Il Pm Storari è stato assolto. Era stato già scagionato dal Csm ora anche dalla Procura di Brescia. È uno schiaffo all’establishment della magistratura, in particolare all’establishment potentissimo della Procura di Milano. Storari era accusato di avere consegnato a Piercamillo Davigo, violando le regole, i verbali dell’interrogatorio nel quale l’avvocato Amara rivelava l’esistenza della Loggia Ungheria che – a suo dire – sarebbe la cupola che governa la magistratura italiana. Davigo ne avrebbe parlato poi con il vicepresidente del Csm, con il capo della commissione antimafia e con il consigliere speciale di Mattarella. Con scarsi risultati. Muro di gomma.

Il tribunale di Brescia ha esaminato la posizione di Storari e lo ha assolto. Dunque gli ha dato ragione. Dunque, seppure indirettamente, ha avallato la sua tesi che era molto semplice: la procura di Milano ostacolava le indagini sulla Loggia Ungheria. Capite bene che è una sentenza clamorosa. Se Storari aveva ragione, allora la Loggia esiste. E il vicepresidente del Csm, e la Presidenza della repubblica e la Commissione antimafia hanno messo tutto a tacere.

È uno scandalo di dimensioni colossali. Esiste la fondata possibilità che la magistratura italiana sia sottoposta al potere di una Loggia, massonica o no, composta da magistrati, avvocati, uomini e donne dell’esercito e della politica, e dunque che la sua indipendenza sia pura favola.

L’ipotesi è che anziché rispondere alla legge risponda alla loggia. Con gigantesche coperture, consapevoli o inconsapevoli, dirette o solo concesse per quieto vivere. Non cambia molto.

La sostanza è che la magistratura italiana è fuorilegge. Che chissà quante indagini sono state aperte non per amor di giustizia ma per amor di Loggia. Che chissà quante sentenze sono infondate. Il sistema denunciato da Palamara? Oltre: siamo molto oltre! Ministra Cartabia: ora o mai più.

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.