"Fratelli e sorelle buonasera"
Il primo discorso di Papa Francesco (“Venuto dalla fine del mondo”) e la scelta del nome: “L’uomo dei poveri e della pace”

“Fratelli e sorelle buonasera, voi sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma e sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo alla fine del mondo, ma siamo qui”. Queste le prime parole di Papa Francesco dopo l’elezione avvenuta il 13 marzo 2013 in seguito alle dimissioni di Benedetto XVI. Affacciato alla finestra della Basilica di San Pietro, Bergoglio, nato nel quartiere Flores di Buenos Aires il 17 dicembre 1936, salutava così i fedeli.
Morto a 88 anni il 21 aprile 2025, è stato il 266esimo papa della Chiesa cattolica e vescovo di Roma. Prima di recitare il Padre Nostro, l’Ave Maria e il Gloria, Francesco ricordò il papa dimissionario: “Vi ringrazio dell’accoglienza, alla comunità diocesana di Roma, al suo vescovo, grazie. E prima di tutto vorrei fare una preghiera per il nostro vescovo emerito Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca”.
Papa Francesco, il primo discorso ai fedeli
“E adesso – proseguì – incominciamo questo cammino, vescovo e popolo, questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità a tutte le Chiese. Un cammino di fratellanza, di amore e di fiducia tra noi. Preghiamo sempre per noi, l’uno per l’altro, preghiamo per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza. Vi auguro che questo cammino di Chiesa che oggi incominciamo – mi aiuterà il mio cardinale vicario qui presente – sia fruttuoso per la evangelizzazione di questa sempre bella città. Adesso vorrei dare la benedizione, ma prima vi chiedo un favore. Prima che il vescovo benedica il popolo io vi chiedo che voi pregate il Signore perché mi benedica: la preghiera del popolo chiedendo la benedizione per il suo vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me”. “Adesso darò la benedizione a voi e a tutto il mondo, a tutti gli uomini e donne di buona volontà”, disse Francesco impartendo la benedizione in latino e concedendo l”indulgenza plenaria. “Grazie tante dell’accoglienza. Pregate per me e a presto, ci vediamo presto. Domani voglio andare a pregare la Madonna perché custodisca tutta Roma. Buona notte e buon riposo”.
Perché scelse il nome di Francesco
“Vocabor Franciscus”, mi chiamerò Francesco, aveva confidato ai cardinali in Conclave. Bergoglio è stato infatti il primo pontefice ad assumere il nome del santo d’Assisi. Il 16 marzo 2013, quattro giorni dopo l’elezione, ha spiegato, in occasione del suo incontro con i giornalisti nell’Aula Paolo VI, le ragioni della scelta del suo nome pontificale:
«Nell’elezione, io avevo accanto a me l’arcivescovo emerito di San Paolo e anche prefetto emerito della Congregazione per il clero, il cardinale Cláudio Hummes. Quando la cosa diveniva un po’ pericolosa, lui mi confortava. E quando i voti sono saliti a due terzi, viene l’applauso consueto, perché è stato eletto il Papa. E lui mi abbracciò, mi baciò e mi disse: «Non dimenticarti dei poveri!». E quella parola è entrata qui: i poveri, i poveri. Poi, subito, in relazione ai poveri ho pensato a Francesco d’Assisi. Poi, ho pensato alle guerre, mentre lo scrutinio proseguiva, fino a tutti i voti. E Francesco è l’uomo della pace. E così, è venuto il nome, nel mio cuore: Francesco d’Assisi. È per me l’uomo della povertà, l’uomo della pace, l’uomo che ama e custodisce il creato; in questo momento anche noi abbiamo con il creato una relazione non tanto buona, no? È l’uomo che ci dà questo spirito di pace, l’uomo povero… Ah, come vorrei una Chiesa povera e per i poveri!»
Il 17 marzo, dopo la preghiera di rito nel suo primo Angelus, ha inoltre precisato che, scegliendo il nome del patrono d’Italia, «rafforza» il suo «legame spirituale» con l’Italia. Si è poi congedato dai pellegrini con la formula «Buona domenica e buon pranzo», che diventerà una costante in occasione dell’Angelus e del Regina Coeli.
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