Il disagio mentale degli italiani
La nuova pandemia: ragazzi più ansiosi e tristi, senza cure e sportelli saranno condannati a isolamento e depressione
La nuova pandemia: ragazzi più ansiosi e tristi, senza cure e sportelli saranno condannati a isolamento e depressione
C’è una pandemia in Italia, ma non esiste un vaccino efficace e le risorse sono scarse. Non è un videogioco né una nuova affascinante serie televisiva, ma il disagio mentale degli italiani. Un tema, come sottolinea il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una nota inviata in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, che viene ancora troppo spesso trascurato: “Grazie all’approccio innovativo di Franco Basaglia, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita, l’Italia ha tracciato politiche più rispettose dei diritti delle persone con disturbi psichici, aprendo la strada a una nuova concezione della salute mentale basata sull’inclusione sociale, l’autonomia dei pazienti e il supporto all’interno della comunità. Nonostante ciò, il tema della salute mentale continua a essere spesso ignorato. Il pregiudizio e la disinformazione che lo circondano impediscono a molti di cercare aiuto. Si tratta di donne e uomini che, pur vivendo tra noi, continuano a soffrire in silenzio. Il fenomeno è ancora più preoccupante quando riguarda i giovani che, in un mondo iperconnesso e competitivo, si trovano ad affrontare pressioni spesso insostenibili”. “È necessaria — ha sottolineato il capo dello Stato — una rete di supporto adeguata ai bisogni delle persone con disturbi mentali, anche per sostenere le famiglie che ogni giorno si trovano ad affrontare un enorme carico emotivo e fisico. Datori di lavoro, scuole, istituzioni e comunità hanno un ruolo cruciale, perché il benessere mentale è una responsabilità collettiva, e ciascuno è chiamato a fare la propria parte per costruire una società più consapevole, inclusiva e solidale”.
Uno studente su due soffre di stati d’ansia o tristezza
Secondo una consultazione pubblica tra circa 7.500 studenti italiani delle scuole secondarie, promossa dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, il 51,4% dei ragazzi soffre di stati di ansia o tristezza prolungati. Il 49,8% lamenta un eccesso di stanchezza e il 46,5% dichiara di provare nervosismo. Inoltre il 29% riferisce frequenti mal di testa e il 25,4% dichiara di avere problemi di sonno. Negli ultimi 5 anni – secondo un’indagine realizzata dal Consiglio Nazionale dei Giovani (CNG) – il 75% degli intervistati ha sentito il bisogno di un supporto psicologico, ma solo il 27,9% ha ricevuto l’aiuto necessario.
Tre giovani su quattro – tra i 15 e i 35 anni – avvertono l’esigenza di un supporto, con un malessere diffuso più accentuato tra le donne. L’87,3% di loro dichiara di aver avvertito la necessità di supporto psicologico, rispetto al 61,8% degli uomini coetanei.
Il rischio isolamento e depressione
Nell’Unione europea, secondo l’Unicef, oltre 11 milioni di bambini e giovani sotto i 19 anni (il 13%) soffrono di un problema di salute mentale. Tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 19 anni, circa l’8% soffre di ansia e il 4% di depressione. Il suicidio è la seconda causa di morte (dopo gli incidenti stradali) tra i giovani di questa fascia d’età. Tempestività e continuità delle cure, personalizzazione degli interventi, sportelli di ascolto nelle scuole e nelle università, e l’introduzione dello psicologo di base nel sistema sanitario sono misure da non relegare all’oblio. Il rischio è quello di consegnare alle nuove generazioni un futuro di isolamento e depressione.
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