAZIONE
Come accaduto a Vermicino per Alfredino Rampi tutta la vicenda è stata seguita con apprensione in TV e sui social con trasmissioni live realizzate da Heli Tuanama, soprannominato ‘Chanako‘ che ha anche promosso una raccolta fondi per la famiglia di Jesus. Il Ministero delle Donne e delle Popolazioni Vulnerabili (MIMP) ha espresso gratitudine verso tutti coloro che hanno partecipato al salvataggio, mentre il Collegio dei Giornalisti del Perù conferirà un riconoscimento al merito a Tuanama per il suo impegno giornalistico e sociale. In Perù la vicenda ha davvero scosso l’opinione pubblica tanto che il MIMP, un ministero per il sostegno alle popolazioni vulnerabili, ha manifestato gratitudine e stima a tutti quelli che hanno reso possibile il salvataggio di Jesus, e anche l’ordine dei giornalisti nazionale peruviano ha riconosciuto il fondamentale lavoro di informazione e comunicazione di ‘Chanako”.
IL RICORDO DI ALFREDINO RAMPI: SI POTEVA SALVARE?
La vicenda del piccolo Jesús ci riporta inevitabilmente alla memoria la tragedia del piccolo Alfredino Rampi, il bambino di 6 anni che cadde in un pozzo artesiano a Vermicino, vicino Roma, nel giugno 1981 e che purtroppo non ci fu un lieto fine. Tutti abbiamo ancora nella mente gli strazianti lamenti che venivano dal pozzo e il presidente Pertini che a nome di tutti gli italiani era lì per dare conforto alla famiglia e dare la presenza dello Stato. il Presidente della Repubblica, si fece dare anche il microfono per poter parlare direttamente con Alfredino. La sua presenza, inoltre, fu importantissima nel convincere tutti i telegiornali a non interrompere la diretta televisiva. Si arrivò ad un passo dal salvare Alfredino che durante l’ultimo tentativo di Angelo Licheri gli scivolò dalle mani. Immagini che descrivono ancora oggi un’epoca ormai passata. A distanza di oltre quarant’anni, la domanda è sempre la stessa: Alfredino poteva essere salvato? Tutte le analisi tecniche dell’incidente di Vermicino hanno individuato una serie di errori e di ritardi che compromisero le possibilità di salvataggio del bambino. Tra questi, forse la più importante fu la mancanza di un coordinamento centralizzato delle operazioni, l’assenza di protocolli specifici per salvataggi ad alto rischio e anche la confusione generata dalla presenza di troppe persone sul posto, inclusi curiosi. Il primissimo errore fu certamente quello di non aver allargato il pozzo dalla superficie e di aver fatto calare una tavoletta che si incastrò al primo restringimento del pozzo. Inoltre, la decisione di calare volontari nel pozzo, seppur dettata dalla disperazione, fu rischiosa e assolutamente controproducente perché generò ulteriori frane che resero a quel punto impossibile raggiungere il bambino. Fu anche la prima volta di un tentativo di salvataggio in diretta televisiva. Da un lato questo sensibilizzò l’opinione pubblica sull’importanza della sicurezza, dall’altro si creò una pressione mediatica che sicuramente influenzò alcune decisioni operative. Oggi, con le moderne tecniche e attrezzature di soccorso, e soprattutto con l’esperienza acquisita proprio a partire da quella tragedia, le probabilità di estrarre vivo Alfredino sarebbero state maggiori. E il salvataggio di Jesus lo dimostra. La vicenda di Alfredino e l’esperienza mediatica contribuì alla nascita della Protezione Civile Italiana, con l’acquisizione di protocolli specifici per questo tipo di emergenze ad alto rischio.
BAMBINI CADUTI IN POZZI, I PRECEDENTI
Purtroppo, quelli di Jesús e Alfedino non sono casi isolati. Negli ultimi decenni, molti bambini sono rimasti intrappolati in pozzi artesiani in varie parti del mondo, con esiti talvolta drammatici e alter volte con dei lieto fine, eccone un elenco.
Julen Roselló (Spagna, 2019)
Un bambino di appena 2 anni cadde in un pozzo illegale profondo quasi 110 metri e largo appena 25 centimetri a Totalán, vicino Malaga. Nonostante 13 giorni di sforzi che coinvolsero oltre 300 persone, il bambino perse la vita.
Rayan Oram (Marocco, 2022)
Un bambino di 5 anni rimase intrappolato per quattro giorni in un pozzo profondo circa 32 metri a Tamorot, nel nord del Marocco. Anche allora le operazione di salvataggio furono seguite live in tutto il mondo, la vicenda si concluse tragicamente quando i soccorritori riuscirono a raggiungerlo ma il piccolo era già senza vita.
Jessica McClure (USA, 1987)
Molto scalpore per “Baby Jessica“, la bambina di appena 18 mesi che cadde in un pozzo di appena 22 centimetri di diametro nel cortile della sua casa a Midland nel Texas. Ci vollero quasi 58 ore di lavoro e i soccorritori riuscirono incredibilmente a estrarla viva, il caso di Jessica divenne simbolo di speranza e tenne incollati alla TV milioni di americani.
Sompong Jaiwong (Thailandia, 2023)
Un bambino di 3 anni cadde in un pozzo di 15 metri di profondità mentre giocava in un campo. Le operazioni di salvataggio durarono 19 ore e i soccorritori riuscirono a estrarlo vivo, un altro esempio di lieto fine.
Santiago Nicolás Torales (Argentina, 2021)
Un bambino di 2 anni cadde in un pozzo artesiano di più di 30 metri nella provincia di Buenos Aires. Il salvataggio durò circa 10 ore e fu estratto vivo e trasportato in ospedale, dove si riprese completamente.
Questi casi hanno spinto numerosi paesi a rivedere le proprie normative riguardanti pozzi abbandonati e perforazioni, sottolineando l’importanza di una corretta copertura e segnalazione di queste pericolose aperture nel terreno, specialmente in zone rurali dove i bambini possono giocare senza supervisione degli adulti. Restano le parole di Angelo Licheri che tentò di salvare Alfredino: “Ma quale eroe: ho fatto solo il mio dovere, ero incollato alla televisione e ho sentito dentro una spinta irrefrenabile, sono dovuto partire da Roma. Avevo il fisico adatto per entrare in quel pozzo, avevo le spalle piccole e mi sono proposto ai soccorritori, non potrò mai smettere di sentire dolore per il mio fallimento. Ho fallito, non sono riuscito a salvare Afredino”.
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