Il conflitto
Il “piano della vittoria” di Zelensky genera perplessità: la strada in salita per aderire alla Nato e la resistenza di Orban
Il “piano della vittoria” di Volodymyr Zelensky è il pilastro su cui il presidente ucraino vuole fondare la sua diplomazia in questa complicata fase della guerra. La situazione sul campo di battaglia non induce all’ottimismo. Nel dove si segnala una progressiva riconquista russa e nel Donbass la pressione militare delle forze di Vladimir Putin resta alta. Ma Zelensky sa che deve dare all’Ucraina una visione del futuro, e che la sua guerra non solo può continuare ma deve ancora portare al definitivo avvicinamento del Paese all’Occidente.
Il segnale a Putin
Al Consiglio europeo, il presidente ucraino ha ricordato che il suo piano serve a “rafforzare” Kiev anche a livello “diplomatico”. Il motivo lo ha spiegato lo stesso capo dello Stato al suo parlamento: la prospettiva di adesione alla Nato (elemento centrale del piano per la vittoria) deve dare a Putin il segnale che la sua sconfitta sarebbe “geopolitica”. “L’Ucraina è una nazione democratica che ha dimostrato di saper difendere la regione euro-atlantica e il nostro comune stile di vita, e per decenni la Russia ha sfruttato l’incertezza geopolitica causata dal fatto che l’Ucraina non fa parte della Nato. Ora, l’invito immediato all’Ucraina ad aderire alla Nato sarebbe decisivo. Naturalmente, l’adesione seguirebbe in un secondo momento” ha dichiarato Zelensky. Una sfida complessa. E il presidente ucraino sa che la strada è in salita, anche se lo stesso segretario generale Mark Rutte ha rassicurato sul futuro di Kiev all’interno della Nato. “Ora dobbiamo ancora convincere alcuni partner dentro l’Ue e, insieme, anche fuori dall’Ue” ha detto ieri Zelensky. Ma al momento esistono ancora forti resistenze anche in seno all’Europa.
La discussione
Una in particolare, quella del premier ungherese Viktor Orban, secondo il quale il piano per la vittoria presentato da Kiev è “più che spaventoso”. “Sono tra coloro che esortano l’Unione Europea a cambiare la sua attuale strategia. L’Unione europea è entrata in questa guerra con una strategia mal organizzata, mal eseguita e mal calcolata,” ha tuonato Orban su Facebook. E questa presa di posizione di Budapest, attesa viste le mosse e le dichiarazioni di questi anni da parte del primo ministro, indica che in Europa potrebbe innescarsi ancora una volta un lungo periodo di discussioni. Orban ha già fatto capire che qualsiasi ulteriore pressione su Mosca o concessione a Kiev dovrà passare attraverso un negoziato con il suo governo, sensibile soprattutto sui rapporti energetici con la Russia. Ma a livello strategico, l’Ungheria non è l’unica ad avere delle perplessità su alcune linee espresse da Zelensky.
Sull’adesione alla Nato la Germania di Olaf Scholz non è apparsa particolarmente entusiasta, così come sull’autorizzazione a usare le armi tedesche in Russia. “Conoscete la posizione della Germania sulle questioni toccate. Non cambierà nulla”, ha detto Scholz, “ma voglio dire molto chiaramente che la cosa più importante è che siamo solidali e discutiamo di ciò che è possibile. L’attenzione è rivolta all’assegnazione di fondi in modo che l’Ucraina possa difendersi”. E il presidente ucraino, alla domanda sulle idee del cancelliere tedesco riguardo l’adesione alla Nato, ha risposto con un: “Non ha mai detto di no e non ha mai detto di sì”. Si tratta, quindi. E in questo negoziato, Putin osserva.
Il dialogo con la Germania
Ieri da Mosca, dove è tornato il cardinale Matteo Zuppi per proseguire nella sua missione umanitaria, sono arrivate delle timide aperture. Il portavoce del Cremlino, Dimitry Peskov, ha detto che un dialogo con la mediazione tedesca (dopo che Scholz si è detto disponibile a parlare con Putin per facilitare questa strada) sarebbe “in teoria possibile”. Ma perché la Russia accetti di sedersi al tavolo delle discussioni, se non di un vero e proprio negoziato, lo zar vuole prima di tutto essere in vantaggio sul campo di battaglia. Secondo l’Institute for the study of war, l’idea di vittoria di Putin è quella di prolungare la guerra e trasformarla in un lungo logoramento.
L’obiettivo russo è quello di fare in modo che l’Occidente, prima o poi, si stanchi di questo sostegno militare a Kiev e che la popolazione ucraina inizia a essere stravolta dl conflitto e convinca il governo a cessare le ostilità accettando lo status quo. Ma Mosca, spiegano gli esperti, dovrà anche affrontare gravi problemi a medio e lungo termine che mineranno questo sforzo, tra la necessità di una nuova mobilitazione, la stanchezza per la guerra e le sanzioni economiche. E di questo ne consapevoli sia Putin che Zelensky.
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