Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha parlato in conferenza stampa degli sviluppi del conflitto a Gaza. A partire dai negoziati sugli ostaggi, dopo che in questi giorni in Israele si è svolta una grande manifestazione per chiederne a gran voce la liberazione e soprattutto dopo che erano uscite indiscrezioni di una possibile intesa con Hamas.

L’accordo sugli ostaggi israeliani

“Ci sono voci infondate: fino ad ora nessun accordo è stato raggiunto sugli ostaggi, ma quando ci sarà lo diremo subito” ha dichiarato Netanyahu. “Io marcio con voi. Tutto il popolo di Israele marcia con voi. Comprendiamo la vostra sofferenza e l’incubo che vivete” ha aggiunto, riferendosi alla manifestazione a Gerusalemme in cui erano presenti anche i familiari dei rapiti.

Tra l’altro, proprio oggi, era uscita una dichiarazione di membri dell’ala militare di Hamas, le brigate al Qassam, in cui hanno avvertito che con alcune unità responsabili di gruppi di ostaggi si erano perse le comunicazioni.

La protesta dei familiari a Gerusalemme

In giornata migliaia di persone sono arrivate a Gerusalemme in corteo, fin sotto alla residenza del premier. Partita da Tel Aviv qualche giorno fa, la folla ha chiesto un impegno maggiore per la liberazione delle persone rapite da Hamas negli attacchi dello scorso 7 ottobre. Sarebbero 240 gli ostaggi del gruppo terroristico.

L’incontro con Benjamin Netanyahu

Alla fine l’incontro tra i membri del governo, tra cui Netanyahu, e le famiglie degli ostaggi si terrà lunedì in serata, alle 20 ore locali. A renderlo noto, dopo alcune indiscrezioni in queste ore, è stato il Forum dei familiari rapiti. In precedenza era previsto un incontro oggi con il ministro della Difesa Yoav Gallant. Ma come comunica il forum, è stato “rinviato in favore di un incontro con tutti i membri del gabinetto di guerra”.

Le minacce di Netanyahu ad Hamas

”Tutti i leader di Hamas sono passibili di morte”. È il messaggio inequivocabile di Netanyahu, lanciato dal premier dopo una domanda di un giornalista che chiedeva se negli obiettivi della campagna in corso contro Hamas ci fossero anche suoi leader che risiedono all’estero, ”come ad esempio nel Qatar”. Quindi nel mirino non ci sono solo i terroristi nella Striscia di Gaza.

Gli obiettivi dell’esercito israeliano

”Siamo determinati a combattere fino alla vittoria: fino a quando avremo distrutto il nemico e recuperato gli ostaggi”, sono le parole di Netanyahu. Che però ha aggiunto un elemento in più. La necessità per Israele è che ”all’indomani della vittoria, Gaza non possa tornare a rappresentare una minaccia per noi”. Di fatto, i soldati israeliani dovranno mantenere una certa libertà di manovra all’interno della Striscia. Il premier ha poi difeso l’operato delle forze armate israeliane, ribadendo che ”Israele opera secondo i codici internazionali di combattimento”.

Redazione

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