Il Tar boccia l’ordinanza della Regione Campania, disponendo così il rientro tra i banchi di scuola per gli alunni di scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado.

La quinta sezione del Tar campano ha infatti accolto il ricorso presentato da alcuni genitori, rappresentati dagli avvocati napoletani Giacomo Profeta e Luca Rubinacci, contro l’ordinanza del presidente della Regione Vincenzo De Luca nella parte in cui si rinvia al 29 gennaio la ripresa della didattica in presenza.

L’efficacia dell’ordinanza è quindi sospesa, disponendo così il rientro in classe. Il presidente della quinta sezione del Tar Campania, Maria Abbruzzese, con decreto cautelare ha accolto il ricorso e fissato la camera di consiglio per l’8 febbraio 2022.

La documentazione della Regione

Bocciata dunque la documentazione consegnata dalla Regione per giustificare il provvedimento preso venerdì scorso. Secondo l’Ente guidato da Vincenzo De Luca non c’era infatti “nessuna  violazione del decreto legge n.111/2022, risultando provata una condizione di eccezionale e straordinaria necessità attestata, tra l’altro, da: Rt di ospedalizzazione pari a 1,78, che indica il raddoppio dei ricoveri Covid in arco settimanale; esaurimento posti letto pediatrici Covid, nella regione con popolazione più giovane d’Italia; blocco già decretato delle attività sanitarie di elezione; previsione di certo esaurimento di posti letto di degenza Covid nel breve periodo in mancanza di misure immediate”.

Si legge ancora nella nota diffusa dalla Regione: “Le misure nazionali non sono fondate sul parere tecnico-scientifico del CTS, che non è stato convocato, contrariamente a quanto richiesto da tutte le Regioni per assumere decisioni consapevoli; Al contrario, l’ Ordinanza regionale è fondata su un’istruttoria tecnica che tiene conto: dei dati più aggiornati della Cabina di regia nazionale; delle valutazioni dell’Unità di crisi regionale; della richiesta di presidi e Sindaci che segnalano criticità non risolvibili a breve”.

E inoltre, continua la nota: “Le misure previste dal decreto governativo sono inattuabili e del tutto virtuali, almeno nel territorio regionale della Campania, tenuto conto che: vi è impossibilità di assicurare il contact tracing e insostenibilità dei carichi da parte delle ASL, attestata dai dirigenti scolastici e da tutti i Direttori generali delle Asl campane; In caso di sospensione dell’ordinanza vi sarebbe un danno irreparabile per la popolazione giovanile data la previsione del picco dei contagi per fine gennaio, in presenza di una bassissima percentuale di vaccinazione sotto i 12 anni; Le misure previste dall’ordinanza regionale sono equilibrate e proporzionate: tutte le scuole sono aperte; si prevedono solo tre settimane di didattica a distanza per medie inferiori ed elementari. Tre settimane di respiro per i Presidi, i Sindaci e le Asl che ne hanno fatto richiesta per ampliare la fascia dei vaccinati e scavallare il picco dei contagi”.

Accolto anche il ricorso del Governo

Oltre al ricorso di alcuni genitori, nella giornata odierna la Regione guidata da Vincenzo De Luca si era vista impugnare la stessa ordinanza anche dal governo, tramite l’Avvocatura Distrettuale dello Stato. L’istanza cautelare, depositata in mattinata per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dei Ministeri dell’Istruzione e della Salute, è stata anche in questo caso accolta dalla Quinta sezione del Tar.

I giudici hanno sospeso dunque due volte l’ordinanza della Regione che disponeva la ripresa della didattica in presenza solamente a partire dal 29 gennaio per le criticità legate alla pandemia da Sars-Cov-2. Anche in questo caso la trattazione collegiale è stata fissata per l’8 febbraio prossimo

Il ritorno in classe

Quando dunque il rientro in classe per gli studenti di scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado in Campania? Accogliendo l’istanza cautelare e sospendendo l’esecutività dell’ordinanza con cui la Regione Campania aveva disposto la chiusura fino al 29 gennaio prossimo, la quinta sezione del Tar dà di fatto il via libera al rientro tra i banchi di scuola già a partire dalla giornata di domani, 11 gennaio.

Le motivazioni del Tar

Nel decreto del Tar campano la presidente della Quinta sezione scrive nelle motivazioni come non risulta che “la regione Campania sia classificata tra le “zone rosse” e dunque nella fascia di maggior rischio pandemico e che il solo dato dell’aumento dei contagi nel territorio regionale, neppure specificamente riferito alla popolazione scolastica, non radicano per sé solo la situazione emergenziale, eccezionale e straordinaria, che, in astratto, potrebbe consentire la deroga alla regolamentazione generale, a tacer d’altro perché già considerati, e ampiamente, dal legislatore nazionale. Non risulta peraltro alcun “focolaio” né alcun rischio specificamente riferito alla popolazione scolastica, generalmente intesa”.

Ed aggiunge che “la misura sospensiva assunta a livello generale neppure sembra sottendere una compiuta valutazione di “adeguatezza e proporzionalità”, non facendosi alcun riferimento, nel provvedimento impugnato, alle contrapposte posizioni soggettive di diritto (all’istruzione, nella sua più ampia estensione, anche formativa della personalità dei minori), anche tenuto conto del sacrificio finora a quelle imposto dalla pregressa prolungata limitazione della didattica né all’impossibilità di bilanciarle, con l’evidenziata tutela prioritaria dell’interesse pubblico alla salute collettiva. E’ dubbia anche l’idoneità della misura disposta, tenuto conto della prolungata chiusura connessa alle festività natalizie, che non ha, tuttavia, evitato l’aumento registrato dei contagi”.

Redazione

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