Follow the money. E non ti sbagli mai. Ogni vicenda ha più chiavi di letture. E l’inchiesta di Genova apparentemente è una storia politica. Con Toti sbattuto ai domiciliari e in prima pagina nel bel mezzo della campagna elettorale. È il bersaglio grosso della notizia. Ma vale la pena osservare da lontano e avere una visuale più ampia. L’inchiesta di Genova riguarda il cuore pulsante del business genovese, dell’imprenditoria non solo cittadina ma nazionale e internazionale: il traffico portuale e la significativa battaglia commerciale che da tempo si sta consumando nel Porto di Genova tra i colossi di questo settore.

L’inchiesta al momento non tocca quel che stiamo per raccontarvi. Riguarda fatti specifici legati alle concessioni balneari che dipendono dalla Regione, e a quelle portuali che fanno capo all’Autorità portuale. Però i contesti sono sempre importanti. Fondamentali. E una storiaccia del genere non può non essere accompagnata da un’infarinatura dello scontro commerciale, di business, quindi di potere, che sta avvenendo nella portualità italiana. Ed è legato all’attività di logistica.

La Msc di Aponte, uno dei colossi internazionali del settore, ha investito miliardi su miliardi e sta assumendo il controllo della maggioranza dei terminal di container in Italia. Espansione che ovviamente non è vista di buon grado da chi non appartiene alla galassia Msc terminal come ad esempio Genova Pra diretta da Singapore e da alcuni fondi. Non solo. A Genova è in atto un’opera infrastrutturale particolarmente gradita all’Msc di Aponte: lo spostamento della diga foranea sui 50 metri di profondità, consentendo così l’ampliamento del canale di navigazione. Chi ne sa, racconta senza mezzi termini che “serve per far attraccare navi più grandi nei terminal Msc e Sampierdarena già collegati a Msc”.

Non a caso, proprio pochi giorni fa Gianluigi Aponte ha dichiarato: “È una svolta per tutti, per l’armamento in generale, le navi stanno aumentando di taglia per cui o Genova si adegua o le navi andranno altrove. Consentirà alle grandi navi di attraccare e quindi fare anche transhipment. Non è un’opera che favorisce Msc ma un’infrastruttura della quale beneficerà tutto il porto. E non solo il traffico container”. Msc ha allargato il proprio bacino. Ultimamente ha ampliato la flotta Gnv (Grandi navi veloci) con due ex traghetti Moby. E ha aperto un altro fronte di scontro con Grimaldi che è il più grande operatore europeo (forse anche mondiale) del settore traghetti.

Il business dei traghetti è in forte crescita. Raccontano che chiunque avrebbe scommesso sulla crescita del traffico dei container e invece questo non sta avvenendo. Mentre è aumentato tantissimo quello dei traghetti. E i due colossi ora si stanno danno battaglia per il trasporto in Europa delle automobili cinesi. In questo scenario, dicono i ben informati, è utile sapere che tra Grimaldi e l’Autorità portuale diretta da Signorini ci fu una significativa battaglia per lo spostamento dei depositi chimici.

Spostamento fortemente caldeggiato dal sindaco Bucci (centrodestra). Spostamento che comportava la perdita della banchina da parte di Grimaldi: il Terminal San Giorgio. Non proprio una sciocchezza che avrebbe finito col favorire Msc. Dovrà pronunciarsi l’Antitrust. È questo lo scenario in cui è arrivata l’inchiesta della Procura di Genova con le accuse di aver favorito Spinelli affidandogli concessioni portuali.