Jim Breyer, figlio di immigrati ungheresi, laurea a Stanford e MBA a Harvard, è un importante venture capitalist statunitense, fondatore e amministratore delegato di Breyer Capital, nonché ex socio gestore di Accel Partners. Nel corso della sua carriera, Breyer ha investito in oltre 40 aziende (molte delle quali successivamente quotate in borsa). È stato uno dei primi investitori in Facebook (quando ci lavoravano solo 10 persone), diventandone il maggior azionista, secondo solo a Mark Zuckerberg. Un investimento, quello in Facebook, che gli ha dato un ritorno di oltre 100 volte il capitale iniziale. Poi sono venuti Blackstone, Circle, Dell, Etsy, Legendary Entertainment, Marvel Entertainment, Spotify, Wal-Mart e 21st Century Fox – per citare solo alcuni di quelli americani e trascurando i suoi investimenti in Europa e in Cina. È membro del consiglio di amministrazione del Metropolitan Museum di New York, dell’American Film Institute, e del Moma di San Francisco nonché di HAI (Human-Centered Artifical Intelligence), di Stanford University.

È past-president (il presidente attuale è Tim Cook) e membro del board della Scuola di Economia e Management nell’Università di Tsinghua in Cina. È anche un generosissimo filantropo. Ha legato il proprio nome al centro di Stanford di Firenze, dove ha trascorso un periodo di studio, ma ha strettissimi rapporti anche con Harvard University e con l’Università del Texas a Austin. Fa parte di diversi comitati del World Economic Forum e, da sempre, è molto attento alle questioni di sostenibilità ambientale. Dal 2016 si occupa di Intelligenza Artificiale, di quantistica computazionale, e di scienze della vita. Gli abbiamo chiesto di IA dal suo punto di vista, quello di un investitore.

Innovazioni: quali sono gli ambiti di ricerca e le applicazioni dell’IA che vedranno un progresso significativo nel 2024 e negli anni a venire?
«Guardando al 2024 e oltre, mi aspetto diversi sviluppi cruciali quanto a IA. Innanzitutto l’integrazione di modelli di IA multimodali applicati alla salute è destinata a rivoluzionare l’assistenza medica personalizzata. Questi modelli combinano vari tipi di dati. I dati clinici, quelli delle discipline biomolecolari (per capirsi, tutte quelle con il suffisso -omica, dalla genomica a molte altre) e di imaging. Grazie alla loro integrazione, potremo contare su un sistema di erogazione dell’assistenza medica più personalizzato ed empatico. L’evoluzione di questi modelli aprirà la strada a trattamenti più precisi ed efficaci perché fatti su misura, ovvero specifici per i diversi profili individuali dei pazienti. Inoltre l’innovazione rappresentata dall’IA generativa (ad esempio, quella a cui stiamo già assistendo con ChatGPT-4) e la crescita dei modelli open-source di grandi dimensioni, avranno un impatto su diversi ambiti industriali, oltre a quello sanitario. Quanto a quest’ultimo, potremo disporre di strumenti di IA sempre più sofisticati che ci aiuteranno nella clinica, nella scoperta di nuovi farmaci, e nella gestione della cura dei pazienti. Per quanto riguarda in particolare lo sviluppo di nuovi farmaci, il cambio di paradigma a cui stiamo già assistendo è destinato ad andare avanti. Scoperte come quella del vaccino di Moderna contro il COVID-19, che dobbiamo in gran parte all’IA, rappresentano solo l’inizio di quella che sarà una nuova era. Un approccio alle biotecnologie ‘AI-first’ (prima l’IA) con ogni probabilità avrà ricadute importanti su tutte le procedure cliniche, fino a trasformare il modo in cui scopriamo e sviluppiamo nuove terapie. E vedremo avanzamenti davvero significativi nella cura delle malattie più complesse. L’oncologia, la cardiologia e le neuroscienze faranno da apripista per la medicina di precisione. Anche gli strumenti diagnostici e terapeutici, grazie alla costante evoluzione dell’IA e dei metodi computazionali, miglioreranno rapidamente. Presto disporremo di nuove metodiche per le malattie finora incurabili».

Dinamiche di mercato: come evolverà il mercato dell’IA entro il 2024? Quali settori sperimenteranno una crescita significativa o, viceversa, un rallentamento o un aumento della competizione?
«Vale la pena tener d’occhio l’intersezione dell’IA con la quantistica computazionale, anche se siamo ancora agli albori di entrambe le tecnologie. Breyer Capital è investitore fondatore di SandboxAQ, una spin-out di Alphabet (dunque di Google), che grazie all’IA e la quantistica computazionale è riuscita a affrontare questioni, finora irrisolte, in ambito di scienze della vita, di sicurezza dei dati, e di energie pulite. Sandbox utilizza la quantistica computazionale per modellare la dinamica molecolare e simulare la struttura e il comportamento dei farmaci e dei bersagli. È un’azienda privata, ma questi grandi temi potrebbero venir ripresi dal mercato nel suo insieme. Dall’altra parte, invece, con un mercato dell’IA più maturo, alcune aree potrebbero sperimentare un aumento di concorrenza e un consolidamento, specialmente man mano che la tecnologia diventa standardizzata e sempre più commercializzata. Ad esempio le applicazioni generiche di IA nelle analisi del business aziendale, nel servizio clienti e in alcuni aspetti del marketing potrebbero vedere un rallentamento di crescita rispetto a quelle del settore sanitario e delle scienze della vita, che sono più specializzate e all’avanguardia».

