Guerra di logoramento. Peggio ancora: una guerra infinita. Combattuta sul campo e nelle dichiarazioni. Sempre più minacciose, sempre più ultimative. “La politica dell’Occidente per trasformare l’Ucraina in una roccaforte anti-russa sta raggiungendo il punto di non ritorno”, avverte il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov citato dalla Tass.

La guerra ibrida dell’Occidente mira a circondare la Russia e trasformarla in uno “Stato canaglia”, insiste. La risposta dell’Occidente viene da Bruxelles, versante Nato. Al vertice dei ministri della Difesa dei Paesi dell’Alleanza atlantica, conclusosi ieri, si sono sollevati dubbi sull’invio di caccia e missili a lunga gittata a Kiev. Sul resto, è riarmo. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha esortato gli alleati “ad aumentare la produzione” di armi e munizioni perché “la guerra in Ucraina sta diventando una guerra di logoramento”. “Gli Stati Uniti, la Francia, Germania, Norvegia, ma anche altri alleati hanno già firmato contratti con l’industria della difesa, il che significa che la produzione sta ora accelerando. Questo sta facendo una grande differenza e in parte è possibile aumentare la produzione dalle fabbriche esistenti, le capacità, ma ovviamente è necessario anche fare investimenti che richiederanno più tempo”, ha spiegato Stoltenberg al termine del vertice.

“Ora stanno accadendo entrambe le cose: un maggiore utilizzo della capacità esistente e un investimento nella nuova capacità produttiva. Quindi la produzione, ad esempio, di proiettili di artiglieria, l’1.55, sta ora aumentando, e questo ci consente sia di ricostituire le nostre scorte, che abbiamo esaurito, ma anche di continuare a fornire supporto all’Ucraina, ha illustrato Stoltenberg. “Lo facciamo anche lavorando insieme: gli alleati stanno affrontando congiuntamente la necessità di fare anche appalti congiunti, fare grandi ordini dall’industria, utilizzare l’economia di scala e inoltrare ordini più grandi e dare all’industria della difesa la domanda a lungo termine con contratti a lungo termine. Quindi sì, le cose stanno avvenendo, ma dobbiamo continuare, dobbiamo intensificare ancora di più perché là fuori c’è un grande bisogno di fornire munizioni all’Ucraina”, ha evidenziato il segretario generale.

“Abbiamo detto e ribadito molte volte che l’Ucraina diventerà un membro dell’Alleanza. Ma l’obiettivo ora è garantire che vinca la guerra, perché l’unico modo per integrarsi e per garantire che l’Ucraina possa muoversi verso una cooperazione euro-atlantica più vicina è garantire che l’Ucraina prevalga come nazione sovrana e indipendente. Quindi l’obiettivo principale e urgente per gli alleati è garantire che l’Ucraina ottenga le armi e le forniture di munizioni di cui ha bisogno per respingere gli invasori russi”, taglia corto Stoltenberg.

L’esercito Usa ha annunciato di aver assegnato 522 milioni di dollari in ordini a due società per la produzione di munizioni di artiglieria da 155 MM per l’Ucraina. Gli ordini, decisi ufficialmente il 30 gennaio, sono andati a Northrop Grumman System Corp e Global Military Products Inc. Le consegne delle nuove munizioni dovrebbero iniziare a marzo di quest’anno. Il contratto è finanziato dall’iniziativa di assistenza alla sicurezza dell’Ucraina del Pentagono.

“La controffensiva russa” in Ucrainaè iniziata anche se lentamente, e per la prima volta l’Ucraina non ha un vantaggio numerico sul campo”. A sostenerlo è l’alto rappresentante Ue per la Politica estera, Josep Borrell, all’Europarlamento a Strasburgo. Borrell ha ricordato la necessità di fornire all’Ucraina ciò di cui “ha bisogno”, cioè “più munizioni, più addestramento militare, continuare a far capire che non intendiamo flettere” nel nostro sostegno al Paese. La politica è bandita. Affidata alla forza militare.

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Esperto di Medio Oriente e Islam segue da un quarto di secolo la politica estera italiana e in particolare tutte le vicende riguardanti il Medio Oriente.