Deriva autoritaria, rischio fascista, emergenza democratica. Non c’è giorno che passi senza che qualcuno evochi il rischio di tenuta del sistema istituzionale del Paese. Poi esce una notizia bomba e stanno tutti zitti. Luigi Bisignani scrive nel suo nuovo libro con Paolo Madron, (“I potenti al tempo di Giorgia“), che l’intelligence italiana effettuerebbe centinaia di intercettazioni preventive. E fin qui passi. Si può discutere del numero, ma le intercettazioni preventive sono legittime per i servizi segreti: occorre l’autorizzazione ex ante di un magistrato, il procuratore generale di Roma, ma si possono fare.

Non sono intercettazioni come quelle che subiscono gli indagati: qui non rimangono degli atti, vengono effettuate dai servizi, non dai magistrati. Servono a capire se ci sono dei potenziali rischi per la tenuta del sistema istituzionale ed economico del Paese. Si sussurra però che negli ultimi anni ci sia stata la tendenza a allargare le maglie di queste intercettazioni, attraverso una sorta di pesca a strascico giuridicamente possibile, eticamente molto discutibile. E che dentro la rete – così fanno capire Bisignani e Madron – sarebbero finiti anche direttori di giornali, parlamentari e avversari politici del Governo in carica.

Se così fosse, sarebbe uno scandalo senza precedenti. Parlo per cognizione di causa: con me Premier non si sono mai effettuate intercettazioni preventive a giornalisti o politici. Non metto la mano sul fuoco su chi è venuto dopo di me: ad esempio ho sempre avuto riserve sulla gestione dell’intelligence da parte di Conte e del suo fedelissimo Vecchione. Ma quello di cui sono certo è che la solidità istituzionale del Paese ha bisogno di una smentita secca del libro di Bisignani da parte del sottosegretario Mantovano.

E c’è bisogno che il Copasir chiarisca la vicenda in seduta segreta ribadendo in modo netto e chiaro che le preventive non possono mai e poi mai toccare i giornalisti, specie se direttori, commentatori o direttori di inchiesta, e i parlamentari. Noi non gridiamo allo scandalo perché la Meloni sceglie i suoi uomini per la Polizia o la Finanza. Rispettiamo le decisioni di chi ha vinto le elezioni. Ma chiediamo alla Premier di smentire con forza il libro di Bisignani dissipando ogni dubbio sulle intercettazioni preventive. Perché ne va della credibilità delle Istituzioni.

LA PRECISAZIONE DI MANTOVANO: “TOGHE ACCERTERANNO SE E’ VERO SCENARIO CHE EVOCA RENZI” – Dopo le parole di Renzi, arriva la replica del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano: “Dal momento dell’insediamento di questo Governo non ho mai autorizzato, quale Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, alcuna forma di intercettazione a carico di esponenti politici o di giornalisti”.

“L’attenzione del Governo a evitare qualsiasi improprio uso di tale strumento – sottolinea – è dimostrata dal fatto che esso ha proposto e fatto inserire nella legge di bilancio 2023 una norma (art. 1, comma 684, L. 29 dicembre 2022 n. 197), che tutela con maggior efficacia la segretezza delle informazioni acquisite nel corso delle attività; la coerenza delle attività svolte con i fini istituzionali delle Agenzie”. “In particolare, a seguito di tale mutamento normativo – prosegue Mantovano – è divenuta autonoma la disciplina delle intercettazioni preventive dei Servizi rispetto alle intercettazioni preventive di polizia (ex art. 226 norm. att. C.p.p.), risulta ampliato il potere di verifica da parte dell’autorità giudiziaria, cioè del procuratore generale della corte di appello di Roma, sulle operazioni svolte, dato che le Agenzie sono tenute a consegnare non più soltanto il ‘verbale sintetico’ e i ‘supporti mobili’ utilizzati, ma anche i ‘contenuti intercettati’; sono stati ampliati gli obblighi di distruzione del materiale depositato, che riguarda tutta la documentazione consegnata al procuratore generale; si è resa più specifica la disciplina sul tracciamento delle comunicazioni telefoniche e telematiche e sull’acquisizione dei ‘dati esterni’ (es. dati anagrafici, tabulati, ecc.), con un termine massimo – assente nella precedente disciplina – per la distruzione dei dati acquisiti nel corso dell’attività e per la consegna del verbale delle operazioni al procuratore generale”

In base alla legge n. 124/2007, ricorda quindi il sottosegretario, “l’Autorità delegata è obbligata a effettuare un vaglio preventivo sulle richieste di intercettazioni, finalizzandole alla difesa dell’indipendenza, dell’integrità, della sovranità della Repubblica e delle istituzioni democratiche, per mettere al riparo da ogni minaccia, attività eversiva e forma di aggressione criminale e terroristica, attività di spionaggio e di proliferazione concernenti materiali strategici. A seguito del rilascio della delega da parte dell’autorità politica, i direttori delle Agenzie formulano la richiesta di autorizzazione delle intercettazioni al Procuratore generale”.

“Nei 7 mesi di attività del Governo, il rilascio della delega è stato improntato a un’analisi puntuale e rigorosa dei requisiti e delle condizioni previste dalla legge, sia per la stretta attinenza delle motivazioni alle finalità di ricerca informativa, sia per l’individuazione dei soggetti nei confronti dei quali si indirizzavano le attività di intercettazione”.

Infine conclude: “Poiché il sen. Matteo Renzi evoca uno scenario che, se vero, sarebbe gravissimo, l’autorità giudiziaria valuterà ogni eventuale accertamento, a garanzia delle istituzioni e dell’ordinamento democratico. Per quanto di mia competenza, ho già comunicato al presidente del Copasir senatore Lorenzo Guerini la disponibilità a fornire ogni utile informazione, qualora ne ravvisi l’opportunità”. 

RENZI: “APPREZZATO SMENTITA” – Il senatore Renzi – secondo quanto riferiscono fonti di Italia Viva – ha apprezzato l’attesa smentita del sottosegretario Mantovano. Domani Renzi tornerà sul tema nel proprio editoriale su Il Riformista.

AUDIZIONE AL COPASIR – Nei prossimi giorni, secondo quanto riferisce l’agenzia AdnKronos, verrà fissata l’audizione del sottosegretario alla presidenza del consiglio e Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica davanti al Copasir.

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Matteo Renzi (Firenze, 11 gennaio 1975) è un politico italiano e senatore della Repubblica. Ex presidente del Consiglio più giovane della storia italiana (2014-2016), è stato alla guida della Provincia di Firenze dal 2004 al 2009, sindaco di Firenze dal 2009 al 2014. Dal 3 maggio 2023 è direttore editoriale de Il Riformista