Un caso di omonimia avrebbe provocato un errore nella trascrizione di una intercettazione attribuita al primo ministro del Portogallo Antonio Costa, che nei giorni scorsi ha rassegnato le dimissioni dopo una inchiesta su una presunta corruzione legata all’estrazione di litio nel Paese, sottolineando però di essere “totalmente estraneo alle accuse e con la coscienza tranquilla”. Stando a quanto riferisce Cnn Portogallo, la Procura della Repubblica portoghese avrebbe commesso un errore nella trascrizione di un’intercettazione che ha compromesso il premier dimissionario Costa.

L’intercettazione in questione fa riferimento ad una conversazione tra il direttore generale di Start Campus, Afonso Salema, e il consigliere del leader socialista, Diogo Lacerda Machado, in cui quest’ultimo parla di Antonio Costa, riferendosi però ad Antonio Costa Silva, ministro dell’Economia. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il Costa presente nelle intercettazioni sarebbe intervenuto personalmente per favorire gli interessi della società Start Campus. In una delle telefonate riportate nell’indagine, Afonso Salema avrebbe suggerito a Lacerda Machado di parlare con qualcuno del governo per chiedere alla Commissione europea di modificare i codici di attività economica per i centri dati. Stando sempre a quanto riporta la “Cnn” la Procura avrebbe riconosciuto l’errore durante gli interrogatori giudiziari che si sono conclusi ieri sera.

Dimissioni premier Antonio Costa, il caso di omonimia nelle intercettazioni

Fonti vicine alla difesa degli imputati, riferiscono che la svista, cioè l’omissione del cognome di Costa Silva, sarebbe stata inclusa nell’ordinanza d’accusa già resa pubblica, generando la percezione che Lacerda Machado abbia detto al telefono che avrebbe interceduto direttamente presso il suo amico António Costa favorevole agli interessi di Start Campus nella costruzione del data center di Sines. Ma il riferimento era probabilmente al ministro dell’Economia Antonio Costa Silva.

Il primo ministro dimissionario Antonio Costa è coinvolto nell’indagine insieme al ministro delle Infrastrutture, Joao Galamba, e al presidente dell’Agenzia portoghese per l’ambiente, Nuno Lacasta nell’ambito dell’inchiesta sugli accordi per l’idrogeno e il litio in Portogallo che risalgono al 2019. Si indaga, in particolare su concessioni per la ricerca di litio nelle miniere di Romano e Barroso; un progetto di una centrale elettrica a idrogeno a Sines; un progetto di una centrale elettrica a idrogeno a Sines; il progetto di costruzione di un centro dati sviluppato nella zona industriale e logistica di Sines dalla società Start Campus.

Dopo le dimissioni di Costa, il presidente della Repubblica, Marcelo Rebelo de Sousa, ha indetto nuove elezioni per il 10 marzo 2024, ma ha deciso di renderle effettive solo dopo l’approvazione della legge di bilancio che è ancora in fase di dibattito in Parlamento.

 

Redazione

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