L’attacco all’ambasciata francese di Niamey con l’incendio della porta esterna ed il tentativo di scavalcare la cancellata per entrare nella missione diplomatica è la conferma di come il popolo nigerino abbia deciso chi sono i veri colpevoli della loro situazione economica e sociale. Questa imponente manifestazione ha visto sventolare bandiere russe e scandire slogan pro Putin, mentre i vessilli francesi venivano dati alle fiamme.

Le proteste, che hanno fatto sfilare nelle principali strade della capitale diverse migliaia di persone, sono state organizzate dal Movimento M62, un ombrello che raccoglie sotto di se una ventina di strutture della società civile ed alcuni sindacati di diverse categorie di lavoratori. Questo movimento è impegnato da anni nel tentativo di cacciare i militari stranieri dal Niger ed oggi è diventato protagonista delle proteste. Abdourhamane Ide è un membro del consiglio generale e uno delle anime della manifestazione che ha sconvolto Niamey.

“Il nostro è un movimento molto radicato sul territorio e cerchiamo di rappresentare le varie anime della società nigerina. Da anni ci battiamo con forza per cacciare tutti i militari stranieri dal nostro paese, non abbiamo bisogno di balie internazionali, l’esercito del Niger può benissimo difendere il suo popolo”. L’obiettivo principale di tutte le proteste è ovviamente la matrigna Francia che ha spostato qui il suo comando generale dopo l’espulsione di militari e diplomatici dal Mali, perdere anche il Niger sarebbe il colpo finale al morente impero della Francafrique.

I francesi non sono qui per aiutarci, ma solo per sfruttarci. Noi sostentiamo convintamente il colpo di stato dei nostri saldati che si sono ripresi la dignità che le truppe straniere gli avevano tolto. L’ex presidente Bazoum era al servizio di Parigi e Washington e non faceva gli interessi del popolo nigerino, ma solo quelli degli stranieri che vengono qui per rubare il nostro uranio”. Una presa di posizione forte e decisa che vede nella Russia il partner ideale per il Niger.

“Vogliamo lavorare con Mali e Burkina Faso, i nostri vicini, che da quando hanno cacciato i francesi e fatto arrivare i russi hanno migliorato la loro condizione di vita. Parigi ha solo finto di combattere il jihadismo, utilizzandolo come scusa per avere basi militari qua e sfruttare le nostre ricchezze. Con Mosca possiamo lavorare in modo diverso, il tempo dei francesi in Africa è finito”.

Tornando alla protesta Abdourhamane Ide accusa la Francia di essere la causa dello scoppio della violenza. “La nostra era una marcia pacifica come abbiamo fatto molte volte in passato. I soldati francesi hanno sparato sulla folla e questo ha fatto degenerare tutto. Parigi non è più benvenuta in Niger, il suo tempo è finito”. La perdita del Niger è un contraccolpo strategico molto grave per l’Europa e gli Stati Uniti che perdono l’unico partner affidabile della regione e vedono l’influenza della Russia crescere sempre di più.

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Matteo Giusti, giornalista professionista, africanista e scrittore, collabora con Limes, Domino, Panorama, Il Manifesto, Il Corriere del Ticino e la Rai. Ha maturato una grande conoscenza del continente africano che ha visitato ed analizzato molte volte, anche grazie a contatti con la popolazione locale. Ha pubblicato nel 2021 il libro L’Omicidio Attanasio, morte di una ambasciatore e nel 2022 La Loro Africa, le nuove potenze contro la vecchia Europa entrambi editi da Castelvecchi