La guerra in Ucraina ha due volti. Soprattutto in questa fase. Le bombe russe continuano piovere incessantemente sul Paese invaso, con Vladimir Putin che ha alzato il tiro in questi ultimi giorni anche per vendicarsi dell’invasione del Kursk da parte delle forze di Kiev. Nell’ultimo attacco di martedì notte, missili e droni di Mosca hanno colpito più di metà delle regioni dell’Ucraina uccidendo sei persone e danneggiando infrastrutture idriche ed elettriche. E il piano del Cremlino sembra prendere sempre più forma.

Da un lato premere a est, nel Donbass, consolidando la conquista dei territori occupati da due anni e mezzo. Dall’altro lato, creando le premesse per uno scenario da incubo che preoccupa il governo ucraino e la popolazione civile: un inverno al buio. “Condanniamo con la massima fermezza possibile la continua guerra della Russia contro l’Ucraina e i suoi sforzi per far sprofondare il popolo ucraino nell’oscurità mentre l’autunno incombe”, ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby. E l’allarme era stato lanciato anche dal ministro ucraino dell’Energia, German Galushchenko, che nei giorni scorsi aveva dichiarato che “il nemico non rinuncia a pianificare di lasciare gli ucraini senza elettricità”.

Il pericolo è reale, e rischia di essere un problema enorme per Volodymyr Zelensky. Sia per la capacità di resistenza della popolazione, sia per le possibilità di mantenere in vita un sistema economico, sociale e anche militare che può essere devastato dall’assenza di energia. Ma se questo è uno dei volti della guerra, il più duro, il presidente ucraino negli ultimi giorni ha deciso di mostrarne anche un altro: quello rappresentato dalla capacità di Kiev di colpire la Russia, e di non condurre una guerra di sola resistenza. L’incursione nell’oblast di Kursk è ancora l’incubo strategico di Putin, che ha reagito, fino a questo momento, soprattutto vendicandosi sul Paese invaso. E mentre il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Mariano Grossi, ha ispezionato la centrale nucleare di Kursk lanciando l’allarme sul “rischio di un incidente nucleare nell’area” e sul fatto che la guerra si stia avvicinando pericolosamente al sito, le truppe ucraine hanno provato ieri a sfondare nuovamente anche nella vicina regione di Belgorod.

L’invasione continua, quindi. Ma Zelensky ha deciso di fare un ulteriore passo in avanti. Ha annunciato che le sue forze hanno “già distrutto alcuni missili e droni usando gli F-16” forniti dai partner. Ha promesso di presentare a Joe Biden, Kamala Harris e Donald Trump “un piano per la vittoria”. E ora vuole realizzare un altro obiettivo: trovare il modo di aggirare le restrizioni imposte dall’Occidente alle armi inviate all’Ucraina. La strada tracciata dal governo è diventata chiara soprattutto nelle ultime settimane: produrre e poi utilizzare in guerra le armi prodotte nelle fabbriche nazionali. E i primi risultati iniziano a farsi vedere proprio nei giorni in cui Kiev ha fatto il suo ingresso nei territori oltreconfine.

Ieri, Zelensky ha annunciato che è stato testato con successo il primo missile balistico di fabbricazione ucraina. “Potrebbe essere troppo presto per parlarne, ma voglio condividere la notizia con voi”, ha detto intervenendo al forum “Ukraine 2024. Independence” a Kiev. Ed è da tempo che gli esperti occidentali (e non solo) sottolineano come questo possa essere l’unico modo per l’Ucraina di evitare le restrizioni all’utilizzo delle armi fabbricate in Europa e negli Stati Uniti d’America. Limiti che per Washington e molti Paesi della Nato servono soprattutto a evitare un’escalation con Mosca, che può sfruttare l’utilizzo di missili occidentali come pretesto per innalzare il livello dello scontro con il blocco atlantico. Ma che da tempo sono criticati da Zelensky e da alcuni segmenti della politica europea come obblighi eccessivi nei confronti del Paese invaso in uno scenario di guerra senza esclusione di colpi.

La svolta si inizia a riflettere anche nelle dichiarazioni da Mosca, dove Putin e il suo establishment giocano una doppia partita: minimizzare l’invasione della regione di confine ma anche alzare il livello di minaccia verso Zelensky e i suoi alleati. Il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, ha detto che la Russia “ha la sua dottrina sull’uso delle armi nucleari”, che “ora è in fase di chiarimento”. E ha lanciato un avvertimento a Washington: “I politici americani sono ben consapevoli di questa dottrina”.