“Incertezza” è la parola più ricorrente da quasi un ventennio. Anche il risparmio è declinato oggi all’insegna dell’incertezza tanto che la 98ª giornata mondiale quest’anno ha avuto come titolo proprio “Il valore del Risparmio nell’era dell’incertezza” e il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha solennemente ricordato che «la tutela e la valorizzazione del risparmio assumono un significato particolare». Una particolarità dovuta a una situazione sociale preoccupante. Dai più recenti dati Istat – lo ha ricordato anche il Presidente dell’Acri Francesco Profumo – negli ultimi 15 anni, il numero di persone in povertà assoluta è quasi triplicato, raggiungendo il record di 5,6 milioni (il 9,4% della popolazione: un italiano su dieci); di questi 1,4 milioni sono minori. In questo quadro, il risparmio riflette spinte contrastanti.

Da un lato aumenta l’atteggiamento precauzionale delle famiglie dovuto all’elevata incertezza sulle prospettive economiche del prossimo futuro; dall’altro, al contrario, il tentativo di mantenere adeguati livelli di consumo a fronte del notevole acuirsi delle pressioni sui prezzi, riduce la propensione al risparmio. Entrambe queste due spinte, seppur opposte e a prescindere dal dato di inevitabile riduzione complessiva della propensione al risparmio, rendono esplicita l’importanza della funzione del risparmio: messa in sicurezza rispetto alle incertezze del domani, immediata soluzione per affrontare quelle dell’oggi. In Italia – lo ha certificato anche il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco – le banche continuano a svolgere un ruolo centrale relativamente al risparmio sia per l’allocazione all’attività produttiva e agli investimenti, sia rispetto alla raccolta. Le banche del territorio poi, come le Popolari, garantendo con la propria presenza la “biodiversità” bancaria, insieme alle altre banche locali, rendono reale il relationship banking, un aspetto che, in tempo di crisi, sta tornando all’attenzione di tutti. La prossimità e la conoscenza diretta di famiglie e imprese, le rende antenne sui territori, in grado di intercettare le diverse esigenze, adattarsi rapidamente agli scenari in evoluzione, favorire l’inclusione finanziaria, svolgendo così un ruolo sociale, oltre che economico, anche di sostegno al risparmio.

Contrastando poi la “desertificazione bancaria” dei territori, queste continuano a presidiare luoghi in cui la presenza bancaria tendeva a diradarsi realizzando così una diversa e più efficace presenza sul territorio nazionale. Se, infatti, la tecnologia può, in parte, compensare la grande trasformazione in atto, le banche di territorio contribuiscono a bilanciare una situazione che potrebbe assumere tratti negativi per la clientela più anziana e relativamente proprio al tema del risparmio. Se questo dato positivo del ruolo del sistema bancario nello stimolo e nella gestione del risparmio ma anche del suo uso come garanzia nelle incertezze del presente e del futuro è da rivendicare e valorizzare, non vanno sottaciute le criticità e le richieste di interventi che possono rendere più efficace l’operato del sistema bancario italiano. Bene ha fatto allora il Presidente dell’ABI, Antonio Patuelli, a chiedere che gli investimenti del risparmio a medio e lungo termine in Italia siano tassati meno delle operazioni speculative a breve o brevissimo termine visto che, fino a quando nell’Unione Europea non vi sarà uniformità fiscale, l’Italia dovrà attrarre i risparmi nella competizione in atto fra gli Stati per attirare i capitali.

Dopo che la UE ha autorizzato fino a dicembre 2023 nuove misure a sostegno delle imprese, occorre al più presto che esse siano recepite in Italia per rendere più sostenibili i debiti e prolungare le garanzie sui prestiti alle aziende che debbono avere più tempo per riprendersi e per restituirli. Lo stesso vale per l’introduzione di un’innovativa forma di sussidiarietà fiscale che liberi risorse da mettere a disposizione delle comunità riconoscendo una progressiva riduzione del carico tributario delle Fondazioni di origine bancaria come richiesto dal Presidente dell’Acri Francesco Profumo ma che lo stesso Profumo auspica possa diffondersi ad altri soggetti, come ad esempio le Banche Popolari Cooperative, ampliando così le diverse politiche di azione dello Stato sui territori. Ovvero un generale riconoscimento che, su temi di interesse generale, laddove si riscontrino alcune condizioni come comprovata capacità, efficienza e radicamento territoriale, lo Stato possa rinunciare a una quota di tassazione, lasciando al privato le risorse necessarie per produrre un maggiore impatto diretto sui territori. In altre parole la piena attuazione al principio di sussidiarietà previsto dall’articolo 118 della Costituzione.

Anche attraverso l’osservazione dell’andamento del risparmio e della riscoperta del suo “valore” nell’incertezza della crisi, è del tutto evidente quanto sia fondamentale ora costruire un nuovo clima di fiducia, indispensabile per sostenere la resilienza, per la ripresa dello sviluppo e dell’occupazione. Una rinnovata e proficua collaborazione tra istituzioni pubbliche e organizzazioni del sistema creditizio – Abi, Acri, Associazione fra le Banche Popolari – renderà possibile accogliere l’appello del Presidente della Repubblica ad una «responsabilità accresciuta per rafforzare la resilienza di individui e imprese, specie del tessuto medio-piccolo».