Opportunità di investimento nel 2024: considerando la natura dinamica dell’IA, quali sono le opportunità di investimento più interessanti per il 2024? Quali le tecnologie emergenti o le applicazioni capaci di attrarre gli investitori?
«Mi interessano molto gli avanzamenti e le scoperte nelle scienze della salute e della vita di cui ho parlato prima, ma sono anche molto attento al potenziale rivoluzionario dell’IA in campi come la finanza, la cybersecurity, e l’energia. In particolare, le applicazioni di IA che promettono di migliorare l’efficienza, la sicurezza e i processi decisionali in questi settori, attireranno probabilmente investimenti significativi man mano che diventano sempre più necessarie al successo operativo e all’innovazione di queste industrie. In generale, dunque, il 2024 apre un panorama attrattivo e differenziato per gli investitori, perché ci sono opportunità di investimento lungo l’intero arco dello sviluppo e delle applicazioni dell’IA».

Considerazioni sull’IA Etica: assistiamo a una crescente integrazione dell’IA nella società e nella vita. Cosa ci riserva il 2024 quanto a IA e etica? Da investitori, come si può essere certi che i propri investimenti nell’IA rispondano a principi etici?
«Con la sempre maggiore integrazione e diffusione dell’IA nella nostra società, è imperativo e sempre più urgente che l’IA sia etica, trasparente e spiegabile. Entro il 2024, mi aspetto che prenda forma un robusto quadro etico relativo per l’IA, grazie sia agli avanzamenti tecnologici sia a istanze provenienti dalla società. La transizione verso un’IA etica probabilmente si riverbererà sulle dinamiche di mercato, potenzialmente rallentandone l’adozione in settori già pesantemente regolamentati o in quelli in cui la fiducia e la trasparenza sono già cruciali. Tuttavia, lo sviluppo di una IA etica non dovrebbe essere visto come un ostacolo, ma come un’occasione per migliorare la credibilità dell’IA stessa e la sua applicabilità in tutti i settori. Gli investitori dovrebbero valutare opportunità di investimento nei servizi di audit, di conformità e di miglioramento legati all’IA, che sono quelli fondamentali per garantire che l’IA sia in linea con elevati standard di etica e di affidabilità. La chiave sta nell’investire in aziende che pongono l’etica al centro dell’IA. Ciò significa trasparenza degli algoritmi e nell’utilizzo dei dati, nonché l’istituzione di quadri etici standardizzati per l’IA. Tutte questioni essenziali».

IA Globale: l’IA è un fenomeno globale ma a diverse regioni corrispondono sfide e approcci diversi. Qual è il panorama globale dell’IA nel 2024? Quali sono le aree geografiche con opportunità particolarmente promettenti per gli investitori e quelle che invece presentano potenziali ostacoli?
«In Breyer Capital, investiamo soprattutto negli Stati Uniti, dove ci aspettiamo di continuare a vedere investimenti significativi e significative innovazioni, particolarmente nel settore della salute e delle biotecnologie. E specialmente in posti come Austin (Texas) e la Bay Area (California), che vantano ecosistemi tecnologici avanzati e istituzioni accademiche di eccellenza.
L’Europa potrebbe diventare un leader nell’IA etica, dato il suo robusto quadro normativo. L’attenzione alla privacy, l’enfasi sull’etica, e su un’IA umano-centrica potrebbero fare dell’Europa un polo attrattivo per gli investimenti e per lo sviluppo di modelli di IA fondati su questi valori. Al tempo stesso però le rigide normative europee rischiano anche di rappresentare un ostacolo alla rapida implementazione e alla scalabilità dell’IA. Nei mercati emergenti (parti dell’Africa, dell’America Latina e del Sud-Est Asiatico), assistiamo a un crescente ricorso all’IA per affrontare sfide fondamentali in settori come la salute, l’agricoltura e l’istruzione. Sebbene queste regioni non dispongano di infrastrutture e di investimenti dello stesso tenore di quelli in altre aree geografiche più sviluppate, l’uso innovativo che fanno dell’IA, a fronte di risorse limitate, potrebbe portare alla scoperta di nuovi e rivoluzionari modelli di applicazione e implementazione dell’IA stessa».