Il Consiglio superiore della magistratura ha stoppato ieri le istanze degli avvocati del figlio del fondatore del M5s e dei suoi amici, accusati di aver violentato una ragazza, di far ripartire da zero il dibattimento. Il motivo? Nicola Bonante, componente del collegio del tribunale di Tempio Pausania dove è incardinato il processo, era stato trasferito nelle scorse settimane tribunale di Bari. All’ultima udienza, lo scorso 10 luglio, era stata però rigettata la richiesta di sospensione avanzata dalla difesa per l’avvenuto cambiamento del collegio, in attesa della decisione del Csm che è arriva ieri.

Palazzo dei Marescialli ha dunque autorizzato la lettura dei verbali delle dichiarazioni testimoniali assunte dal precedente collegio di cui era componente Bonante. Doccia fredda per i difensori degli imputati, gli avvocati Alessandro Vaccaro, Enrico Grillo, Gennaro Velle, Ernesto Monteverde, Andrea Vernazza, Mariano Mameli e Antonella Cuccureddu, che avrebbero preferito un esito diverso.

La legale della ragazza, l’avvocata Giulia Bongiorno, senatrice leghista e presidente della Commissione giustizia del Senato, aveva saputo del trasferimento del giudice dalla stampa. Non sarebbe stato facile disporre una ripetizione integrale delle udienze. La riforma Cartabia ha messo dei paletti al riguardo. In caso di udienze videoregistrate, ad esempio, non è più possibile ottenere la rinnovazione del processo per cambio del giudice.

A settembre, quindi, verrà ascoltata in aula l’amica della ragazza, mentre a ottobre sarà la volta di quest’ultima. Saranno poi ascoltate le dichiarazioni dei tre consulenti tecnici chiamati a spiegare le modalità con le quali sono stati acquisiti i dati, i video, le foto e le interazioni telefoniche e sui social estrapolate dai sette cellulari di proprietà delle due ragazze, dei quattro imputati e della madre di Ciro Grillo.

Ai quattro, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta, Ciro Grillo e Vittoria Lauria, i magistrati hanno contestato la violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ragazza italo-norvegese di 19 anni, nel luglio 2019 all’interno di una proprietà della famiglia del fondatore del M5S a Cala di Volpe, in Sardegna. Secondo l’accusa la violenza sarebbe avvenuta dopo una serata passata al Billionaire.

Per la Procura i quattro amici avrebbero prima costretto la ragazza a bere e poi avrebbero abusato di lei più volte. La studentessa era in compagnia di un’amica. Capitta, Lauria e Grillo, dopo il rapporto sessuale consumato a turno, avrebbero scattato anche delle foto con la seconda ragazza che dormiva sul divano. Durante l’interrogatorio, la madre di Grillo junior aveva affermato che quella notte, pur dormendo nella casa accanto, non si era accorta di nulla. E anche la colf della famiglia Grillo aveva affermato di non aver notato niente di anomalo. La donna avrebbe precisato di avere visto le due ragazze andare via in auto con due degli amici genovesi intorno alle 14.30 del giorno dopo. “Erano tranquille e non lasciavano trasparire alcuna inquietudine”, avrebbe detto.

Il collegio ha già interrogato anche i farmacisti che fornirono la pillola del giorno dopo alla ragazza. Al momento sono stati sentiti trentatré testimoni, tutti del PM. Mancano, come detto, le persone offese per le quali nella fase delle indagini preliminari non vi è stata escussione in sede di incidente probatorio. Residuano da escutere per le parti civili dodici testi e cinquantotto per la difesa. Prossime udienze, il 22 e 23 settembre, il 13 e 14 ottobre, l’8 novembre e il 13 dicembre. In caso di condanna, la pena potrà superare i dodici anni di reclusione.

Paolo Pandolfini

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