Matteo Renzi aveva chiesto di fare chiarezza su quanto riferito nel libro “I potenti al tempo di Giorgia”, scritto a quattro mani da Luigi Bisignani e dal giornalista Paolo Madron, in merito alle presunte intercettazioni preventive su protagonisti della politica, delle istituzioni, dei giornali.

Il tema è entrato di diritto nel dibattito pubblico. La Fnsi, per bocca del suo presidente, Vittorio Di Trapani, vuole capire meglio: “Decine di giornalisti intercettati dagli apparati di intelligence? Ritengo che sia urgente fare chiarezza su quanto denunciato da Matteo Renzi. È vero che sono stati intercettati in maniera preventiva? Per quali ragioni di ‘sicurezza nazionale’? E che utilizzo è stato fatto di quelle intercettazioni? Serve un intervento chiarificatore del Sottosegretario Alfredo Mantovano. E ci aspettiamo una verifica anche da parte del Copasir”. E in effetti, le intercettazioni preventive sono uno strumento previsto dal nostro Codice che le consente soltanto in presenza di un’autorizzazione preventiva da parte del procuratore generale della Corte di Appello.

Come ha spiegato Matteo Renzi a Repubblica “Le intercettazioni preventive sono un lavoro che l’intelligence può fare in assenza di un’inchiesta giudiziaria, ma quando si ritiene che sia in qualche modo in pericolo la sicurezza nazionale”. Il pericolo, ha proseguito il senatore, è che “In questa maniera ogni settimana si potrebbe capire quello che accade nelle redazioni o quello che avviene nei palazzi della politica. Se questo fosse vero, ci troveremmo di fronte a casa di gravità inaudita. Sarebbe minato alle basi il nostro equilibrio dei poteri che fonda il sistema democratico”. Insomma, un rischio concreto per la nostra democrazia. Per questo, ha sollecitato Renzi, “Il Governo ha il dovere della verità. Non vedo l’ora che arrivi una smentita ufficiale”.

Nel tardo pomeriggio di ieri il sottosegretario Mantovano ha smentito con una nota. “Nei 7 mesi di attività del Governo, il rilascio della delega è stato improntato a un’analisi puntuale e rigorosa dei requisiti e delle condizioni previste dalla legge, sia per la stretta attinenza delle motivazioni alle finalità di ricerca informativa, sia per l’individuazione dei soggetti nei confronti dei quali si indirizzavano le attività di intercettazione. In base alla legge n. 124/2007 – ricorda Mantovano – l’Autorità delegata è obbligata a effettuare un vaglio preventivo sulle richieste di intercettazioni, finalizzandole alla difesa dell’indipendenza, dell’integrità, della sovranità della Repubblica e delle istituzioni democratiche, per mettere al riparo da ogni minaccia, attività eversiva e forma di aggressione criminale e terroristica, attività di spionaggio e di proliferazione concernenti materiali strategici.

A seguito del rilascio della delega da parte dell’autorità politica, i direttori delle Agenzie formulano la richiesta di autorizzazione delle intercettazioni al Procuratore generale”. Mantovano ha specificato che in seguito al mutamento normativo, le intercettazioni preventive dei servizi seguono un iter autorizzativo diverso: “Le Agenzie sono tenute a consegnare non più soltanto il “verbale sintetico” e i “supporti mobili” utilizzati, ma anche i “contenuti intercettati”; sono stati ampliati gli obblighi di distruzione del materiale depositato, che riguarda tutta la documentazione consegnata al procuratore generale; si è resa più specifica la disciplina sul tracciamento delle comunicazioni telefoniche e telematiche e sull’acquisizione dei “dati esterni” (es. dati anagrafici, tabulati, ecc.), con un termine massimo – assente nella precedente disciplina – per la distruzione dei dati acquisiti nel corso dell’attività e per la consegna del verbale delle operazioni al procuratore generale”.

Il senatore Renzi ha apprezzato l’attesa smentita del sottosegretario Mantovano. Oggi Renzi torna sul tema nel proprio editoriale su Il Riformista. A quanto si apprende, nei prossimi giorni verrà fissata l’audizione del sottosegretario alla presidenza del consiglio e Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica davanti al Copasir.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.