I due vertici
In Arabia Saudita la diplomazia dei businessmen: accordo senza precedenti tra Trump e bin Salman
Comincia il “viaggio d’affari” di Trump nei Paesi del Golfo, la prima tappa a palazzo da Mohammed bin Salman. Sul tavolo un piano economico strategico massiccio da 1.000 miliardi di dollari in investimenti tra i due Stati

È iniziata all’insegna del business e del rafforzamento dei rapporti bilaterali, la visita in Arabia Saudita del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che proseguirà nei prossimi giorni anche negli altri Paesi del Golfo, come Qatar e Emirati Arabi Uniti.
I media sauditi parlano di una visita di carattere “storico” non solo per la valenza politica, quanto anche per quella commerciale. Si tratta del primo viaggio diplomatico importante all’estero per il presidente degli Usa e del suo secondo mandato, con la regione del Golfo come focus principale. L’incontro ha rafforzato i legami economici e politici tra Stati Uniti e Arabia Saudita con la firma di accordi commerciali e investimenti in settori come Intelligenza artificiale, Energia e Difesa. Sul tavolo anche temi geopolitici cruciali, come la situazione a Gaza, il dossier nucleare iraniano e possibili mediazioni di pace nella regione.
I colloqui tra il principe ereditario saudita, Mohammed Bin Salman, e il Presidente Trump di tipo politico sono stati accompagnati da un Business Forum organizzato a Riad che ha visto incontrarsi imprenditori di entrambi i Paesi. Al Forum sugli investimenti sauditi-statunitensi hanno partecipato importanti figure della Silicon Valley e Wall Street, come Mark Zuckerberg e Elon Musk. Quest’invito arriva dopo che Musk e il Fondo pubblico d’investimento di Riad hanno ripreso i rapporti, tesi negli ultimi anni. Le relazioni si sono normalizzate con l’avvio ufficiale delle attività di Tesla in Arabia Saudita nell’aprile 2025. La partecipazione di Musk, dunque, è vista come un segno del suo rapporto in via di sviluppo con Riad, soprattutto in seguito al ruolo politico da lui svolto nella campagna elettorale di Trump, che ha rafforzato la sua presenza nei circoli d’influenza americani e del Golfo.
Il Forum ha visto poi la partecipazione di leader di importanti aziende americane, tra cui: BlackRock, Citigroup, IBM, Boeing, Delta Air Lines, American Airlines e United Airlines. Lo scorso gennaio, il presidente americano aveva invitato lo Stato arabo ad aumentare i suoi investimenti negli Stati Uniti, chiedendo un’iniezione fino a 1.000 miliardi di dollari in quattro anni, comprendente accordi commerciali e militari, oltre a investimenti diretti. A tal proposito, ieri, i due presidenti hanno firmato un accordo economico che include la cooperazione energetica, la modernizzazione delle forze armate saudite, la cooperazione giudiziaria tra il ministero della Giustizia americano e la magistratura di Riad, l’assistenza tra le autorità doganali e la collaborazione tra il museo Smithsonian e le istituzioni dello Stato arabo. In materia di Difesa, invece, è stata raggiunta un’intesa di 142 miliardi di dollari, consistente in attrezzature e servizi bellici destinati da Washington a Riad.
Tornando alle imprese, il CEO di BlackRock, Larry Fink, ha sottolineato la significativa trasformazione in atto nel Regno dell’Arabia Saudita grazie a Vision 2030. Fink ha osservato che prima del lancio della Vision, il Regno era forse dipendente e mancava di fiducia in sé stesso. Ma con il lancio del progetto nel 2017 e nel successivo 2019, Fink ha spiegato che il Regno si sta assumendo le proprie responsabilità e sta cercando in modo aggressivo di espandere la propria economia, passando da un sistema esclusivamente basato sul petrolio a uno diversificato, con un’attenzione particolare ad altri settori come il turismo e l’espansione del mercato dei capitali.
In generale, lo scopo della visita di Donald Trump in Arabia Saudita è quello di rafforzare le relazioni personali e politiche tra la leadership dei due Paesi. É questa l’analisi dell’imprenditore saudita, Salem Alsanbi, che al Riformista ha spiegato l’importanza di questo evento. “Si prevede che la visita comprenda accordi economici e militari attraverso la firma di nuove intese o l’ampliamento di quelle precedenti, concluse nel maggio 2017, in particolare nei settori degli armamenti, degli investimenti, dell’energia e della tecnologia”. Si discuteranno anche le questioni regionali: “Come le tensioni con l’Iran, la crisi yemenita, la situazione in Siria e le relazioni con gli altri stati del Golfo”. Ieri al Forum, The Donald è apparso speranzoso sul destino mediorientale: “Dopo tanti decenni di conflitto, finalmente è alla nostra portata raggiungere quel futuro che le generazioni prima di noi potevano solo sognare: una terra di pace, sicurezza, armonia e successi proprio qui in Medio Oriente”.
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