È uscita di casa a Trieste il 14 dicembre e da quel momento di Liliana Resinovich, 63 anni, si è persa ogni traccia. Poi il ritrovamento del corpo di una donna il 5 gennaio tra gli alberi del parco dell’Ospedale psichiatrico di San Giovanni. Il procuratore della Repubblica Antonio De Nicolo parla di “alta probabilità” che quel corpo sia della donna scomparsa e ha fissato per il 10 gennaio l’autopsia.

La testa del corpo trovato era avvolta in un sacchetto di plastica. Potrebbe essere dunque morta soffocata. Il corpo “aveva un sacchetto di nylon legato stretto attorno al collo”, ha fatto sapere il procuratore, sottolineando che “finché non verrà fatta l’autopsia non ci azzardiamo in congetture”. “È certo che Liliana Resinovich si sia allontanata a piedi, per questo il 5 gennaio le attività di perlustrazione hanno riguardato la zona raggiungibile a piedi attorno alla sua abitazione” ha spiegato il prefetto di Trieste, Annunziato Vardè.

Lì nessuno l’aveva ancora cercata dopo la sparizione avvenuta il 14 dicembre. “Non ci sono elementi per dire che Liliana abbia preso un bus, sono state visionate tutte le immagini delle telecamere e non è stata ripresa la signora né sulla strada che porta verso il capolinea dei bus, né dalle telecamere del piazzale” ha spiegato il prefetto.

Sono questi elementi che smentiscono quanto affermato dal marito di Liliana, Sebastiano Visintin, 72 anni, fotografo in pensione. Intanto la Procura lascia aperte tutte le piste, compresa quella del suicidio. Si indaga anche per capire quel corpo da quanto tempo fosse lì. Il cadavere non mostrava segni di violenza, armi da taglio o proiettili. Non mostrava le condizioni di un corpo fermo lì da una ventina di giorni, ma le fredde temperature registrate nei giorni scorsi potrebbero aver rallentato la decomposizione.

Intanto tutto fa pensare che quello sia proprio il corpo di Liliana: un paio di occhiali che erano sul posto del ritrovamento e che corrisponderebbero a quelli visti nelle foto; le caratteristiche fisiche del cadavere, compatibili con quelle della donna scomparsa il 14 di dicembre.

Il marito di Liliana, Sebastiano, nei giorni scorsi ha raccontato ai cronisti di aver salutato la moglie l’ultima volta il 14 di dicembre. “Abbiamo fatto colazione – ha spiegato, come riportato dal Mattino – poi lei ha messo su una lavatrice. Io sono uscito di casa alle 7.45 e lei si è affacciata dalla finestra mandandomi un bacio come fa sempre”.

Quella mattina Liliana sarebbe dovuta andare a trovare un amico, Claudio Sterpin, 82enne che vive a Trieste. L’anziano ha spiegato di aver ricevuto una telefonata dalla donna alle 8.22. “Lilly mi ha chiamato per avvisarmi che sarebbe venuta da me un po’ più tardi, attorno alle 10, doveva passare prima in un negozio. Da qualche mese lei veniva da me per darmi una mano a stirare. Ci conosciamo da quarant’anni e siamo legati da un’amicizia affettuosa”. Ma dopo quella telefonata, da quanto risulta Resinovich non è mai arrivata a casa dell’amico.

Il marito Visintin ha affermato che sua moglie non lo aveva messo al corrente di questa frequentazione. Parenti e amici riferiscono che Liliana aveva ormai intenzione di lasciare il coniuge e che meditava di trovarsi un’altra sistemazione. Ma lui ha smentito: “Io e lei andavamo d’accordo”.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.