Quello che Schlein, Conte e Fratoianni non vogliono vedere
La Palestina che celebra Hamas, offre welfare per i tagliagole e vuole eliminare gli omosessuali: se questo è uno Stato democratico…

Il Partito democratico, il Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra hanno presentato una mozione congiunta rivolta a “riconoscere la Palestina quale Stato democratico e sovrano entro i confini del 1967”. L’iniziativa è stata annunciata dai plenipotenziari di quei partiti – Elly Schlein, Giuseppe Conte e Nicola Fratoianni – in una conferenza stampa dell’altro ieri. Se fosse stato presente non vogliamo dire un cronista con ambizioni da Pulitzer, ma un cronista punto e basta, avrebbe potuto porre a quel trio un paio di semplicissime domande. La prima: “Gentili onorevoli, quali sarebbero i ‘confini’ del 1967?”. La seconda: “Gentili onorevoli, che cosa intendete per ‘Stato democratico’ quando vi riferite alla Palestina?”.
Non esiste nessun confine
Una coppia di domande che avrebbe supposto l’esistenza, tra le cognizioni del cronista che avesse osato rivolgerle, di un paio di strabilianti consapevolezze. La prima: che non esiste nessun “confine del 1967” oltre il quale dovrebbe poter insistere uno Stato palestinese ed entro il quale Israele dovrebbe contenere la propria presenza. Quelli del 1967 non sono e non sono mai stati “confini”; nessuno li ha mai considerati tali e nessuno avrebbe mai potuto considerarli tali. Erano, e continuano a essere, linee armistiziali, in buona sostanza linee di cessate il fuoco, senza nessun valore legale, dopo la guerra scatenata dai Paesi arabi contro Israele nel 1948. Questo significa che non possa essere immaginata, ed eventualmente proposta, l’istituzione di uno Stato palestinese? No, ovviamente. Ma già solo quel riferimento ai presunti “confini” del 1967, che non esistono, la dice lunga sulla serietà della proposta e sull’attrezzatura storico-giuridica di chi l’ha avanzata in quei termini.
La legge della Sharia
Il secondo profilo della faccenda, se possibile, è anche più stuzzicante perché non rinvia a noiose – per quanto rilevanti – questioni giuridico-internazionali, ma alla ciccia politica e civile sorvolata a occhi chiusi e a coscienza sporca da quei tre responsabili della nostra opposizione parlamentare. Dice la loro mozione: riconoscere la Palestina quale “Stato democratico e sovrano”. Quale Stato? E in che senso democratico? Si riferiscono, quei tre, allo Stato di Palestina il cui capo, Mahmoud Abbas, dice “stiamo applicando la legge della Sharia: vittoria o martirio”? Lo Stato di Palestina “democratico” cui si riferiscono è quello dell’Autorità nazionale palestinese secondo cui “una volta che la Palestina sarà libera, a nessun omosessuale sarà permesso di vivere nella nostra terra pura”? Lo Stato “democratico” palestinese cui si riferiscono Schlein, Conte e Fratoianni è quello che remunera le famiglie dei terroristi, con provvidenze tanto più generose quanto più è grave il crimine che essi commettono? È quello lo Stato democratico di cui vagheggiano quei tre? Quello che non solo non ha condannato i massacri del 7 ottobre, ma li ha celebrati?
La mozione Pd-M5S-Avs non tralascia poi, prevedibilmente, di reclamare l’embargo della fornitura di armi a Israele (che peraltro l’Italia non fornisce), né omette di fare appello al dovere di rispetto del diritto internazionale che si assume violato nel corso della guerra di Gaza. Un cronista, se fosse stato presente al comizio di quei tre dell’altro giorno, o se avesse letto il testo della mozione, avrebbe potuto domandare qualcosa circa le armi che non lo Spirito Santo, ma qualcuno in carne, ossa e barba fa arrivare in gran copia al terrorismo palestinese. Macché. E, quanto al diritto internazionale, avrebbe potuto domandare se esso vincoli tutte le parti in causa o invece soltanto Israele, come fa mostra di intendere la mozione. Ma figurarsi. Evidentemente il diritto internazionale viene in conto non quando vi si contravviene, ma a seconda che a contravvenirvi sia l’uno o l’altro. Per capirsi: è vietato dal diritto internazionale usare gli ospedali per fini bellici, ma degli ospedali ci si occupa quando Israele li colpisce, non quando i terroristi ne fanno uso.
Una nota finale. La mozione per il riconoscimento dello Stato di Palestina – cioè lo Stato della Sharia, del welfare per i tagliagole e della società finalmente sgombra di omosessuali – è fatta di 622 parole. Un riferimento al 7 ottobre, che infatti manca, avrebbe appesantito il testo.
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