Oggi l'arrivo di Draghi a Trento
Strage della Marmolada, morti, feriti e 19 dispersi: speranza di trovare in vita gli escursionisti dispersi “davvero molto bassa”
Riprese le ricerche per ritrovare i 19 escursionisti dispersi sulla Marmolada dopo il crollo del seracco avvenuto nel primo pomeriggio di domenica 3 luglio. Crollo che al momento ha provocato sei vittime e otto feriti. Più ore passano più la possibilità di trovare qualche sopravvissuto all’incidente è minima. Fra loro italiani, tedeschi, cechi e non si escludono anche cittadini romeni. Sedici le auto presenti nel parcheggio ai piedi dell’ultima salita, che nessuno è andato a riprendere.
Dei 19 dispersi che risultano al momento si apprende che 11 sono italiani, di cui 3 trentini e 8 veneti. Otto sono stranieri: tre romeni, un francese, un austriaco e quattro della Repubblica ceca.
La tragedia è avvenuta nei pressi dell’ultimo rifugio di Punta Rocca, 3.500 metri, al confine tra Veneto e Trentino Alto Adige, lungo l’itinerario di salita della via normale per raggiungere la vetta, e ha travolto diverse cordate di escursionisti. La valanga di neve, ghiaccio e roccia, alta circa 50 metri e larga 200, ha travolto anche la via normale sulla quale stavano salendo gli alpinisti. Viaggiava a una velocità di circa 300 chilometri all’ora.
Intanto è stata ufficializzata nella notte l’identificazione di quattro delle sei vittime della strage sulla Marmolada, gruppo montuoso delle Alpi orientali al confine tra la provincia di Trento e la provincia di Belluno. Sono tre cittadini italiani e uno della Repubblica Ceca. Restano da identificare un uomo e una donna. I corpi si trovano all’interno del palazzo del ghiaccio “Gianmario Scola” di Alba di Canazei dove è stata allestita la camera ardente per le salme delle vittime della tragedia di ieri. Nel frattempo, nel centro della Val di Fassa sono già arrivati i parenti delle vittime e altri stanno arrivando in queste ore.
Prive di speranza le parole pronunciate da Giorgio Gajer, presidente del Soccorso alpino in Alto Adige. Mentre le sue squadre continuano le ricerche sulla Marmolada, Gajer spiega all’Agi che le possibilità di ritrovare in vita gli escursionisti ancora dispersi sono “davvero molto basse, per non dire nulle“. “La valanga li avrà triturati, difficile pensare di trovarli in vita dopo così tante ore”, spiega il presidente del Soccorso alpino in Alto Adige.
E in giornata è atteso anche l’arrivo del premier Mario Draghi a Canazei (Trento) dove è stata allestita la centrale operativa che sta coordinando le operazioni di soccorso e ricerca a seguito del crollo sulla Marmolada. Insieme al capo del Dipartimenti della Protezione civile, Fabrizio Curcio, alle autorità locali e ai soccorritori verrà fatto il punto della situazione. Sarà presente anche il governatore veneto Luca Zaia.
Le ricerche dei dispersi sono proseguite anche nel corso della notte. Nei sopralluoghi è stato impegnato personale della Protezione Civile trentina, con il supporto del soccorso alpino e dei droni dei Vigili del fuoco dotati di termocamere, in grado di individuare anche al buio la fonte di calore emessa da una persona. Al momento non vi sono notizie sull’esito dei sopralluoghi.
“C’è il rischio concreto che un’altra massa di ghiaccio crolli”, spiega Silvano Ploner del Soccorso alpino della val di Fassa, commentando il distacco del gigantesco seracco di ghiaccio dalla Marmolada. “Ora c’è il vertice tra protezione civile e dei vigili del fuoco per capire quando e come ripartire con i soccorsi”, aggiunge Ploner.
La causa del crollo
“La tragedia sulle Alpi, in una montagna che conosco bene, è il risultato del riscaldamento globale indotto dall’uomo: i nostri amati ecosistemi — ghiacciai montani, foreste pluviali, aree umide, barriere coralline — sono in via di distruzione per la conseguenza diretta di folli comportamenti umani”. A spiegarlo in un’intervista a Repubblica, è Jeffrey Sachs, economista della Columbia di New York, per quindici anni direttore dell’Earth Institute della sua università e a lungo consulente dell’Onu per le tematiche ambientali.
“Gli eventi come quello dalla Marmolada appartengono alla categoria ‘alta probabilità-alto impatto'”, spiega. “Il riscaldamento terrestre sta nei fatti accelerando. Oggi la Terra è di 1,2 gradi Celsius più calda di prima dell’era industriale, ed è già più calda che in qualsiasi momento durante i passati diecimila anni. E il riscaldamento globale sta accelerando ulteriormente. Lascerei parlare la scienza. E quello che ci dice è ciò che segue. Nei più recenti decenni, il progresso del riscaldamento globale è stato di circa 0,18 gradi centigradi per decennio. Ora, stando alle prove portate dallo scienziato del clima James Hansen, sulla cui autorità non c’è motivo di dubitare, il riscaldamento ha accelerato bruscamente raddoppiando la sua velocità: 0,36 gradi per ogni decennio. Cosa significa? Che entro pochissimi anni saranno già superati, con larghissimo anticipo, i limiti previsti dall’accordo di Parigi, che prevedevano la neutralità climatica entro il 2050: nulla di più lontano. L’impegno per i Paesi industrializzati era di ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Non ce la faremo mai. Entro pochissimi anni, nei fatti, l’umanità supererà il limite superiore previsto dall’accordo di Parigi, che era di limitare ben al di sotto dei 2 gradi il riscaldamento medio globale rispetto al periodo preindustriale, puntando a un aumento massimo della temperatura pari a 1,5 gradi. Inoltre l’accordo mirava a orientare i flussi finanziari privati e statali verso uno sviluppo a basse emissioni di gas serra e a migliorare la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici. Tutto questo è vanificato, o almeno messo a serio rischio. È stato solo in minima parte rispettato. I pericoli si moltiplicheranno esponenzialmente e drammaticamente perché l’umanità sperimenta, già oggi, il costo di aver infranto i limiti: immense siccità, distruzione irreparabile di foreste pluviali, estinzione di specie animali, scioglimento dei ghiacci polari, rallentamento quando non completo blocco della circolazione delle correnti oceaniche, innalzamento di parecchi metri dei livelli del mare”.
© Riproduzione riservata