Balcani, terre d'Europa
Il focus
La voce dell’Albania: una luce su Belinda Balluku, vicepremier e ministra dell’energia

Dopo aver analizzato in parte, almeno, i paesi dei Balcani, è ora di fare luce sulle personalità chiave – o comunque importanti – di ogni paese. Per l’Albania, la scelta ricade su una donna, la vice prima ministra da agosto 2022, e ministra delle infrastrutture e dell’energia.
Diamo innanzitutto spazio a qualche dato interessante su di lei.
Dal gennaio 2019 Belinda Balluku è ministra delle infrastrutture e dell’energia. La nomina di Balluku fa parte della decisione del primo ministro albanese Edi Rama di sostituire sette ministri o metà del gabinetto, tra cui il ministro delle infrastrutture e dell’energia Damian Gjiknuri, sulla scia delle proteste studentesche e delle misure anticorruzione.
Ha un profilo di tutto rispetto, caratterizzato da una specializzazione nel settore delle telecomunicazioni e della sicurezza dell’aviazione. I contributi della ministra Balluku nel settore dell’aviazione albanese sono stati costantemente elogiati dai partner internazionali. Ha promosso un’eccellente cooperazione con le agenzie confinanti e l’integrazione di ALBCONTROL nelle organizzazioni europee. La ministra Balluku ha inoltre una vasta esperienza nel settore delle telecomunicazioni, dove ha lavorato nel novembre 2000, subito dopo la privatizzazione della più grande società di telefonia mobile di proprietà dello Stato AMC, ONE Telecommunications.
Da socialista, la ministra ha sempre messo al centro la sensibilizzazione sociale e la questione della responsabilità, partecipando in tal senso a progetti ed iniziative comunitarie.
La ministra si è anche particolarmente impegnata per fare dell’Albania un esempio in termini di energia rinnovabile non solo nei Balcani, ma anche in Europa: l’Albania merita un grande elogio per aver raggiunto l’obiettivo per il 2020 in materia di energie rinnovabili. Il paese continua inoltre ad essere all’avanguardia nell’attuazione delle aste per i progetti relativi alle energie rinnovabili.
Per questi motivi, l’Albania si è posta come obiettivo, da raggiungere nel 2030, il 54% di energie rinnovabili; considerato il lavoro di questi anni, la meta è raggiungibile e realistica.
Un altro esempio per l’impegno della ministra rimane sicuramente quello della creazione di un gruppo di lavoro comune nel 2022 tra Albania, Macedonia del Nord e Serbia. Lavorare in modalità di cooperazione regionale aiuterà a rafforzare gli sforzi per una politica energetica più vicina a quella dell’Unione europea, e a creare le basi per rafforzare i risultati attraverso una maggior diffusione. Le ministre e il ministro dei tre stati coinvolti hanno firmato l’accordo a Tirana il 27 luglio 2022. Mihajlović, il rappresentante del governo serbo, ha sottolineato che il gruppo di lavoro non si occuperà solo delle questioni energetiche per il prossimo inverno, ma anche di una potenziale cooperazione su progetti strategici per aumentare la sicurezza energetica nell’intera regione. Sono queste iniziative regionali che possono aiutare a limitare le tensioni storiche – tramite un obiettivo politico comune da raggiungere. Purtroppo sono iniziative ancora limitate, ma in qualche settore, qualche politico ha cominciato a lavorarci.
Sempre nell’ottobre 2022, la ministra Balluku ha proposto un’altra misura interessante: il Consiglio dei ministri albanese ha introdotto la regola secondo cui le istituzioni statali devono ridurre il consumo di energia elettrica del 15% ogni mese rispetto ai livelli dell’anno precedente. La ministra ha sottolineato che il governo deve essere all’avanguardia nella spinta verso il risparmio energetico. Il 15% del settore rappresenta l’1% del consumo totale di elettricità del paese, per un valore di 29 milioni di euro al mese. Ogni istituzione sarà obbligata a nominare un amministratore responsabile del risparmio energetico. Balluku ha sottolineato che l’amministratore o il capo dell’istituzione sarà personalmente multato di 430 euro se l’obiettivo non viene raggiunto per due mesi consecutivi.
Questa è una misura semplice, ma sicuramente efficace, che soprattutto permette ai cittadini di vedere che non sono i soli a lavorare ed impegnarsi affinché i loro sforzi nel taglio del consumo energetico raggiungano gli obiettivi previsti, ma che al loro fianco lavora anche il governo, nel quotidiano. Una misura che rende più credibile l’intera politica energetica per i cittadini e che potrebbe essere un ottimo esempio anche per altre realtà, come quella italiana, aiutando così ad aumentare l’attenzione verso il problema ambientale e a responsabilizzare tutti, cittadini e governi.
Il ruolo della ministra Ballaku porta con sé una storia personale di rilievo per l’Albania: è infatti nipote dell’ex politico comunista Beqir Balluku, che ha servito come vice primo ministro, ministro della difesa e generale dell’esercito. Fu giustiziato nel 1974 dal leader comunista albanese Enver Hoxha. Si porta quindi dietro i segni della dittatura e del passato.
La storia, micro e macro, lega la costruzione degli stati balcanici e porta conseguenze nel presente. Non si può prescindere da essa, ma si deve ricordare che su di essa si può e si deve costruire, in senso migliorativo. L’esempio degli interventi in ambito energetico dimostrano che si può riformare e far avanzare un paese mettendosi in gioco e lavorando su nuovi campi.
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